Accentuare la dimensione umana del porto, facendone non solo un luogo di scambi e di commercio, ma anche di rapporti culturali e di solidarietà. E' l'obiettivo a cui puntano le organizzazioni come l'Apostolato del Mare - Stella Maris che portano assistenza ai marittimi delle navi, in particolare di quelle poste sotto sequestro nei porti. «Accentuare la dimensione umana del porto» - ha sottolineato più volte oggi l'arcivescovo di Genova, cardinale Tarcisio Bertone, nel corso della tavola rotonda "Il volto umano del porto" svoltasi oggi a Palazzo San Giorgio, sede dell'Autorità Portuale di Genova, nell'ambito della tappa nel capoluogo ligure del tour SOS - See Over Sea, organizzato dall'Apostolato del Mare. Il cardinale, che ricopre il ruolo di "Legato Pontificio Transmarino", ha detto che il miglioramento delle condizioni della gente di mare è un problema che va affrontato sia a livello legislativo che con la creazione di un'ampia rete di solidarietà e assistenza che coinvolga organizzazioni, enti e istituzioni.
Pienamente convinto che il porto non sia fatto solo di traffici, ma anche di cultura è anche il presidente dell'Autorità Portuale, Giuliano Gallanti, che negli otto anni del suo mandato al vertice dell'ente ha messo al primo posto il rinsaldamento del rapporto tra città e porto. Si tratta di un problema - lo ha più volte ripetuto - più che economico, di carattere culturale.
Il cardinale Bertone ha richiamato tutti a «trattare le persone non come mezzo, ma come fine». Un appello condiviso da Gallanti, che ha ricordato quanto oggi sia più urgente creare condizioni di vita migliori per i marittimi rispetto al passato, quando le navi sostavano più a lungo nei porti e il legame tra la gente di mare e le comunità portuali - per quanto sempre fragile - era comunque più concreto.
Di miglioramento delle normative ha parlato anche il direttore nazionale della Stella Maris, don Giacomo Martino, che ha sottolineato la mancanza della ratifica da parte dell'Italia della convenzione 163 dell'International Labour Organization (ILO), che obbliga i governi a garantire assistenza ai marittimi. A questo proposito l'assessore regionale ligure alle Infrastrutture e i Trasporti, Vittorio Adolfo, ha assicurato il contributo politico della Regione affinché il governo italiano sottoscriva il documento.
Nel suo intervento il rappresentante dell'International Transport Workers' Federation (ITF) per il Nord Italia, Pier Luigi Re, ha ricordato il lavoro compiuto da ITF per mettere ordine nella contrattualistica del settore marittimo e il lavoro svolto dai suoi ispettori, chiamati o inviati a visitare migliaia di navi per verificare le condizioni di lavoro dei marittimi. Una realtà, quella delle difficili condizioni di vita a bordo, spesso ignorata anche dagli addetti ai lavori. «Quella dei marittimi delle navi abbandonate nei porti - ha confermato don Giacomo Martino - è solo la punta dell'iceberg, perché le difficoltà sono più evidenti».
Don Martino ha intanto annunciato che la prossima settimana quattro dei sei marittimi della
Kawkab, la nave sequestrata nel porto di Venezia da oltre due anni, potranno fare ritorno alle loro famiglie: l'Apostolato del Mare fornirà loro il biglietto aereo ed un assegno di mille dollari. Due marittimi resteranno invece a bordo per occuparsi della nave in vista della sua vendita.