Il presidente dell'Autorità Portuale della Spezia, Lorenzo Forcieri, sollecita un maggior riconoscimento della valenza dei porti per l'economia italiana. Intervenendo oggi a Parma al convegno “Il disegno dell'interportualità italiana. La piattaforma logistica Tirreno-Brennero” organizzato dal CEPIM (Centro Padano Interscambio Merci), dall'Unione Interporti Riuniti (UIR) e dal Censis, Forcieri ha ricordato che «l'Iva generata dalle operazioni portuali ammonta ad oltre nove miliardi di euro annui. Non credo - ha aggiunto - che lo Stato possa sottovalutare la perdita di una così cospicua fonte di entrata. È necessario che ci sia una forte ripresa di attenzione nei confronti del nostro settore, perché se perdiamo competitività i traffici si sposteranno sempre più verso i porti del Nord Europa e del resto del Mediterraneo, mentre il nostro obiettivo è quello di recuperare competitività e quindi traffici e ricchezza».-
- «I porti - ha precisato Forcieri - generano ricchezza in termini complessivi ed occupazionali. Dobbiamo tutti fare massa critica e spingere perché l'iter della riforma della 84/94 sia velocizzata. Altri paesi europei hanno già provveduto a dotarsi di leggi più snelle ed efficaci che consentono ai loro porti di aumentare la competitività del settore di fronte a processi di cambiamento che anche noi dobbiamo assolutamente intercettare, pena il declino».
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- In particolare il presidente del porto della Spezia ha evidenziato i ritardi della portualità italiana nei confronti dei concorrenti più diretti: nel periodo 1995-2008 il traffico dei container movimentato dai porti mediterranei è cresciuto complessivamente del 321% passando da sette a 30,3 milioni di teu, mentre i porti italiani dell'Alto Tirreno (Genova, Spezia, Livorno e Savona), ad esempio, nel periodo sono cresciuti solamente del 100% passando da due a quattro milioni di teu dimezzando la propria quota di mercato dal 27,9% al 13,4% del 2008. Questo boom - ha rilevato Forcieri - è stato intercettato soprattutto dai porti spagnoli che hanno aumentato i loro volumi del 353%.
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- Parlando di logistica e di interportualità, Forcieri ha sottolineato la necessità di sviluppare un sistema logistico che coinvolga complessivamente tutti i porti dell'Alto Tirreno: «giudico positivo quanto sta avvenendo nel settore nord-ovest con riferimento al porto di Genova - ha spiegato - a questo oggi dobbiamo però affiancare un sistema logistico nord-centro-est riferito a tutto il sistema portuale dell'Alto Tirreno, in particolare ai porti della Spezia e Livorno. Se verranno messe in campo tutte le iniziative e create tutte le condizioni necessarie per mettere in atto questo sistema rispettando tempi non biblici, renderemo un servizio non solo ai territori coinvolti ma all'intero Paese».
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- «Il ruolo del Mediterraneo - ha concluso Forcieri - è ancora centrale e lo sarà ancora di più quando ci sarà un minimo di ripresa. Un'opportunità che dobbiamo cogliere. Oggi non riusciamo a servire neanche il mercato domestico. Oltre a questo dobbiamo invece rivolgerci efficacemente anche verso l'Europa centro orientale e la Baviera, che possono entrare a far parte del nostro bacino di riferimento».

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