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notiziario
TRASPORTO MARITTIMO
Il successo delle post-Panamax
L'analisi del Registro delle navi portacontenitori, pubblicato
nel contesto delle varie edizioni del Containerisation International
Yearbook, rivela quanto rapidamente le dimensioni delle portacontenitori
siano aumentate sin dal finire degli anni '60.
Sin da quei giorni, allorquando la Sea-Land Service convertì
le vecchie cisterne Liberty ed unità di linea Manchester
e la Atlantic Container Line e la Hapag-Lloyd costruirono navi
da 550 a 1.000 TEU allo scopo di containerizzare i propri rispettivi
servizi del Nord Atlantico, gli spazi-containers complessivi sono
aumentati rapidamente. Infatti, nel 1972-73 le linee di navigazione
impegnate in consorzi commerciali sulla rotta Europa/Asia, quali
i raggruppamenti Trio e ScanDutch, ricevettero in consegna navi
capaci di caricare tra i 2.700 ed i 3.000 TEU (da 47.000 a 50.000
tonnellate di stazza). La dimensione Panamax, da 32,32 metri di
larghezza-nave massima, era già stata raggiunta e la maggior
parte di tali navi presentavano lunghezze da 280 a 290 metri.
Gli anni successivi hanno fatto registrare molti progressi di
natura tecnica, con il risultato che lo stivaggio sottocoperta
dei contenitori è salito fino ad 11 affiancati in molti
casi e fino a 12 in alcuni modelli. Anche lo stivaggio sopracoperta
è stato migliorato, dal momento che cinque o sei file (con
uno strato superficiale di vuoti) sono comuni a molte delle navi
post-Panamax costruite tra gli anni '80 e gli anni '90. Tutto
ciò, rispetto agli stivaggi di tre strati sul ponte ed
ai nove sottocoperta delle prime versioni post-Panamax.
Nel contempo, l'uso di acciaio ad alta tensione ha consentito
di ridurre del 25% circa le navi a carico leggero rispetto al
tonnellaggio della prima generazione. Secondo un recente studio
intitolato "Portacontenitori post-Panamax: 6.000 TEU ed oltre",
pubblicato dalla Drewry Shipping Consultants di Londra, tali progressi
hanno comportato un aumento della capacità volumetrica
containerizzata dal 40 al 50% (3.000 TEU-4.400 TEU). Attualmente,
le portacontainers Panamax più grandi del mondo sono le
nove navi dalla capacità di 4.442 TEU sulla rotta Europa/Asia
dell'operatore di linea tedesco Hapag-Lloyd.
Questa dimensione di navi è divenuta in misura sempre maggiore
il cavallo di battaglia dei principali traffici est/ovest. Si
è trattato del più importante fattore di crescita
dell'armata di portacontainers che, nel periodo compreso tra il
1984 ed il 1994 è più che raddoppiata. Dieci anni
fa (1986), ad esempio, le portacontenitori in grado di caricare
oltre 2.500 TEU ammontavano a 319.994 TEU (12,4%) della flotta
complessiva, una quota che è salita al 29,4% (1,3 milioni
di TEU) nel 1995.
Inoltre, la conversione a navi cellulari più grandi continua,
dal momento che le navi in grado di caricare oltre 3.000 TEU ora
contano 273 unità per 1,1 milioni di TEU complessivi. Ciò
rappresenta approssimativamente il 22% dei 4,8 milioni di TEU
attualmente in servizio (v. Tabella 1). Questa dimensione navale,
altresì, predomina nel registro delle ordinazioni, ammontando
al 48,7% (circa 520.000 TEU) dei 1.066.802 TEU di spazi-containers
confermati mediante stipulazione di contratto ed in consegna nei
prossimi due anni e mezzo.
Significativamente, il 60% circa (più di 320.000 TEU)
del registro-ordinazioni comprende navi post-Panamax. Nel 2000,
questo tipo di nave ammonterà a più di mezzo milione
di TEU in spazi-containers e costituirà il 9,1% della flotta
complessiva delle portacontenitori, rispetto al 3,8% appena (185.397
TEU) del 1996. Nel 1988, quando le prime unità post-Panamax
(cinque C10 da 4.340 TEU) vennero consegnate alla APL con
sede ad Oakland, questo modello di nave costituiva meno dell'1%
della flotta containerizzata.
TABELLA 1
|
Riassunto della flotta mondiale containerizzata in servizio e sotto ordinazione per tipo e dimensione delle navi (al 1° novembre 1996)
|
Gamma dim Tipo nave
| Fino a 1.000 TEU |
1.000 TEU - 1.999 TEU |
2.000 TEU - 2.999 TEU |
3.000 TEU - 4.499 TEU |
4.500 TEU ed oltre | TOTALI
|
INTERAMENTE CELLULARI / CONVERTITE IN CELLULARI
|
Spazi attuali | 393.018
| 913.143 | 806.798
| 880.467 | 185.397
| 3.178.823 |
Navi attuali | 793
| 654 | 319
| 237 | 36
| 2.039 |
Spazi ordinati | 52.184
| 208.068 | 212.472
| 281.000 | 238.102
| 991.826 |
Navi ordinate | 94
| 150 | 90
| 73 | 45
| 452 |
RO-RO CONTAINER |
Spazi attuali | 53.573
| 48.786 | 17.490
| 15.500 | 0
| 135.349 |
Navi attuali | 142
| 35 | 8
| 5 | 0
| 190 |
Spazi ordinati | 3.600
| 0 | 2.800
| 0 | 0
| 6.400 |
Navi ordinate | 9
| 0 | 1
| 0 | 0
| 10 |
RO - RO |
Spazi attuali | 198.459
| 44.413 | 20.550
| 0 | 0
| 263.422 |
Navi attuali | 685
| 33 | 9
| 0 | 0
| 727 |
Spazi ordinati | 3.372
| 0 | 0
| 0 | 0
| 3.372 |
Navi ordinate | 9
| 0 | 0
| 0 | 0
| 9 |
SEMI-CONTAINER / RINFUSE
|
Spazi attuali | 811.584
| 83.298 | 0
| 0 | 0
| 904.882 |
Navi attuali | 2.674
| 75 | 0
| 0 | 0
| 2.749 |
Spazi ordinati | 28.900
| 3..144 | 0
| 0 | 0
| 3.372 |
Navi ordinate | 55
| 3 | 0
| 0 | 0
| 58 |
ALTRE * |
Spazi attuali | 132.609
| 196.353 | 22.760
| 0 | 0
| 351.722 |
Navi attuali | 330
| 145 | 11
| 0 | 0
| 486 |
Spazi ordinati | 7.912
| 25.248 | 0
| 0 | 0
| 33.160 |
Navi ordinate | 10
| 14 | 0
| 0 | 0
| 24 |
TOTALI |
Spazi attuali | 1.589.1243
| 1.295.993 | 867.598
| 895.967 | 185.397
| 4.834.198 |
Navi attuali | 4.624
| 942 | 347
| 242 | 36
| 6.191 |
Spazi ordinati | 95.968
| 236.460 | 215.272
| 281.000 | 238.102
| 1.066.802 |
Navi ordinate | 177
| 167 | 91
| 73 | 45
| 553 |
Note: * comprese rinfuse/container, chiatte e naviglio fluviale (chiatte a spinta, chiatte a rimorchio, chiatte semoventi)
|
Fonti: Dati di Containerisation International Yearbook /MDS Transmodal
|
La crescita della flotta post-Panamax, peraltro, è stata
irregolare (v. Tabella 2). Infatti, l'iniziativa pionieristica
della APL non era stata seguita immediatamente dai suoi rivali
che avevano adottato un approccio "guarda e aspetta"
prima di convertirsi all'idea.
TABELLA 2
|
Crescita della flotta post-Panamax (1988 - 2000)
|
Capacità/navi | 1988
| 1989 | 1990
| 1991 | 1992
| 1993 | 1994
| 1995 | 1996
| 1997 | 1998
| 1999 |
Spazi-containers (TEU) |
21.700 | -
| - | 4.389
| 26.524 | -
| 13.253 | 80.687
| 114.567 | 128.373
| 87.364 | 61.712
|
Numero di navi | 5
| - | -
| 1 | 6
| - | 3
| 17 | 21
| 24 | 15
| 12 |
Crescita rel. Agli spazi containers (TEU)
| 21.700 | 21.700
| 21.700 | 26.089
| 52.613 | 52.613
| 65.866 | 146.553
| 261.120 | 389.493
| 476.857 | 538.569
|
Crescita relativa al numero di navi
| 5 | 5
| 5 | 6
| 12 | 12
| 15 | 32
| 53 | 77
| 92 | 104
|
Fonti: dati di Containerisation International Yearbook / MDS Transmodal
|
Ci sono voluti quasi quattro anni prima che le serie successive
di navi fossero consegnate - 6 unità da 4.441 TEU per la
rete transpacifica della Hyundai Merchant Marine - sebbene singole
navi fossero state consegnate nel frattempo alla CGM ed alla MISC.
Nel 1995 sono stati consegnati più di 80.000 TEU di spazi-containers
post-Panamax, tra cui navi alla Mitsui OSK Lines, alla Nedlloyd
Lines ed alla NYK Line per i loro servizi-navetta Europa/Asia,
una ulteriore e più grande serie di navi (da 4.832 TEU)
alla APL e le prime tre unità da 4.960 TEU nel contesto
di una ordinazione relativa a sei navi per la OOCL di Hong Kong.
A partire da quel momento, le ordinazioni di tonnellaggio post-Panamax
sono cresciute come funghi. Nel 1996, sono state immesse in servizio
21 navi per 114.567 TEU, mentre le attuali ordinazioni per il
1997, 1998 e 1999 ammontano - rispettivamente - a 128.373 TEU,
87.364 TEU e 61.712 TEU. Inoltre, vi è ancora un sacco
di tempo affinché le linee di navigazione possano ordinare
navi in modo da renderle operative per la fine del 1999.
Infatti, le ordinazioni della Yang Ming (5 navi da 4.700/5.000
TEU) e della Evergreen Line (10 navi da 5.364 TEU), sebbene non
siano state confermate mediante stipulazione di contratto definitivo,
sono state incluse nelle Tabelle 2 e 3 dal momento che entrambi
i vettori si trovano della fase di finale di contrattazione; la
Evergreen con la Mitsubishi Heavy Industries in Giappone e la
Yangming più probabilmente con la China Shipbuilding Corp
in seguito all'emissione di titoli per 150 milioni di dollari
USA recentemente portata a termine dalla società.
Tra gli altri operatori che si pensa stiano valutando la possibilità
di ordinare nuovo tonnellaggio in consegna prima della fine del
secolo vi sono la Cosco, che ha in programma la presa in carico
della sua prima nave post-Panamax (da 5.250 TEU) nel gennaio 1997
e la NYK Line, che ha attualmente sotto ordinazione cinque unità
di capacità pari a 5.750 TEU in consegna nel 1997-98.
Malgrado la rapida crescita della flotta post-Panamax, la Tabella
3 dimostra quanto strettamente controllata essa sia. Attualmente,
in tutto il mondo esistono appena 10 vettori che adoperano questa
classe di navi; in tale contesto, la APL e la Hyundai dispongono
di una capacità doppia rispetto a quelle dei loro più
prossimi rivali. La APL, peraltro, non ha navi sotto ordinazione
e scenderà dal secondo al quinto posto in classifica nei
prossimi tre anni.
TABELLA 3
|
Principali operatori di tonnellaggio post-Panamax al 1° novembre 1996
|
Classifica attuale |
Vettore | Spazi-container (TEU) in servizio
| Spazi-container (TEU) ordinati
| Dimensioni previste della flotta
|
1 | Hyundai Merchant Marine
| (12) 59.772 | (2) 11.102
| (14) 70.874 |
2 | APL
| (11) 50.692 | | (11) 50.692 |
3 | Maersk Line
| (4) 24.000 | (8) 48.000
| (12) 72.000 |
4 | OOCL
| (6) 29.760 | (2) 9.936
| (8) 39.696 |
5 | mitsui OSK Lines
| (5) 23.606 | | (5) 23.606 |
6 | Evergreen Line
| (3) 16.092 | (10) 53.640
| (13) 69.732 |
7 | NYK Line
| (3) 14.190 | (5) 28.750
| (8) 42.940 |
8 | P&O Nedlloyd
| (3) 12.613 | (4) 26.696
| (7) 39.309 |
9 | Hanjin Shipping
| (2) 10.604 | (3) 15.906
| (5) 26.510 |
10 | MISC
| (2) 8.938 | | (2) 8.938 |
n.c. | Cosco
| | (6) 31.500
| (6) 31.500 |
n.c. | Neptune Orient Lines
| | (8) 39.272
| (8) 39.272 |
n.c. | Yangming Marine Transport
| | (5) 23.500
| (5) 23.500 |
| TOTALI |
(51) 250.267 | (53) 288.302
| (104) 538.569 |
Note: n.c. = non classificabile, non essendovi navi in servizio al momento attuale
|
Fonti: Dati di Containerisation International Yearbook / MDS Transmodal
|
Per quella data la Maersk Line occuperà il primo posto
in classifica, dal momento che tutte le sue 12 navi "super-post-Panamax"
da 6.000 TEU saranno operative. La Hyundai (70.874 TEU) andrà
a collocarsi al secondo posto e la Evergreen al terzo. In quarta
posizione ci sarà la OOCL, seguita da vicino dalla NYK
e dalla P&O Nedlloyd. Quest'ultimo vettore, che recentemente
ha esercitato opzioni su due ulteriori navi di capacità
pari a 6.674 TEU, ha di conseguenza aumentato a quattro unità
il totale del proprio registro di ordinazioni inerente a questa
serie.
Sulla base degli ordini attuali, queste navi dovrebbero costituire
le portacontenitori più grandi del mondo quando nel 1998
cominceranno le consegne. Ma già si parla dell'impiego
di giganti da 8.000 e persino da 10.000 TEU.
Per quanto attiene all'impiego delle nuove navi, la rotta Europa/Asia
sembra costituire la direttrice di traffico preferita; le navi
a ciò dedicate appartengono alla HMM, alla Maersk, alla
NYK, alla P&O Nedlloyd ed alla NOL. In effetti, solo le navi
della Cosco sono state definitivamente assegnate alle operazioni
transpacifiche dedicate.
Si può notare, tuttavia, che le strategie d'impiego dei
vettori sono estremamente flessibili e possono subire modificazioni
con preavviso relativamente breve. Si ritiene che la Evergreen
e la Maersk, per esempio, stiano valutando l'ipotesi di istituire
servizi del tipo pendolare (Costa Occidentale USA/Asia/Europa)
successivamente alla consegna di tutto il proprio tonnellaggio
post-Panamax. Per la fine del 1999, la Maersk e la Evergreen disporranno
rispettivamente di 12 navi da 6.000 TEU e 13 navi da 5.364 TEU
in servizio.
La nave post-Panamax è diventata ormai maggiorenne e l'attenzione
ora si concentrerà - secondo lo studio della Drewry - sull'unità
"super-post-Panamax". "Rispetto ai suoi predecessori
post-Panamax la Regina Maersk è la prima nave del
suo tipo a superare i 1.000 piedi (318 metri) in lunghezza complessiva,
mentre la sua larghezza appena superiore ai 140 piedi (circa 43
metri) indica la linea di tendenza per l'avvenire" afferma
la società di consulenza citata. Non sorprende assolutamente,
pertanto, che le navi dell'ultima serie della NYK e della P&O
Nedlloyd rispecchino molto i criteri progettuali della nave della
Maersk.
La Drewry ritiene che i risparmi rispetto ai costi operativi
e di viaggio derivanti dalla classe da 6.000 TEU possano spingere
altre linee di navigazione verso tale direzione. "Si stima
che una portacontenitori super-post-Panamax possa comportare costi
annui operativi e di viaggio pari a circa 10 milioni di dollari
USA per nave rispetto ad una tipica rotazione transpacifica, rispetto
ai circa 8,4 milioni di dollari relativi ad un modello Panamax
ottimizzato" afferma la Drewry. "In ordine a ciascuno
spazio-container, tuttavia, i vantaggi derivanti dalle super-post-Panamax
potrebbero stimarsi in 440 dollari/anno, ovvero 27 dollari/TEU
a viaggio, sulla base di 8 viaggi circolari all'anno. Ciò
per le navi super-post-Panamax comporterebbe un vantaggio del
21% rispetto ai costi... se la componente marittima fosse calcolata
nell'ordine del 30% rispetto ai costi complessivi del sistema,
il tutto costituirebbe un margine del 6,3% rispetto ai costi generali".
La società di consulenza ha sottolineato, in particolare,
i risparmi nei settori inerenti all'equipaggio, alle riparazioni
ed alla manutenzione, al carburante ed all'assicurazione.
L'impiego del tonnellaggio post-Panamax, tuttavia, finisce per
limitare le opzioni di servizio del vettore e si potranno ottenere
risparmi reali solamente nel caso che i fattori di carico vengano
massimizzati. Livelli di utilizzazione degli spazi-containers
inferiori al 79%, afferma la Drewry, significano che i vantaggi
sui costi per spazio-container delle super-post-Panamax diventano
svantaggi.
Infatti diversi dirigenti, tra cui Gunther Casjens (Hapag-Lloyd)
e John Clancey (Sea-Land), hanno lamentato la carenza di flessibilità
operativa delle proprie società non iscritte al club post-Panamax.
Quali che siano le obiezioni, l'unità post-Panamax esiste
ed i suoi effetti sui traffici mondiali di linea sono destinati
ad aumentare.