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Il porto di Livorno stringe le relazioni con New York, primo partner commerciale dello scalo labronico
Incontrata una folta rappresentanza di operatori internazionali
6 novembre 2013
L'Autorità Portuale di Livorno ha realizzato una missione a New York, che è il primo partner commerciale dello scalo labronico, attraverso cui ogni anno transitano 74mila container teu da e per la East Coast USA, di cui 30mila da e per la Grande Mela. Si tratta di un volume che rappresenta quasi il 30% del traffico complessivo dei contenitori movimentati annualmente a Livorno. La missione è stata organizzata dall'ente portuale assieme a Toscana Promozione, Tuscan Port Authorities (Piombino, Livorno e Marina Carrara) e alle Camere di Commercio di Livorno e Carrara.
A New York la delegazione dell'ente portuale italiano, formata dal dirigente promozione e relazioni esterne Gabriele Gargiulo e dai funzionari Francesco Ghio e Roberto Lippi, ha incontrato i rappresentanti della Port Authority of New York & New Jersey, Robert Lamura e Bethann Rooney, con lo scopo di aggiornare il vecchio protocollo d'intesa sottoscritto a novembre 2000 ( del 14 novembre 2000). A distanza di tredici anni dalla firma del primo accordo è infatti emersa la necessità di rivitalizzare le relazioni tra i due porti ed è stato posto l'accento sull'opportunità di trovare una sinergia sulla sicurezza, tema molto sentito negli Stati Uniti.
Durante la giornata la delegazione livornese ha incontrato anche i vertici di Mediterranean Shipping Company (USA), cui sono stati presentati i progetti di infrastrutturazione e le opere di dragaggio che nell'arco di due anni potrebbero cambiare profondamente il volto del porto di Livorno rendendolo idoneo a ricevere navi di maggiore dimensione rispetto a quelle attuali. L'accesso alla Darsena Toscana, l'allargamento del bacino di evoluzione e il collegamento ferroviario diretto tra il porto e la rete tirrenica sono stati alcuni tra i dettagli del materiale informativo con il quale la delegazione labronica si è presentata al centro espositivo messo a disposizione dalla Italy-America Chamber of Commerce (IACC), una organizzazione nata con lo scopo di promuovere le relazioni tra Italia e USA.
Il presidente della IACC, Claudio Bozzo, ha sottolineato come la missione si sia rivelata «un grande successo». «Mi ha fatto piacere - ha specificato - che un porto come Livorno abbia saputo rappresentare così bene la Toscana. Mai vista una presentazione con una partecipazione così alta» Al road-show dello scalo toscano c'era infatti tutto il gotha dello shipping internazionale: da MSC a CMA CGM sino alla UASC e alla compagnia logistica Kuehne & Nagel. Presenti anche molte note case di spedizione come Savino del Bene, Giorgio Gori, Del Corona e Scardigli, Shipping Service e Laviosa.
«Con oggi - ha commentato Gabriele Gargiulo - abbiamo dimostrato che il porto di Livorno può ancora giocare un ruolo non secondario nell'ambito del business tra i due Paesi. Abbiamo rafforzato i rapporti di cooperazione con l'Autorità Portuale newyorkese e con gli operatori internazionali e abbiamo gettato le premesse per rivitalizzare i nostri scambi commerciali con il continente americano; relazioni, queste, che diventano fondamentali alla luce delle opere di infrastrutturazione che stiamo realizzando a Livorno».
Francesco Ghio ha spiegato che gli operatori hanno mostrato anche una grande attenzione «per i 26 miliardi di euro di investimenti che di qui al 2030 l'Unione Europea userà per ammodernare le reti trans-europee di trasporto; sotto questo punto di vista - ha rilevato il rappresentante dell'Autorità Portuale di Livorno - il nostro porto può acquisire una rilevanza strategica, essendo stato inserito nel core network degli scali marittimi europei. Le reti TEN-T non sono soltanto un business europeo, ma un canale importante per il transito anche delle merci oltre oceano».
Della delegazione livornese ha fatto parte anche il presidente dell'Interporto Vespucci: a New York - ha evidenziato Federico Barbera - «ci siamo presentati come un importante sistema logistico integrato e abbiamo dimostrato che porto e retroporto possono e devono fare lavoro di squadra per vincere le sfide della globalizzazione».
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