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A rischio i fondi per l'infrastrutturazione dei porti in Siti di bonifica di Interesse Nazionale
Lo sottolinea il deputato Vico (PD), che promette battaglia sull'articolo 15 del Decreto Sviluppo in votazione domani
17 luglio 2012
Sono . Lo denuncia il deputato tarantino del PD, Ludovico Vico, sottolineando che una postilla rischia di far crollare le ipotesi di sviluppo del porto di Taranto, dopo una stagione che invece lasciava presagire la nascita in riva allo Jonio di una speranza di diversificazione, e promettendo battaglia in aula sull'articolo 15 del Decreto Sviluppo in votazione domani mattina. L'articolo 15, come ricorda il dossier per l'esame del progetto di legge “Misure urgenti per la crescita del Paese” elaborato dal Servizio Studi della Camera dei deputati, che pubblichiamo di seguito per la parte riferita a tale articolo, include tra le risorse inizialmente trasferite alle Autorità Portuali per interventi infrastrutturali e da revocare in assenza di avvio delle procedure di gara al fine della riassegnazione ad altri progetti infrastrutturali nel medesimo settore, anche le risorse destinate ad interventi delle Autorità Portuali che operino in siti di bonifica di interesse nazionale nei casi in cui i relativi bandi di gara non siano pubblicati alla data di pubblicazione del decreto-legge.
«Quell'articolo - ha spiegato Vico - configura una beffa bella e buona che si consuma ai danni del nostro territorio, dopo che solo qualche mese fa la presidenza del Consiglio firmava l'accordo per lo sviluppo dei traffici container nel porto di Taranto, dopo la missione di accelerazione per l'infrastrutturazione affidata nelle mani del commissario ad acta e dopo il superamento dello stato di emergenza socio-economico-ambientale».
«Ora l'articolo 15 del Decreto Sviluppo - ha proseguito il parlamentare - taglia di netto i fondi statali per le opere infrastrutturali portuali assegnate alle Autorità Portuali che operano nei Siti di bonifica di Interesse Nazionale com'è appunto il porto di Taranto. Così la Diga Foranea , il dragaggio dell'area del molo polisettoriale, la cassa di colmata, la riconfigurazione della banchina del molo polisettoriale, la riqualificazione dei piazzali in radice, il consolidamento della stessa banchina e delle vie di corsa lato terra, potrebbero restare al palo».
«Si tratta - ha accusato Vico - di una scelta politica ed economica incomprensibile che danneggia Taranto, ma rischia di spingere il paese verso una politica miope di sviluppo nel già traballante equilibrio dei traffici merci internazionali nell'area del Mediterraneo. Resta poi - ha rilevato - il segnale di schizofrenia che viene da Roma che firma accordi in pompa magna coinvolgendo addirittura quattro ministeri e poi si rimangia tutto nel giro di appena tredici settimane».
Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione
Servizio Studi - Dipartimento attività produttive - Dipartimento finanze , Ufficio Rapporti con l'Unione Europea
Documentazione per l'esame di Progetti di legge
Misure urgenti per la crescita del Paese
D.L. 83/2012 - A.C. 5312
Schede di lettura
n. 660
3 luglio 2012
Articolo 15 (Disposizioni finanziarie in materia di infrastrutturazione portuale)
1. Ai fini dell'attuazione dell'articolo 2, comma 2-novies, del decreto-legge 29 dicembre 2010, n. 225, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 febbraio 2011, n. 10, la disposizione di cui all'ultimo periodo del comma 2-undecies dello stesso articolo 2, si applica ai fondi trasferiti ed imputati ad opere i cui bandi di gara sono stati pubblicati alla data di entrata in vigore del presente decreto. I finanziamenti non rientranti nella predetta fattispecie sono revocati e le relative risorse sono destinate alle finalità stabilite dal medesimo articolo 2, comma 2-novies, con priorità per gli investimenti di cui alla lettera a), secondo le modalità e procedure di cui all'articolo 2, commi da 2-novies a 2-undecies, del predetto decreto-legge n. 225 del 2010.
L'articolo 15 include tra le risorse inizialmente trasferite alle Autorità portuali per interventi infrastrutturali e da revocare in assenza di avvio delle procedure di gara, al fine della riassegnazione ad altri progetti infrastrutturali nel medesimo settore, anche le risorse destinate ad interventi delle Autorità portuali che operino in siti di bonifica di interesse nazionale nei casi in cui i relativi bandi di gara non siano pubblicati alla data di pubblicazione del decreto-legge. La finalità della disposizione, in base alla relazione illustrativa, è quella di destinare ulteriori risorse agli interventi infrastrutturali nel settore portuale.
La disposizione interviene sulla revoca dei fondi statali trasferiti o assegnati alle Autorità portuali per la realizzazione di opere infrastrutturali, a fronte della mancata pubblicazione del bando di gara per l'assegnazione dei lavori entro il quinto anno dal trasferimento o dall'assegnazione, e sulla loro destinazione ad interventi infrastrutturali nel settore portuale, misure entrambe disposte dall'articolo 2, comma 2-novies del D.L. 225/2010 e da attuarsi, in base a tale disposizione, entro il 15 marzo 2011.
Alla disposizione sopra richiamata è stata data attuazione con il decreto del Ministro delle infrastrutture n. 357 del 13 ottobre 2011. Tale decreto ha individuato in 131.359.740,72 euro le risorse complessive revocate. Oggetto di revoca sono state somme (i relativi importi sono indicati tra parentesi) destinate alle Autorità portuali di:
Bari (21.182.049,70 euro revocati e riversati al bilancio dello Stato; 51.500.000 euro quote di finanziamento di mutuo ancora disponibili presso il soggetto finanziatore e cedute ai nuovi soggetti finanziati);
Genova (8.699.808 euro revocati e riversati al bilancio dello Stato; 43.681.075 euro quote di finanziamento di mutuo ancora disponibili presso il soggetto finanziatore e cedute ai nuovi soggetti finanziati);
Gioia Tauro (50.060,29 euro revocati e riversati al bilancio dello Stato);
Salerno (3.157,04 euro revocati e riversati al bilancio dello Stato);
Savona (117.226,68 euro revocati e riversati al bilancio dello Stato;
Catania (1.300.407,46 euro quote di finanziamento di mutuo ancora disponibili presso il soggetto finanziatore e cedute ai nuovi soggetti finanziati);
Piombino (4.825.956,55 euro quote di finanziamento di mutuo ancora disponibili presso il soggetto finanziatore e cedute ai nuovi soggetti finanziati).
Le somme resesi così disponibili (sia quelle riversate nel bilancio dello Stato sia quelle derivanti da quote di mutuo cedute) sono state assegnate:
all'Autorità portuale di Savona (68.909.740,72 euro) per il cofinanziamento del progetto di realizzazione del terminal contenitori di Vado Ligure;
all'Autorità portuale di Cagliari (1.250.000 euro) per il sostegno alle attività di transhipment;
all'Autorità portuale di Gioia Tauro (5.200.000 euro) per il sostegno alle attività di transhipment;
all'Autorità portuale di Taranto (6.000.000 euro) per il sostegno alle attività di transhipment;
all'Autorità portuale di Genova (50.000.000 euro) per il progetto di banchinamento e riempimento dello specchio acqueo a levante del pontile Delta del porto petroli di Multedo.
L'articolo 2, comma 2-undecies del D.L. n. 225/2010 escludeva dalla revoca i fondi trasferiti o assegnati alle Autorità portuali per il finanziamento di opere in scali marittimi da esse amministrati ricompresi in siti di bonifica di interesse nazionale ai sensi dell'articolo 1 della legge n. 426/1998.
Le disposizioni di cui all'articolo 15 circoscrivono ora l'esclusione, disponendo che la stessa operi unicamente per le opere i cui bandi di gara risultino pubblicati alla data di entrata in vigore del decreto. Le somme non rientranti in tali fattispecie sono destinate alle medesime finalità individuate, nel rispetto di un limite complessivo fissato per l'anno 2011 a 250 milioni di euro, per le altre somme oggetto di revoca e descritte dalle lettere a), b) e c) del richiamato articolo 2, comma 2-novies della D.L. 225/2010 e vale a dire:
realizzazione di grandi infrastrutture portuali rientranti nella legge-obiettivo (legge n. 443/1988; nel limite di 150 milioni di euro nel 2011);
finanziamento delle Autorità portuali i cui porti siano prevalentemente interessati da attività di transhipment (nel limite di 20 milioni di euro nel 2011)[66];
il finanziamento delle Autorità portuali che presentino progetti cantierabili (nel limite, per il 2011, della quota residua e cioè di 70 milioni di euro).
Una particolare priorità deve essere attribuita alla realizzazione delle grandi infrastrutture portuali rientranti nella legge-obiettivo (legge n. 443/2001).
Si ricorda che la legge n. 426/1998 ha stanziato per interventi di bonifica e ripristino ambientale dei siti inquinati, ivi compresi aree e specchi d'acqua marittimi, lacuali, fluviali e lagunari limiti di impegno venticinquennali di 27.000 milioni di lire a decorrere dall'anno 1998, di 5.600 milioni di lire a decorrere dall'anno 1999 e di 16.200 milioni di lire a decorrere dall'anno 2000. Per le medesime finalità e' stata inoltre autorizzata la spesa di 130.000 milioni di lire per l'anno 2000, mentre per gli anni successivi veniva previsto che si provvedesse mediante rifinanziamento nella tabella C della legge finanziaria (ora legge di stabilità). La definizione degli interventi era rinviata ad un programma nazionale di interventi la cui predisposizione era affidata al Ministero dell'ambiente, d'intesa con la Conferenza Stato-regioni e sentite le competenti Commissioni parlamentari. Come primi interventi di interesse nazionale, la legge individua i seguenti:
Venezia (Porto Marghera);
Napoli orientale;
Gela e Priolo;
Manfredonia;
Brindisi;
Taranto;
Cengio e Saliceto;
Piombino;
Massa e Carrara;
Casal Monferrato;
Litorale Domizio-Flegreo e Agro aversano (Caserta-Napoli);
Pitelli (La Spezia);
Balangero;
Pieve Vergonte.
Sesto San Giovanni (aree industriali e relative discariche);
Napoli Bagnoli-Coroglio (aree industriali);
Pioltello e Rodano.
Brescia-Caffaro (aree industriali e relative discariche da bonificare);
Broni;
Falconara Marittima;
Serravalle Scrivia;
laghi di Mantova e polo chimico;
Orbetello area ex Sitoco;
aree del litorale vesuviano;
aree industriali di Porto Torres;
area industriale della Val Basento;
il territorio del bacino del fiume Sacco, con riferimento ai comuni di Colleferro, Segni e Gavignano della provincia di Roma, ed ai comuni di Paliano, Anagni, Ferentino, Sgurgola, Morolo e Supino, della provincia di Frosinone;
l'area industriale del Comune di Milazzo;
bacino idrografico del fiume Sarno.
Come si vede in questi territori risultano presenti le Autorità portuali di Brindisi, La Spezia, Manfredonia, Marina di Carrara, Napoli, Piombino, Taranto e Venezia, che potrebbero risultare pertanto interessate dalla disposizione.
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