L'International Road Transport Union (IRU) ritiene che la nuova
proposta sul trasporto combinato presentata martedì dalla
Commissione Europea non solo non promuova questa modalità di
movimentazione delle merci, ma anzi la danneggi
(
del
7
novembre 2023). Secondo le intenzioni della Commissione, lo
scopo della proposta è di incentrare il sostegno alle
operazioni di trasporto combinato definite come operazioni
intermodali che riducono di almeno il 40% le esternalità
negative rispetto a operazioni di trasporto esclusivamente stradale.
L'IRU evidenzia che la Commissione UE «non ha fornito alcun
chiarimento su cosa sarà considerato un costo esterno e su
come verrà calcolato. Inoltre gli Stati membri dovranno
sviluppare politiche che rendano il trasporto combinato e
multimodale più efficiente e riducano i costi di almeno il
10% entro sette anni».
«Apprezziamo - ha spiegato Raluca Marian, direttrice EU
Advocacy dell'IRU - gli sforzi della Commissione per affrontare
finalmente le norme sul trasporto combinato, ma consideriamo la
proposta come un'occasione persa per stabilire un quadro di
incentivi semplice e trasparente per gli utenti del trasporto merci
combinato e intermodale. L'IRU non è convinta che collegare
gli incentivi per il trasporto combinato alla performance in termini
di costi esterni delle operazioni di trasporto merci su strada sia
l'approccio giusto. Potrebbe frenare la riduzione dell'impronta di
carbonio del trasporto merci su strada».
In particolare, l'IRU critica il fatto che la proposta della
Commissione lasci la determinazione di un sistema per il calcolo dei
costi esterni ad un atto di esecuzione e che la proposta includa
solo un vago riferimento al manuale “IMPACT” sui costi
esterni nel settore dei trasporti della Commissione Europea, mentre
non è del tutto presa in considerazione l'iniziativa
“CountEmissions UE” per il calcolo delle emissioni dei
trasporti della Commissione.
Inoltre, rilevando che un'altra condizione fissata per
beneficiare degli incentivi è l'uso obbligatorio del sistema
delle informazioni elettroniche sul trasporto merci (eFTI), che è
definito dal Regolamento UE n. 1056 del 2020, l'IRU sottolinea che
l'effettiva attuazione dell'eFTI è stata avviata solo a
livello dell'UE e che, se non ci saranno ulteriori ritardi,
l'applicazione completa della norma è prevista solo per la
metà del 2026. L'associazione internazionale
dell'autotrasporto ritiene quindi che «l'uso obbligatorio
dell'eFTI non dovrebbe diventare un ostacolo agli incentivi per il
trasporto combinato».
«L'ulteriore complessità e l'incertezza giuridica -
ha osservato Marian - potrebbero non persuadere gli
autotrasportatori ad utilizzare maggiormente il trasporto combinato
e intermodale e, pertanto, la proposta potrebbe non conseguire
l'obiettivo di decarbonizzare il trasporto merci e la logistica.
Nelle situazioni reali - ha sottolineato - si tratta dell'efficienza
dei trasporti e di cooperazione e complementarietà fra le
modalità. Questo - ha concluso Marian - è ciò
che i legislatori dovrebbero tenere a mente quando fissano le
regole, invece di contrapporre differenti modalità e
stabilire artificiali gerarchie tra le diverse modalità
scollegate dalla realtà quotidiana. È necessaria una
migliore cooperazione tra le diverse modalità e, per
consentirla, abbiamo bisogno a livello dell'UE di un quadro
giuridico moderno».