
Nel 2005 si sono verificati 276 atti di pirateria nei confronti di navi, con un calo del 16,1% rispetto a 329 attacchi nell'anno precedente. Comunicando oggi i risultati del rapporto del Piracy Reporting Centre (PRC) dell'International Maritime Bureau (IMB) sugli atti di pirateria verificatisi lo scorso anno, il direttore dell'IMB, Pottengal Mukundan, ha rilevato come nel 2005 sia stato registrato il minor numero di attacchi degli ultimi sei anni. Inoltre nessun membro degli equipaggi delle navi assaltate è rimasto ucciso, anche se 12 marittimi risultano dispersi.
«Il calo del numero degli attacchi registrati lo scorso anno ' ha detto Mukundan ' deve essere visto come un segnale positivo. Alcune nazioni stanno diventando più proattive nel loro confronto con la pirateria e con gli assalti armati contro le navi».
Le acque più pericolose continuano ad essere quelle dell'Indonesia, anche se gli attacchi sono diminuiti dai 94 del 2004 ai 79 del 2005, seguite da quelle della Somalia, che nel 2005 hanno registrato ben 35 attacchi contro i due del 2004. Gli assalti negli Stretti di Malacca sono calati da 38 nel 2004 a 12 nel 2005. In diminuzione anche gli atti di pirateria in Malaysia, Tailandia, Brasile, Venezuela, Colombia, Haiti, Nigeria e Guinea. In forte aumento, invece, gli assalti in Iraq dove ci sono stati dieci assalti, mentre nel 2004 non si era verificato alcun episodio di pirateria.
Lo scorso anno sono state 23 le navi sequestrate dai pirati, il numero più elevato degli ultimi quattro anni, e sono stati presi in ostaggio 440 marittimi, il numero più elevato dal 1992, anno in cui IMB iniziò a rilevare questo tipo di dato statistico.