Sicurezza marittima all'esame del Parlamento europeo

Sono tornate all'esame dell'aula parlamentare europea alcune misure sul rafforzamento della sicurezza marittima e sulla prevenzione dell'inquinamento marino contenute nel pacchetto "Erika I". La commissione Politiche regionali, Trasporti e Turismo del Parlamento, adottando la relazione del britannico Mark Watt, ha ribadito che le navi sprovviste di dispositivi di registrazione di dati di viaggio (DRDV o scatola nera) in futuro non potranno più accedere ai porti dell'Unione. L'organo parlamentare ha nuovamente concordato con la posizione comune del Consiglio sulle norme internazionali in materia di sicurezza marittima, prevenzione dell'inquinamento e tutela delle condizioni di vita e di lavoro a bordo attraverso il controllo dello Stato del porto (Port State Control - PSC). Il Consiglio aveva accettato un gran numero di emendamenti adottati in prima lettura dal Parlamento e in particolare l'obbligo per gli Stati di dotarsi di un numero sufficiente di ispettori specializzati per svolgere i controlli di competenza dello Stato del porto. Anche la modifica apportata dal Consiglio, relativamente alle navi che battono bandiera di un Paese iscritto nella "lista nera", risponde alle aspettative del Parlamento, nel senso che queste navi, non rispettando le convenzioni e le norme internazionali, dovranno essere bandite dai porti europei.
La commissione Trasporti ha però presentato un nuovo emendamento sui dispositivi DVDR: tutte le navi da carico e da passeggeri con stazza lorda superiore a 300 tonnellate dovranno equipaggiarsi di tali strumenti entro cinque anni. Secondo l'organismo parlamentare le scatole nere sono infatti fonti preziose d'informazione per le inchieste sulle cause di incidenti.

Un altro emendamento invita invece la Commissione Europea a valutare l'attuazione della nuova direttiva al più tardi entro 36 mesi dalla sua entrata in vigore, per porre sotto sorveglianza l'applicazione della nuova normativa ed evitare che si riproduca l'inosservanza di fatto da parte di alcuni Stati del regime di ispezioni a bordo previsto dalla direttiva attualmente in vigore.

Per quanto riguarda le società di classificazione, la commissione Trasporti ha adottato il progetto di raccomandazione di Josu Ortuondo Larrea, che prevede di imporre regole e controlli più severi a tutti gli enti con funzioni ispettive e di controllo sulle navi, abilitati al rilascio di certificati di navigabilità.
A questo riguardo permane tuttavia un forte disaccordo fra Parlamento e Consiglio in merito alla responsabilità finanziaria delle società di classificazione, in particolare nel caso di incidenti derivanti da negligenze od omissioni imputabili agli organismi di ispezione. Nel caso di lesioni personali o di morte, il Consiglio prevede un indennizzo minimo di 5 milioni di euro; nell'ipotesi di danni materiali, l'ammontare minimo della responsabilità dovrebbe essere pari a 2,5 milioni di euro. La commissione Trasporti propone invece un ventaglio di limiti che non può essere né inferiore a 4 milioni di euro né superiore a 7 in caso di lesioni personali o di morte; per i danni materiali l'organo parlamentare propone un indennizzo compreso tra i 2 e i 4 milioni di euro. Entro questi limiti ogni Stato membro è libero di determinare l'entità della responsabilità finanziaria delle società che operano nella sua giurisdizione. Ciò dovrebbe consentire di armonizzare le regole in vigore nell'Unione per quanto riguarda gli indennizzi ed al contempo garantire che tutte le società di classificazione rispondano finanziariamente del corretto esercizio delle loro funzioni.