
Così come FEPORT, la federazione dei terminalisti
portuali privati europei, anche l'associazione dei porti europei
sostiene fortemente gli emendamenti proposti nel quadro della
revisione del Codice Doganale dell'UE, che è all'esame della
Commissione per il Mercato Interno e la Protezione dei Consumatori
(IMCO) del Parlamento europeo, affinché il limite temporale
per la custodia temporanea delle merci sia mantenuto a 90 giorni
(
del
30
gennaio 2024). «Per i porti europei - ha spiegato
l'European Sea Ports Organisation (ESPO) in una nota - la principale
e prima preoccupazione riguardo alla proposta della Commissione è
la drastica riduzione del periodo di custodia temporanea dagli
attuali 90 a tre giorni. ESPO accoglie quindi con molto favore
diversi emendamenti dei membri del Parlamento europeo volti a
ripristinare il periodo di 90 giorni, che ora sembra si rifletta nei
compromessi sul tavolo della Commissione per il Mercato Interno e la
Protezione dei Consumatori».
ESPO ha evidenziato che «la custodia temporanea di 90
giorni svolge un ruolo cruciale nel garantire la fluidità dei
flussi di merci attraverso i porti, in particolare quando altri
soggetti della catena logistica non forniscono in modo tempestivo i
dati necessari per vincolare le merci ad un regime doganale. La
custodia temporanea - ha precisato l'associazione dei porti europei
- è fondamentale anche nel contesto del transhipment, ovvero
il trasferimento dei container verso una destinazione intermedia
dove vengono trasbordati tra due navi oceaniche e poi spediti verso
un'altra destinazione finale, che include porti extra-UE. Infatti,
lo status di “custodia temporanea” deve essere visto
come un'opportuna “sala d'attesa amministrativa” sia per
ottenere le informazioni/dati necessari oppure, in caso di
trasbordo, chiamare per ritirare il carico e/o attendere che la nave
prosegua il viaggio sino alla destinazione finale della merce. Un
periodo di custodia temporanea ridotto - ha spiegato ESPO -
lascerebbe una quantità inaccettabile di merci senza
un'adeguata procedura doganale, costringendo i terminal e le
compagnie di navigazione ad essere responsabili di sottoporre le
merci ad una procedura doganale. Per i porti europei, una riduzione
dell'attuale periodo di custodia temporanea, come inizialmente
proposto dalla Commissione Europea, non è né
accettabile né praticabile».
«Ci auguriamo - ha affermato Isabelle Ryckbost, segretario
generale di ESPO - che il Parlamento continui a sostenere questo
punto e, in una fase successiva, anche il Consiglio. Ciò ci
consentirebbe di dare il nostro pieno sostegno alla proposta e alla
sua ambizione di portare l'Unione Doganale al livello successivo.
Nell'attuale contesto geopolitico e geoeconomico, un funzionamento
efficace delle dogane è più che mai importante».