Tutti gli ostacoli che frenano la competitività del cabotaggio in uno studio di Uniontrasporti

I motivi per cui i ripetuti tentativi di moltiplicare i collegamenti di cabotaggio in Italia e nel Mediterraneo hanno sinora riscosso tiepidi successi sono tutti elencati nello studio sulle potenzialità dei traffici di short sea shipping nazionali e intramediterranei tra Italia, Spagna e Nord-Sud Italia promosso dalle Camere di Commercio di Genova, Salerno e Savona e realizzato da Uniontrasporti. La ricerca, completata alla fine dello scorso anno, è stata presentata in anteprima questo pomeriggio nella sede dell'ente camerale di Genova nel corso del convegno "Short sea: sviluppo del cabotaggio nazionale e mediterraneo".

Il documento mette in luce le criticità che rendono la modalità cabotiera meno appetibile rispetto al trasporto stradale. Studi e ricerche realizzati in passato hanno evidenziato i vantaggi del trasporto via mare rispetto a quello su gomma. Lo studio di Uniontrasporti ha il merito di smontare pezzo a pezzo le facili illusioni e di mettere gli operatori del trasporto di fronte alla situazione reale: il trasporto stradale è più competitivo per costi e tempi di consegna. La seguente tabella di confronto dei tempi di percorrenza del trasporto intermodale strada-mare e dei tempi teorici e dei tempi di resa reali del trasporto tutto-strada indica come sovente le analisi sull'autotrasporto facciano riferimento esclusivamente ai tempi di resa teorici del trasporto su gomma, e non a quelli effettivi, realizzati da un autotrasporto che in ogni modo lavora per contenere tempi e costi. «La violazione della normativa sui tempi di guida - ricorda il documento - è stata indicata di recente nel Libro Bianco sulla politica dei trasporti dell'UE come punto critico ed è stato individuato quale primo strumento di controllo a livello comunitario il cronotachigrafo digitale, che sarà introdotto obbligatoriamente a partire dal 2003 entro il 2006».

TEMPI DI RESA (ore)	INTERMODALE STRADA*/MARE	TUTTO STRADA**
TEMPI DI RESA (ore)	INTERMODALE STRADA*/MARE	Teorico	Rilevato
Area Milano - Area Barcellona	24	30	18
Campania - Area Valencia	50	70	48
Area Milano - Area Salerno	22	28	14
* Tratte terminali terrestri di circa 150 km ** Servizio con un autista

Non solo i tempi di resa spesso non corrispondono al vero, ma anche i costi d'esercizio. «Secondo i dati ufficiali della letteratura specializzata - sottolinea lo studio - i valori di costo sostenuti dall'autotrasporto sono di circa 2.200 lire a chilometro. In realtà dalle interviste è emerso che, grazie alle numerose agevolazioni in termini di costi del gasolio, dei pedaggi autostradali, dei pneumatici e di ammortamento del mezzo e grazie anche alla riduzione dei tempi di percorrenza, il costo effettivo può abbassarsi fino a 1.300 lire/km».

La realtà è differente anche da quella ipotizzata da programmi politico-economici annunciati per favorire il trasporto cabotiero. Lo ha denunciato con la consueta schiettezza Aldo Grimaldi, leader del gruppo Grimaldi, snocciolando la serie di mancate promesse che hanno accompagnato il lancio e lo svolgimento del servizio Genova - Barcellona da parte della sua compagnia Grandi Navi Veloci. «Ci fu assicurata una riduzione o cancellazione dei costi portuali - ha detto Grimaldi - e controlli più rigidi sulle autostrade. Nessuna di queste promesse è stata mantenuta, neanche quella di poter operare nel porto di Barcellona senza l'ausilio del pilota». Grimaldi ha precisato che una nave impegnata nel servizio comporta un costo di 2 miliardi di lire all'anno in sole tasse portuali. Costi che gravano come macigni in un mercato non ricco. «Il servizio ro-ro - ha affermato Grimaldi - è povero e quelli che vogliono entrarvi non lo sanno e perderanno un sacco di soldi». Inoltre, da fronteggiare, non c'è solo la concorrenza dell'autotrasporto, ma anche quella portata dalle compagnie marittime estere, che operano nel mercato cabotiero italiano godendo di regimi fiscali e normative che consentono loro di contenere i costi e di abbassare le tariffe.
Lo studio di Uniontrasporti ha il merito di evidenziare impietosamente gli ostacoli e i limiti che riducono la competitività del cabotaggio. L'analisi forse scoraggia chi, da tempo, ha individuato nelle "autostrade del mare" la panacea di tutti i mali del trasporto. Ma nel contempo pone le basi perché questi collegamenti marittimi possano essere progettati e realizzati senza sprechi di risorse pubbliche ed evitando scottanti disillusioni agli operatori privati.

Bruno Bellio