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I camionisti francesi bloccano il traffico pesante alle frontiere, nel "chunnel" e nei porti della Manica
La protesta è indirizzata contro l'applicazione del decreto sulla riduzione dell'orario settimanale di lavoro a 35 ore e contro l'aumento del prezzo del gasolio per autotrazione
10 gennaio 2000
Dalla scorsa notte il traffico camionistico tra Italia e Francia è bloccato ai valichi alpini e a Ventimiglia e alle frontiere con Spagna, Svizzera, Germania e Belgio, oltre che all'imbocco del tunnel sotto la Manica e nei porti dai quali partono i traghetti per la Gran Bretagna. La protesta è attuata contro la modalità di applicazione del decreto sulla riduzione dell'orario settimanale di lavoro a 35 ore e contro l'aumento del prezzo del gasolio da trazione che, secondo i camionisti, mette le loro imprese fuori mercato nei confronti della concorrenza estera.
Ma è specialmente contro l'applicazione del decreto sull'orario settimanale di lavoro che è diretta la protesta. Sia la Fédération Nationale de Transport Routier (FNTR) che la Fédération des Entreprises de Transport et Logistique de France (TLF), l'Unostra e la Camera sindacale delle imprese di trasloco denunciano il simulacro di concertazione sul decreto che, assicurano i sindacati di categoria, segnerà l'inizio del declino della "bandiera francese dell'autotrasporto" a solo beneficio delle imprese e dei camionisti stranieri.
Nel corso di una riunione tenuta il 21 dicembre scorso le organizzazioni dell'autotrasporto avevano avvertito dell'impossibilità concreta delle imprese di applicare il decreto e della conseguente decisione di inscenare una protesta con blocco del traffico alle frontiere. Il governo non ne ha tenuto conto e i camionisti attuano la protesta. Ai valichi alpini tra Italia e Francia e a Ventimiglia si sono formate code lunghe parecchi chilometri di camion e veicoli commerciali, mentre i veicoli privati in genere possono transitare.
Non è ancora chiaro quanto durerà la protesta dei camionisti.
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