Nei primi dieci mesi di quest'anno il porto di Trieste ha movimentato 47.479.335 di tonnellate di merci, con una crescita del +4,3% sullo stesso periodo del 2021 che si è originata nella prima metà del 2022 quando i volumi erano aumentati del +13,2%, mentre - sulla base dei dati di traffico elaborati dall'Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale - risulta che nel solo periodo luglio-ottobre di quest'anno, con complessive 18.325.525 tonnellate movimentate, è stato registrato un calo del -7,7% sul corrispondente periodo del 2021. Una flessione, quella dell'ultimo quadrimestre, generata da una sensibile diminuzione dei volumi di rinfuse parzialmente compensata dall'aumento del +9,8% delle merci varie. Nel periodo luglio-ottobre del 2022, infatti, le rinfuse liquide, che costituiscono la principale voce merceologica movimentata dal porto giuliano, sono ammontate a 11.846.806 tonnellate, con una contrazione del -14,5% sullo stesso periodo dello scorso anno. In riduzione anche le rinfuse secche con 141.548 tonnellate (-36,9%). Nel settore delle merci varie, il traffico dei container misurato in contenitori da 20 piedi è stato pari a 303.592 teu, con un rialzo del +14,5%, e in aumento, seppur limitato, è risultato anche il traffico dei rotabili con 104.457 unità transitate (+1,2%). Commentando i dati di traffico relativi ai primi dieci mesi del 2022, il presidente dell'AdSP dell'Adriatico Orientale, Zeno D'Agostino, ha affermato che «i numeri parlano chiaro». «Il porto - ha rimarcato - è fondamentale driver di crescita e, non di meno, un formidabile rilevatore delle tendenze macro economiche globali», «vedremo nei prossimi mesi - ha aggiunto D'Agostino - quali fenomeni avvertiremo, se insomma la recessione effettivamente arriverà». Segnali che, non fermandosi a valutare l'andamento del traffico nel porto di Trieste nei primi dieci mesi del 2022 ma focalizzando l'attenzione sull'andamento più recente dell'attività, potrebbero già essere presenti. D'altronde è uno sviluppo negativo già riscontrato negli ultimi mesi in altri porti italiani. A tal proposito il nostro giornale, confrontandosi con alcuni dirigenti di Autorità di Sistema Portuale, ha lamentato la sempre più frequente tendenza degli enti portuali a diluire su un più ampio arco temporale gli effetti di una riduzione dei volumi di traffico in determinati periodi, quasi che le Autorità di Sistema Portuale fossero delle società per azioni quotate in un mercato finanziario preoccupate di non comunicare agli investitori informazioni e dati che potrebbero suscitare le reazioni impulsive del mercato. Le Autorità di Sistema Portuale, quali enti di diritto pubblico, sono state istituite per soddisfare finalità d'interesse generale, tra cui magari anche quelle di investitori di società sui cui i traffici portuali hanno un impatto rilevante, ma oltre a queste una assai più vasta categoria di stakeholder molto più interessati a conoscere momento per momento l'andamento dei traffici portuali, soprattutto gli sviluppi dell'attività più recente. Certo, a parziale discolpa di questa inopportuna tendenza nella comunicazione delle informazioni da parte dei dirigenti degli enti portuali, bisogna ricordare che oggi come oggi la scelta dei vertici di un'Autorità di Sistema Portuale, in primis del presidente, assomiglia assai più alla nomina di un manager di un'azienda che a quella di un dirigente pubblico. Il presidente di un'AdSP, in Italia, è nominato dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti d'intesa con il presidente o con i presidenti della Regioni interessate e, soprattutto, è il ministro che all'uopo procede all'acquisizione di manifestazioni di interesse da parte di coloro che intendono candidarsi al ruolo di presidente di un'Autorità di Sistema Portuale. Ovvero è il ministro che sceglie, a sua quasi totale discrezione, “chi sì e chi no”, come avviene in un'azienda privata e come avviene certo anche nelle amministrazioni statali di diverse nazioni che tuttavia non sembrano proprio stare al passo con altre in termini di equità e trasparenza. Quindi l'AdSP dell'Adriatico Orientale, soffermandosi sulla totalità dei dati dei traffici dei primi dieci mesi del 2022, così come qualche giorno fa aveva similmente fatto l'AdSP dell'Adriatico Settentrionale riferendosi ai dati dei primi nove mesi di quest'anno del porto di Venezia ( del 17 novembre 2022), rileva «i record e i fermenti di recupero dopo la stasi generata dalla pandemia» qualificando «stabili le rinfuse liquide con 30.886.124 tonnellate (+0,56%)» e sottolineando il «forte sprint di crescita per le rinfuse solide, con 567.013 tonnellate movimentate (+22,85%)». L'AdSP dell'Adriatico Orientale ha reso noti anche i dati del traffico movimentato nei primi dieci mesi del 2022 dal porto di Monfalcone, che si è attestano a 2.994.441 tonnellate (+5,7%), di cui 2.402.320 tonnellate di rinfuse solide (+12,4%) e 592.121 tonnellate di merci varie (-14,9%). Bruno Bellio
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