- La federazione dei terminalisti portuali privati europei denuncia nuovamente per gli effetti distorsivi sulla catena logistica marittimo-portuale prodotti dalle attuali formulazioni dei regimi della “tonnage tax”, i regimi di tassazione per le imprese marittime che prevedono la determinazione forfetaria dell'imponibile basata sul tonnellaggio delle navi. Una reiterata protesta a cui si è associata l'associazione europea delle imprese di spedizione, trasporto, logistica e servizi doganali.
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- In una dichiarazione congiunta, oggi la FEPORT (Federation of European Private Port Operators) e la CLECAT (European Association for Forwarding, Transport, Logistics and Customs Services) hanno chiesto alla Commissione Europea, a nome di migliaia di imprese di spedizione, operatori portuali e terminalisti europei, di «evitare distorsioni del mercato nell'UE e di separare le attività che possono beneficare di un trattamento fiscale favorevole nell'ambito dei regimi di tassazione sul tonnellaggio. Riferendosi all'autorizzazione concessa nei giorni scorsi dalla Commissione Europea alla proroga sino al 2023 delle misure a sostegno del trasporto marittimo nell'ambito del Registro Internazionale italiano ( dell'11 giugno 2020), le due organizzazioni hanno specificato che la loro protesta segue il via libera concesso dalla Commissione agli aiuti di Stato italiani all'industria marittima nazionale ed hanno evidenziato che «il regime fiscale speciale non si applicherà solo ai ricavi caratteristici di una compagnia di navigazione, come quelli derivanti dal trasporto di merci e passeggeri, ma anche ai ricavi di gestioni accessorie che sono strettamente connesse alle attività di trasporto marittimo».
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- Ricordando che recentemente hanno inviato lettere a Margrethe Vestager, commissario europeo per la Concorrenza, sollecitando un chiarimento delle norme sugli aiuti di Stato con lo scopo di evitare il rischio di distorsione della concorrenza, FEPORT e CLECAT hanno puntualizzato che a loro avviso «la Commissione dovrebbe assicurarsi che i servizi accessori, che - hanno precisato - sono offerti anche da altre parti della catena logistica marittima, siano esclusi dall'ambito di ammissibilità della tonnage tax e che pertanto le decisioni che includono quelle disposizioni vengano modificate».
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- Rilevando che la Commissione Europea, approvando la scorsa settimana le misure fiscali italiane per il trasporto marittimo, ha garantito di assicurarsi in particolare che «il trattamento fiscale favorevole riservato alle compagnie di trasporto marittimo non abbia ripercussioni su altri settori non connessi al trasporto marittimo», FEPORT e CLECAT hanno precisato di nutrire invece «seri dubbi sulla metodologia della Commissione nel valutare i rischi di ripercussioni sui loro settori» ed hanno invitato la Commissione a «seguire le raccomandazioni proposte nel rapporto sulle sovvenzioni al trasporto marittimo dell'International Transport Forum dell'OCSE (che è stato pubblicato lo scorso settembre, del 17 settembre 2019, ndr) per modificare gli orientamenti sugli aiuti di Stato al trasporto marittimo dell'UE e separare le attività ammissibili al trattamento fiscale favorevole dai regimi di tonnage tax».
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- «Il vantaggio concesso alle compagnie di navigazione consentendo loro di beneficiare di un trattamento fiscale più favorevole per le loro attività di movimentazione delle merci - ha spiegato il segretario generale della FEPORT, Lamia Kerdjoudj-Belkaid - distorce la concorrenza tra i terminal integrati e quelli indipendenti. Riteniamo che spetti alla Commissione fare chiarezza sulle norme per evitare rischi di distorsione della concorrenza e garantire condizioni di parità. Ciò - ha sottolineato - è particolarmente importante quando le eccezioni alle norme generali sugli aiuti di Stato avvantaggiano un settore, come nel caso del trasporto marittimo».
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- «Oggi - ha evidenziato Nicolette van der Jagt, direttrice generale della CLECAT - ci sono evidenti casi in cui i vettori più integrati verticalmente possono beneficiare di regimi fiscali che forniscono incentivi al trasporto terrestre realizzato dal vettore marittimo (il trasporto door-to-door curato dal vettore) anziché al trasporto terrestre curato dal caricatore (dove il trasporto door-to-door è realizzato dal caricatore o dallo spedizioniere), cosa che per noi - ha ribadito van der Jagt - non è accettabile».
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- A tal proposito FEPORT e CLECAT hanno ricordato inoltre di aver già evidenziato, in occasione della revisione del Regolamento di esenzione di categoria a favore dei consorzi tra compagnie di navigazione containerizzate ( del 10 febbraio 2020), il fatto che uno strumento settoriale possa avere un impatto che va ben al di là del settore che ne beneficia. «Oggi - hanno concluso le due organizzazioni - manifestiamo nuovamente la nostra preoccupazione per la distorsione della concorrenza a danno dei nostri associati determinata dall'assicurare vantaggi competitivi alle compagnie di navigazione attraverso norme sugli aiuti di Stato generose».
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