Maersk Container Industry (MCI), la società di produzione di container intermodali del gruppo armatoriale danese A.P. Møller-Mærsk, ha annunciato l'insediamento del proprio primo stabilimento nel continente americano.-
- La fabbrica sarà costruita a San Antonio, in Cile, e sarà dedicata alla costruzione di container frigo, tipologia di contenitori che in questo periodo è fonte di preoccupazione per gli operatori portuali a causa dell'esplosione di alcuni container reefer che facevano parte della flotta di primarie compagnie di navigazione mondiali, tra cui la Maersk Line del gruppo A.P. Møller-Mærsk, deflagrazioni che si sarebbero verificate a causa della presenza di gas contaminato immesso nelle unità refrigeranti sottoposte a manutenzione in Vietnam e che hanno causato la morte di alcuni lavoratori.
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- MCI ha spiegato che l'apertura della nuova fabbrica cilena è stata decisa per rispondere alla domanda di esportazioni dall'America Latina, che è in forte crescita. «Questo investimento - ha detto l'amministratore delegato dell'azienda, Peter Nymand - costituisce un'integrazione alla nostra importante fabbrica di reefer a Qingdao, in Cina, anch'essa in espansione». L'obiettivo di MCI è quello di contribuire a rimediare allo sbilanciamento del posizionamento dei container reefer che penalizza gli esportatori di prodotti freschi, pesce e carne della costa occidentale del Sud America. L'azienda ha infatti spiegato che ogni anno decine di migliaia di container vuoti giungono in America Latina dall'Asia e da altre regioni mondiali. «La nuova fabbrica - ha sottolineato Nymand - produrrà container frigo Maersk high-tech in un'area del mondo dove gli esportatori hanno problemi ad accedere ai reefers».
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- L'investimento previsto per la costruzione della fabbrica di San Antonio ammonta a circa 170 milioni di dollari. Il nuovo stabilimento inizierà l'attività alla fine del 2013 e raggiungerà successivamente una produzione annua di 40.000 container frigoriferi e 30.000 macchine frigo. Secondo le previsioni, l'impianto darà lavoro a 1.800 persone.
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- Intanto l'International Transport Workers' Federation (ITF) ha lanciato un nuovo allarme sui problemi per la salute e la sicurezza determinato dai container reefer potenzialmente pericolosi che sono in giro per il mondo.
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- Ricordando che Maersk ha ritirato dall'attività circa 900 container dopo i tre incidenti mortali avvenuti all'inizio di quest'anno causati dai lavori di manutenzione effettuati sui reefer in Vietnam, il sindacato ITF ha allertato lavoratori portuali, marittimi e operatori del trasporto stradale e ferroviario dei potenziali pericoli nelle fasi di ricarica delle unità frigo.
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- «Siamo lieti - ha spiegato il segretario della sezione Dockers di ITF, Frank Leys - di constatare che primarie linee di navigazione, come la Maersk, hanno reagito tempestivamente a questa situazione e vorremmo associarci alla nostra affiliata statunitense Longshore International and Warehouse Union esortando tutte le aziende o organizzazioni che non hanno ancora adottato delle misure per limitare questo rischio a seguire subito il loro esempio. Noi chiediamo alle autorità portuali e alle compagnie di navigazione, laddove ci possono essere container contaminati, a dare indicazioni chiare su come devono essere gestiti».
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- Il segretario della sezione Seafarers di ITF, Jon Whitlow, ha evidenziato anche il potenziale rischio corso dai marittimi: «se da una parte l'esplosione di un contenitore a terra è ovviamente un evento tragico - ha spiegato - pensiamo che effetti potenzialmente catastrofici sui lavoratori, le navi e l'ambiente potrebbe avere una simile esplosione a bordo di una nave». «Questo - ha aggiunto il segretario della sezione Inland Transport del sindacato, Mac Urata - non è un problema che riguarda solo i marittimi e i portuali: i lavoratori in tutta la catena logistica sono potenzialmente a rischio. Auspichiamo un'indagine rapida e completa per appurare come queste tragedie siano accadute e per ottenere indicazione su come comportarsi per garantire la sicurezza dei lavoratori».

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