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PORTI
UNIPORT teme che l'UE non intenda modificare l'ETS, mentre Assarmatori raccoglie a Bruxelles disponibilità in tal senso
Se ciò corrisponde al vero - spiega Legora de Feo - è un balzo indietro rispetto agli obiettivi di sviluppo sostenibile e non coglie il valore strategico del trasporto marittimo e della logistica
Roma
9 novembre 2023
Il 27 ottobre sulla “Gazzetta Ufficiale dell'Unione
Europea” è stato pubblicato il regolamento di
esecuzione della Commissione Europea che identifica i porti
container extraeuropei che operano prevalentemente attività
di transhipment, scali di trasbordo di container limitrofi che, con
l'obiettivo di non penalizzare i porti europei di transhipment a
seguito dell'inclusione dal prossimo primo gennaio del trasporto
marittimo nel sistema EU ETS per lo scambio di quote di emissioni
dei gas a effetto serra nell'Unione Europea, il regolamento esclude
dalla definizione di “porto di scalo”. Si tratta del
porto egiziano di Port Said East e del porto marocchino di Tanger Med
(
del 27
ottobre 2023).
Prima e dopo il 27 ottobre, precedentemente con l'invio di
propri contributi in risposta alla consultazione in merito avviata
dalla Commissione Europea
(
del 28
settembre 2023), poi con ripetute sollecitazioni ad esponenti
politici nazionali ed europei, diverse organizzazioni europee del
settore marittimo, logistico e portuali hanno evidenziato che
includere questi soli due porti nell'ambito di applicazione delle
norme europee non avrebbe risolto il problema della diminuzione di
competitività di porti di transhipment dell'UE.
Da qui le richieste di modifiche o di correttivi rivolte alle
istituzioni europee che, sinora, dalle poche dichiarazioni giunte da
Bruxelles, sembrano esclusivamente disposte ad ampliare, se
necessario e verificato, l'elenco dei porti di trasbordo di
container limitrofi, che ad ora include solo Tanger Med e Port Said
East, piuttosto che - come suggerito nella sua risposta nell'ambito
della consultazione dall'Autorità di Sistema portuale del Mar
Tirreno Meridionale e Ionio che gestisce il porto italiano di
transhipment di Gioia Tauro - estendere a Gioia Tauro e ad altri
analoghi porti europei il regime applicato al porto marocchino e a
quello egiziano.
Sinora da Bruxelles sono giunte solo generiche rassicurazioni
come quella della vice presidente del Parlamento europeo, Pina
Picierno, che ieri ha incontrato una rappresentanza
dell'associazione armatoriale Assarmatori, secondo la quale la
Commissione UE ha avviato un confronto sugli effetti sui porti
europei dell'implementazione della direttiva che include il
trasporto marittimo nell'EU ETS. Sulla stampa si rincorrono prese di
posizione di vari politici che interpretano la flebile voce di
Bruxelles nel senso datole dalla Picierno o con significato
diametralmente opposto. Tra queste ultime sembra porsi
l'interpretazione data dalla “Gazzetta del Sud” alla
risposta avuta da un portavoce della Commissione Europea
sull'ipotesi che ci siano in vista provvedimenti in deroga per lo
scalo portuale calabrese, che ha indotto il quotidiano a titolare
oggi “L'Ue: nessuna deroga per il porto di Gioia Tauro”,
interpretando così la risposta ottenuta, a dire il vero assai
generica e per nulla specifica, come un “no” a qualsiasi
ipotesi di variazione di norme e regolamenti.
A tale interpretazione del giornale di Messina si rifà
probabilmente lo sconcerto espresso oggi da Pasquale Legora de Feo,
presidente di UNIPORT, l'Unione Nazionale Imprese Portuali che
rappresenta la grande maggioranza dei terminal portuali italiani
operanti nel segmento dei contenitori, associazione che lo scorso 15
settembre aveva inviato alla Commissione Europea il proprio
contributo alla consultazione proponendo di «escludere dalla
definizione di “porto di scalo” anche i porti situati in
Europa a rischio di rilocalizzazioni delle attività di
trasbordo, consentendo così di conseguire la parità di
trattamento con i traffici che scelgono porti africani, minimizzando
i rischi di diversione sia dei traffici con destinazione finale in
Europa (rotte extra-UE/UE) sia dei traffici intercontinentali
(extra-UE/extra-UE) che attualmente fanno scalo in hub UE di
transhipment», e proponendo inoltre di «avviare il
processo di riesame del funzionamento della direttiva sull'ETS
relativamente al trasporto marittimo al fine di prevenire
comportamenti elusivi, improduttivi dei benefici ambientali attesi e
dannosi per la portualità e gli operatori portuali italiani e
dell'UE in genere». Questo al fine di salvaguardare la
competitività dei porti mediterranei dell'Unione Europea, tra
cui lo scalo di Gioia Tauro il cui container terminal è
gestito dalla Medcenter Container Terminal (MCT), società
associata ad UNIPORT.
«Una dichiarazione sconcertante - ha denunciato Legora de
Feo - che, se corrisponde all'effettivo intendimento dell'UE
rappresenterebbe un balzo indietro rispetto agli obiettivi di
sviluppo sostenibile e l'incapacità di cogliere il valore
strategico del trasporto marittimo e della logistica per lo sviluppo
dell'Europa e ancor più dell'Italia, del Mezzogiorno e di una
Regione, la Calabria, che sul suo più grande porto (Gioia
Tauro) può far leva per la crescita economica ed
occupazionale». «Una misura che, spostando il traffico
di trasbordo interamente verso porti del nord Africa - ha aggiunto
il presidente di UNIPORT - deprimerà anche i volumi dei
traffici aventi l'Italia e l'Europa come destinazione finale, non
apporterà alcun beneficio ambientale nell'area mediterranea,
ma avrà come effetto una perdita di traffici e di
occupazione. Per Gioia Tauro - ha ricordato Legora de Feo - il solo
traffico di trasbordo proveniente da porti extra UE trasbordato in
destinazione anch'essa extra UE rappresenta oltre il 40% dei
containers gestiti. La misura ETS inciderebbe anche sugli altri
segmenti di traffico depotenziando la propensione all'investimento
delle imprese, mettendo in dubbio la possibilità di
ammortizzare i rilevanti investimenti fin qui fatti e gli equilibri
delle stesse imprese, generando impatti sui livelli
dell'occupazione. Ad oggi - ha sottolineato il presidente di UNIPORT
- il terminal container di Gioia è la maggiore realtà
occupazionale della Regione Calabria: circa 1.800 unità di
lavoro dirette e oltre 3.500 nell'indotto. L'Italia può
permettersi il rischio di gettare sul lastrico la gran parte di
tante famiglie che nelle attività portuali hanno l'unica
fonte di reddito?».
«Chiediamo a tutte le forze politiche rappresentate a
Bruxelles ma anche all'intero mondo della logistica italiano - ha
proseguito Legora de Feo - di attivarsi immediatamente, anche in
sinergia con gli altri Stati dell'UE (Spagna, Grecia, Portogallo)
che più di ogni altro rischiano di pagare una misura
irragionevole perché non attentamente e compiutamente
meditata nelle modalità e tempistiche di applicazione e non
condivisa con gli Stati extra UE del Mediterraneo, di attivarsi
affinché si trovino subito le necessarie ed opportune misure
intese a garantire le condizioni di equilibrio concorrenziale alle
imprese italiane e, in particolare al governo evidenziamo come
questo problema costituisce una priorità dell'intero sistema
logistico. Le imprese terminalistiche e gli operatori dei nostri
porti - ha concluso il presidente di UNIPORT - non sono insensibili
alla tutela dell'ambiente. Tutt'altro; i fenomeni metereologici
estremi che sempre più ci affliggono in conseguenza
dell'inquinamento costituiscono un problema importante anche per le
nostre imprese, forse più di altre in quanto operanti al
limite tra terra e mare, ma siamo anche convinti che se non
affrontiamo le emergenze certamente con urgenza ma secondo il
principio della sostenibilità, ovvero dell'equilibrio tra
tutela bilanciata dell'ambiente e dello sviluppo economico e sociale
rischiamo di fare danni ancora più grandi».
Intanto Assarmatori ha reso noti gli esiti della propria
missione di tre giorni a Bruxelles incentrata principalmente sulla
riunione congiunta tra l'associazione armatoriale, la Rappresentanza
Permanente d'Italia presso la UE e la Commissione Europea al fine di
affrontare le problematiche del trasporto marittimo e della
portualità nazionali ed europee, a partire dalle possibili
vie per rimediare alle criticità della direttiva ETS.
L'associazione ha specificato che il proprio segretario generale
Alberto Rossi, assieme al responsabile della sede di Assarmatori a
Bruxelles, Dario Bazargan, ha presentato alle istituzioni europee le
proposte del cluster marittimo nazionale per salvaguardare i
traffici, gli investimenti negli hub continentali, in linea con la
lettera inviata di recente da sette Stati membri dell'Unione ai
vertici della Commissione. Salvaguardia dei traffici di transhipment
- ha spiegato Assarmatori illustrando i temi affrontati - ma anche
Marebonus Europeo per scongiurare il back modal shift e rinnovo
delle flotte con i fondi generati dal regime ETS tra i temi
discussi.
«Abbiamo avviato con la Commissione Europea - ha reso noto
Rossi - un percorso congiunto di confronto franco e costruttivo
volto all'analisi delle criticità dell'attuazione del regime
ETS e all'individuazione delle soluzioni più efficaci per
tutelare i traffici nei porti europei. Abbiamo dato massima
disponibilità per supportare con dati concreti, come abbiamo
sempre fatto, il lavoro di valutazione degli impatti dell'ETS che la
Commissione deve compiere ai sensi delle clausole di monitoraggio e
revisione previste dalla stessa direttiva. Valutazione che - ha
precisato Rossi confermando l'intenzione di Bruxelles di valutare a
breve l'introduzione di correttivi - siamo lieti la Commissione
abbia deciso di accelerare rispetto alle tempistiche iniziali
previste, e all'interno della quale si inserisce il nostro
incontro».
Riferendosi alla proposta del Marebonus Europeo, il segretario
generale di Assarmatori ha specificato che «sempre ieri,
inoltre, in occasione della pubblicazione della proposta di
revisione della direttiva sul trasporto combinato
(
del 7
novembre 2023, ndr), abbiamo proposto una forma di
incentivo coordinato a livello europeo per il modal shift, su cui
l'associazione lavora da anni, ricordando gli impatti avversi delle
norme ETS sulle Autostrade del Mare. A tale riguardo, notiamo che le
preoccupazioni e proposte di moratoria esposte da tempo dalla nostra
associazione hanno ricevuto finalmente, sebbene purtroppo
tardivamente, pieno sostegno anche dallo European Short Sea Network
in un comunicato stampa da questa pubblicato durante la nostra
mission a Bruxelles. Abbiamo infine riscontrato - ha concluso Rossi
- la consueta massima attenzione della nostra Rappresentanza
italiana a Bruxelles e quella da parte della Commissione sulle
criticità del Decreto Rinnovo flotte determinate dagli
stringenti criteri dettati dalle regole UE sugli aiuti di stato per
la transizione ecologica, ribadendo la necessità di una loro
revisione».
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