- Nella prima metà di quest'anno il traffico intermodale movimentato dall'elvetica Hupac ha segnato un lieve incremento del +1% sullo stesso periodo del 2021 essendo stato pari a 575mila spedizioni stradali. L'azienda ha spiegato che dopo uno sviluppo vivace nel primo trimestre, con elevati tassi di crescita mensili, il traffico è crollato nei mesi di aprile e giugno e ciò a causa delle chiusure delle tratte e alle limitazioni di capacità determinate dall'intensa attività di costruzione sul corridoio Reno-Alpi. Ciò ha penalizzato particolarmente il segmento del traffico transalpino attraverso la Svizzera: «nel corridoio nord-sud - ha specificato l'amministratore delegato del gruppo Hupac, Michail Stahlhut - non siamo riusciti a raggiungere gli obiettivi di crescita prefissati. Per contro, il traffico nei corridoi nord-est e sud-est si è sviluppato in modo molto soddisfacente. Il traffico da/per la Spagna è rimasto al di sotto delle aspettative a causa delle restrizioni di capacità».
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- Commentando l'attuale stato del mercato, Hupac ha rilevato che la situazione del traffico marittimo rimane tesa, con la congestione nel traffico nei porti asiatici dovuta alla pandemia che sta innescando effetti negativi a cascata anche nei porti marittimi europei, nei terminal inland e nelle operazioni del traffico combinato. A ciò - ha precisato l'azienda - si aggiungono le prestazioni carenti della rete ferroviaria tedesca, mercato nel quale, nonostante un aumento del +3% rispetto all'anno precedente, la filiale ERS Railways non è ancora riuscita a raggiungere i volumi precedenti alla pandemia. Relativamente alle criticità dell'infrastruttura ferroviaria tedesca, Stahlhut ha osservato che «gli ampi lavori di risanamento previsti nella rete tedesca a partire dal 2024 rappresentano un rischio per l'approvvigionamento a livello europeo se i lavori non saranno coordinati con il mercato e non verranno creati corridoi alternativi praticabili. Per evitare che ciò accada - ha affermato l'amministratore delegato della Hupac - è necessario migliorare il coordinamento internazionale dei cantieri su tutti i corridoi e, in alcuni casi, potenziare i percorsi alternativi. Piccole misure come scambi aggiuntivi, modifiche alle regole operative, ecc. possono fare una grande differenza e devono essere implementate prioritariamente».
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