Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e il presidente della Regione Emilia-Romagna, Vasco Errani, hanno siglato oggi a Roma, negli uffici della presidenza del Consiglio dei ministri, l'intesa generale quadro sulle grandi opere viarie della regione Emilia-Romagna. L'intesa prevede investimenti per oltre 14,5 miliardi di euro per disegnare l'assetto della viabilità e dei trasporti dell'Emilia-Romagna: dal Passante Nord al metrò di Bologna, dalla nuova Romea alla Parma-Brennero, dai collegamenti per il porto di Ravenna agli interventi per potenziare il sistema idroviario padano-veneto
«Si tratta - ha commentato Errani - di un'intesa fondamentale cui la Regione Emilia-Romagna ha lavorato per molti mesi con grande impegno Si avvia così a soluzione il problema strategico delle infrastrutture dell'Emilia-Romagna, da Piacenza a Rimini, che svolgono una funzione determinante per i nostri territori, le imprese, i cittadini ed anche nella mobilità nazionale ed europea».
«L'intesa firmata oggi - ha detto l'assessore regionale alla Mobilità, Alfredo Peri - prevede progetti e opere che accentuano la specializzazione delle diverse forme di trasporto: strade, ferrovia, porti e vie navigabili. L'elenco delle opere è consistente e, nella maggior parte dei casi, si tratta di progetti definiti con una forte condivisione dei territori».
L'obiettivo, ha aggiunto Errani - è quello di «decongestionare la viabilità nazionale e regionale, spostando quote importanti di traffico di persone e di merci dalle strade alle ferrovie e dall'auto privata ai mezzi di trasporto pubblico, soprattutto nelle città».
L'ente regionale prevede in particolare che, tra i cantieri già in corso e i progetti previsti dall'intesa, nel giro di quattro-cinque anni in Emilia-Romagna la capacità di trasporto ferroviario aumenterà più del doppio.
L'accordo - ha spiegato la Regione - parte dalla considerazione che l'Emilia-Romagna «costituisce un territorio strategico - un vero e proprio 'cuore trasportistico' - per il Paese, sia come sistema-cerniera della mobilità Ovest-Est e Nord-Sud, sia come sistema economico e sociale fra i più densi e dinamici dell'intero Paese e nel quadro europeo» e sottolinea «che per tali ragioni l'area regionale sostiene un carico di traffico eccezionale, anche sotto il profilo ambientale», mentre «le infrastrutture relative sono in condizione di vera e propria emergenza». Il deficit infrastrutturale, si legge nell'accordo, «per il suo rilievo sociale ed economico», assume «la configurazione di 'preminente interesse nazionale'».
Gli interventi sul sistema ferroviario compresi nell'intesa riguardano principalmente l'asse Brennero-Verona-Parma-La Spezia, le linee Bologna-Verona, Ferrara-Ravenna e Bologna-Bari, il nodo di Bologna, i nodi minori ma strategici di Ferrara e di Ravenna. Sono inoltre inserite anche le linee Faenza-Rimini, Granarolo-Lavezzola, Salsomaggiore-Fidenza, la maggior parte delle ferrovie regionali e il materiale rotabile per il sistema Ferroviario Regionale e Metropolitano.
Nei centri urbani il testo fa specifico riferimento ai progetti di trasporti rapidi di massa che riguardano Bologna, Modena, Reggio Emilia, Parma e al progetto del treno rapido della Costa che collegherà Ravenna a Cattolica.
Su questi punti l'accordo prevede di reperire risorse per oltre 6,35 miliardi di euro.
Gli interventi sulle arterie autostradali e stradali riguardano innanzitutto il nodo di Bologna, dove sono previsti nuovi svincoli e caselli, il passante Nord, il collegamento Campogalliano-Sassuolo, la quarta corsia tra Modena e il capoluogo. Per quanto riguarda la E45 si ribadisce l'urgenza della sua messa in sicurezza.
Nel corridoio Tirreno-Brennero, è prevista la tratta emiliana della La Spezia-Parma-Verona, mentre nel corridoio adriatico si punta sulla Nuova Romea, da realizzarsi d'intesa anche con la Regione Veneto, e su un progetto di varianti della statale Adriatica. E' anche prevista la variante di Piacenza in complanare all'A1.
Gli investimenti stimati sono di 7,325 miliardi di euro.
Per il sistema di attraversamento nord-sud dei valichi appenninici sono previsti interventi di ammodernamento sugli assi SS67 (tosco-romagnola), SS64 (Porrettana), SS63 (Valico del Cerreto), SS12 (Abetone e Brennero), SS45 (Val Trebbia).
Il costo delle opere è stimato in oltre 532 milioni di euro.
Sul fronte dei collegamenti fra Emilia Romagna e Toscana, la Regione e il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti si impegnano ad esaminare congiuntamente, anche con la Regione Toscana, i risultati di uno studio di fattibilità a cura del ministero per una nuova infrastruttura di collegamento.
Per arrivare al decongestionamento delle infrastrutture stradali ed autostradali sono previsti interventi a favore del trasporto per acque interne e per sostenere il cabotaggio marittimo e fluviale anche combinati tra di loro. Si tratta di opere per le quali si spenderanno circa 119 milioni di euro, finanziati dalla legge 413/98 e finalizzati all'adeguamento alla classe V di navigazione commerciale dell'idrovia ferrarese, da Pontelagoscuro allo sbocco al mare a Porto Garibaldi (Comacchio), nonché dei lavori di regimazione corrente libera di alcune tratte del fiume Po. Nell'intesa si sottolinea anche l'importanza del porto fluviale di Piacenza «quale necessario complemento dello snodo intermodale nonché quale terminal dell'idrovia padano-veneta che collega la pianura padana al mare Adriatico e quindi ai porti di Ravenna e Venezia».
Per la parte relativa all'hub portuale e alla piattaforma logistica di Ravenna, l'intesa riconosce «il ruolo strategico dello snodo intermodale del porto di Ravenna come anello fondamentale per lo sviluppo del sistema produttivo e logistico nazionale e regionale e delle infrastrutture che all'interno del porto agevolano il trasbordo delle merci dalla modalità di trasporto marittima a quella ferroviaria e quindi dei collegamenti tra il porto di Ravenna e la rete viaria, ferroviaria, autostradale e idroviaria, anche ai fini dello sviluppo delle Autostrade del Mare». Per questo prevede opere di potenziamento infrastrutturale del porto di Ravenna (con l'approfondimento del canale, nuove banchine, il completamento del terminal traghetti e passeggeri, la creazione di una piattaforma -«distripark»- e di un'area di sosta e servizio per l'autotrasporto) e il potenziamento dei collegamenti viari e ferroviari.
Le opere hanno un costo complessivo di 208 milioni di euro, di cui 60 finanziati con i fondi provenienti dalla legge 413/98.
L'Autorità Portuale di Ravenna ha accolto con soddisfazione la firma dell'intesa che - ha sottolineato l'ente portuale - sancisce il ruolo dello scalo «come porto di assoluta valenza nazionale e lo qualifica come uno dei nodi fondamentali per lo sviluppo delle Autostrade del Mare». «Questa intesa - ha rilevato l'ente portuale - fissa un nuovo quadro programmatico a cui l'Autorità Portuale farà riferimento per tutta una serie di interventi, sia in termini di progettualità che di realizzazione, mirati al consolidamento del proprio patrimonio infrastrutturale ed al miglioramento del posizionamento competitivo del porto».
Intanto ieri, negli uffici dell'assessorato a Mobilità e Trasporti della Regione Emilia-Romagna, i presidenti delle tre Province di Piacenza, Bologna e Ravenna hanno firmato l'atto costitutivo della «Fondazione istituto sui trasporti e logistica» promossa dalla Regione Emilia-Romagna. Il nuovo istituto regionale si occuperà di ricerca e di formare gli operatori del settore, dai trasportatori alle aziende, anche in vista delle novità in arrivo dall'Unione europea e dell'introduzione della patente obbligatoria professionale. I promotori dell'iniziativa prevedono di estenderla in futuro anche alle altre Province, alle associazioni di categoria e alle università.
La Fondazione avrà sede a Bologna, presso il Servizio pianificazione dei trasporti e logistica. Presidente è stato nominato Stefano Zunarelli, vicepresidente Carlo Merli. Le attività dell'istituto andranno dallo studio dei fenomeni e delle problematiche relative al trasporto e alla logistica delle merci all'elaborazione di ricerche per uno sviluppo sostenibile dei sistemi di movimentazione delle merci in ambito urbano ed extraurbano; dalla formazione degli operatori che intervengono a tutti i livelli nel sistema dei trasporti e della logistica delle merci allo sviluppo delle tecniche e degli strumenti per la pianificazione regionale dei trasporti, in particolare creazione di basi dati, osservatori del trasporto merci, campagne di rilevazione sulle attese degli operatori.
Inoltre potrà
fornire supporto alla Regione per formulare linee guida e proposte per la creazione di atti normativi e di indirizzo, agli enti di formazione per la predisposizione degli strumenti tecnici e del materiale didattico necessario per la attività formativa e di aggiornamento professionale e alle Province e ai Comuni per la definizione di progetti locali finalizzati allo sviluppo e alla razionalizzazione della logistica urbana e di distretto.