Nel 2005 l'incremento del movimento crocieristico in Italia si attesterà attorno al 13%. La previsione è di Sergio Senesi, presidente di Cemar, che ha presentato l'analisi sull'evoluzione del traffico crocieristico che la sua agenzia marittima elabora ogni anno.
Si tratta - ha precisato - di una stima di massima, poiché è ancora presto per fornire numeri precisi: alcune compagnie, infatti, devono ancora perfezionare gli scali per la prossima stagione e sono diverse le navi in cantiere che dovranno essere consegnate nella stagione 2005.
Per il prossimo anno Cemar ha sottolineato il previsto aumento della ricettività grazie all'impiego di navi molto grandi con una capienza superiore alla media. Nel 2005 saranno circa 4.750.000 i passeggeri movimentati nei porti italiani, per un totale di oltre 3.500 toccate nave, contro circa 4.240.000 passeggeri e 3.630 toccate nave nel 2004.
A beneficiare dell'incremento dei movimenti croceristi - ha sottolineato Senesi - saranno soprattutto i porti storici italiani. Nella classifica stilata da Cemar sono presenti comunque in posizione di rilievo scali che fino a pochi anni fa registravano un traffico crocieristico estremamente limitato. Secondo le previsioni dell'agenzia marittima il porto di Venezia chiuderà con 850.000 passeggeri, Civitavecchia con 820.000, Napoli con 760.000, Savona con 600.000, Genova con 470.000, Livorno con 420.000, Bari con 250.000, Palermo con 240.000 e Messina con 150.000. Si tratta - ha osservato Senesi - di una forte evoluzione sia per numero di scali sia per numero di croceristi con picchi fino a 6-7 navi e circa 15.000 passeggeri al giorno nel periodo di alta stagione.
L'aumento dei traffici crocieristici potrebbe però presentare risvolti negativi per gli scali nazionali. Se da un lato si tratta di un'occasione di pregio per i porti italiani, certamente in grado di ospitare in porto un così elevato numero di navi contemporaneamente - ha rilevato Senesi - dall'altra potrebbe rivelarsi una situazione boomerang. Da un punto di vista logistico e strutturale, infatti, non tutti questi porti sono in grado di gestire e supportare in maniera efficace un movimento di passeggeri di tale portata: ipotesi di 300 pullman che circolano in aree contenute, creando intasamento di traffico e disagio per i passeggeri, andrebbero a creare situazioni a sicuro discapito dell'immagine del porto, evidenziandone i limiti strutturali legati a banchine e qualità dei servizi di terra.