La crisi di Suez, a circa sei mesi dall'inizio, con il
conseguente rilevante calo delle navi in transito nel canale
egiziano, suscita «preoccupazione per la possibile perdita di
traffico dei porti mediterranei, e al suo interno di quelli
italiani». Lo evidenzia un secondo report sulla “Crisi
di Suez” del Centro Studi Fedespedi che, tra gli effetti
possibili, si sofferma sulla «riorganizzazione dei servizi da
parte delle compagnie, con un maggiore utilizzo del transhipment e
una riduzione dei porti con servizi diretti, oppure una diversa
rotazione con cancellazione di porti, o inserimento di nuovi. Queste
eventualità - sottolinea il documento - potrebbero riguardare
anche i porti italiani».
«In effetti, osservando la struttura dell'offerta - spiega
il report di Fedespedi - si possono notare vari cambiamenti da parte
delle compagnie, anche a livello di servizi intramed, tra l'altro in
continuo divenire. Alcuni esempi, tra i molti che potrebbero essere
fatti: X-Press Feeders ha attivato un nuovo servizio che collega
Tangeri e Algeciras con Savona, Civitavecchia, Salerno, Napoli; ONE
ha riorganizzato il servizio feeder AIB aggiungendo Trieste e il
Pireo (Pireo, Alessandria, Damietta, Koper, Trieste, Venezia,
Ancona), CMA-CGM ha rimosso Genova e Livorno dal servizio Euronaf
(ALGOM) rimpiazzandoli con Barcellona (Barcellona, Marsiglia,
Valencia, Algeciras, Orano, Mostaganem). Ripetiamo - precisa il
report - è ancora presto per valutare gli effetti della crisi
di Suez sui porti del Mediterraneo in tutti i suoi aspetti. Quello
che si può dire, sulla base dei primi dati disponibili,
relativi ai traffici 2024, è che la situazione che si è
venuta a creare sta in effetti avvantaggiando, diremmo
inevitabilmente, i porti più vicini a Gibilterra, come
Tangeri (terminal Eurokai: +26%) e quelli spagnoli (complessivamente
+12,1%), ma sono buoni anche i risultati dei ben più lontani
porti turchi. i porti del North Range anche loro in crescita
(+4,5%), ma al momento su valori inferiori a quelli dei porti
mediterranei censiti. Per quanto riguarda i porti italiani
evidenziano nel complesso una flessione del 3,2%. Tra quelli
censiti, in crescita La Spezia (+8,9%), Salerno (+5,1%) e Genova
(+1,1%), mentre gli altri mostrano tutti un segno negativo, in
particolare quelli adriatici, come Trieste, i cui risultati sono
influenzati dalla riduzione delle attività di transhipment,
Venezia e Ravenna. Sui porti italiani, oltre alla crisi di Suez,
pesa l'andamento poco brillante del commercio estero, che ha fatto
registrare, nei primi due mesi del 2024, rispetto allo stesso
bimestre del 2023, una modesta crescita delle esportazioni (+0,6%) e
una decisa contrazione delle importazioni (-10,4%)».
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