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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXXI - Numero 15 MAGGIO 2013
TRASPORTI ED AMBIENTE
L'ESPANSIONE DEL CANALE DI PANAMA RENDERÀ PIÙ
VERDE IL TRASPORTO MARITTIMO?
Sulla carta, sembrerebbe che una rotta di viaggio per mare più
corta debba comportare un impatto positivo sull'ambiente.
Peraltro, diversi scienziati ribattono che il dirottamento di
alcune merci dalla costa occidentale a quella orientale degli Stati
Uniti non rappresenterà qualcosa di più di una
“spinta”, quando si tratta di pulizia dell'aria e di
affrontare i cambiamenti climatici.
Infatti, nello studio delle relazioni fra i cambiamenti
climatici ed il settore del trasporto merci marittimo si scopre
immediatamente una serie di evidenti contraddizioni, afferma Elena
Craft, illustre scienziata in materia di salute personale presso il
Fondo Difesa Ambientale.
“Di tutte le modalità di trasporto, quella del
trasporto marittimo containerizzato utilizza i carburanti fossili
più grezzi, costituendo però in effetti il modo meno
impegnativo quanto a CO2 di movimentare le merci attorno al pianeta”
ha dichiarato.
In una recente intervista, la Craft sottolinea che il trasporto
marittimo containerizzato ha una tradizione di successo in relazione
alla propulsione che utilizza fonti rinnovabili, e peraltro resta
legato ai carburanti fossili anche in epoca moderna.
Esso contribuisce a circa il 3% delle emissioni di CO2 a livello
globale mentre, storicamente, il suo contributo al cambiamento
climatico ha prodotto un effetto raffreddante.
E, malgrado sia strettamente associato “all'orgoglio ed
all'identità nazionale”, esso resta escluso dagli
sforzi nazionali per affrontare la questione delle emissioni di gas
serra nelle nazioni in cui la riduzione è fra i primi
argomenti in agenda.
È nel contesto di tale scenario che la Craft ha fornito
il proprio contributo per mezzo di una speciale pubblicazione del
Carbon Management Journal dal titolo: “Espansione del Canale
di Panama: cambiamenti delle emissioni da un possibile dirottamento
modale sulla Costa Occidentale degli Stati Uniti”.
L'espansione del Canale di Panama presenta - a suo dire - molte
opportunità per il settore del trasporto intermodale di
contenitori; le navi più grandi saranno in grado di
transitare nel canale traendo vantaggio dalle economie di scala e
riducendo in parte le emissioni di CO2 ed i criteri di valutazione
dell'inquinamento correlati alla movimentazione delle merci.
Peraltro, la quantificazione dei cambiamenti delle emissioni
correlate all'espansione del Canale di Panama dipende dalle rotte,
dalle dimensioni delle navi, dall'integrazione con il trasporto
marittimo a corto raggio, dal profilo delle attrezzature e dalla
decisione del porto d'ingresso (Costa Orientale, Costa del Golfo o
Costa Occidentale).
Pertanto, mentre la sostituzione con navi più grandi può
ridurre l'impronta di CO2 dei carichi trasportati da portacontainer
attraverso un Canale ampliato, il dirottamento degli attuali carichi
dalle modalità già note per essere responsabili di
emissioni più elevate per TEU-miglio potrebbe non assicurare
vantaggi inerenti alle emissioni laddove le distanze delle rotte
marittime compensano le efficienze modali.
Questa è la conclusione cui perviene il Carbon Management
Journal: “Partendo dai nostri presupposti in ordine ai volumi
dei carichi e da un dirottamento del 10% dalla Costa Occidentale a
quella Orientale, gli effetti dell'espansione del Canale di Panama
sulle emissioni di CO2 sono trascurabili a causa delle lunghe
distanze del viaggio”.
I ricercatori aggiungono che la distanza del dirottamento
compensa i guadagni in termini di efficienza delle dimensioni delle
navi e le riduzioni in termini di miglia di trasporto terrestre; i
cambiamenti nelle emissioni dei fattori di inquinamento atmosferico
potrebbero essere significativi a livello locale in termini di
qualità dell'aria a causa della natura circoscritta del loro
impatto su ambiente e salute.
Ma, a detta degli esperti del Fondo Difesa Ambientale, c'è
un alternativa che deve ancora essere esplorata in modo adeguato: il
trasporto marittimo a corto raggio. “Il trasporto marittimo a
corto raggio costituisce un modo per alleviare forse gli incrementi
di alcune emissioni nelle località con i più elevati
volumi di traffico containerizzato” afferma la Craft “il
che rivela l'importanza delle analisi a livello di sistema relative
all'intermodalità al fine di migliorare il trasporto di merci
dall'origine alla destinazione, e non solo da porto a porto”.
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