L'attuale grave crisi dell'economia non risparmia le società di spedizione di Genova. L'Osservatorio Spediporto, il centro studi dedicato alle case di spedizione genovesi, fotografa la difficoltà delle aziende del settore nel far quadrare i conti. L'indagine dell'Osservatorio, che ha visto coinvolte oltre il 23% delle aziende associate a Spediporto, evidenzia infatti dati quasi tutti negativi: nel primo trimestre del 2012 è stato registrato un decremento dell'8% del fatturato rispetto allo stesso periodo del 2011 e le previsioni di chiusura dell'intero 2012 indicano una contrazione del volume d'affari del -3%. Inoltre risulta un forte ricorso agli ammortizzatori sociali almeno per il 22% degli iscritti.-
- Commentando questi sconfortanti dati, il presidente di Spediporto, Roberta Oliaro, ha sottolineato come, ad un quadro commerciale e di mercato a tinte fosche per il 2012, si vadano ad aggiungere, rendendo più cupo ancora lo scenario futuro, l'assenza di reali interventi normativi volti a sostenere il settore attraverso veri processi di semplificazione normativa e de-burocratizzazione amministrativa. «Nei “Decreti Semplificazioni e Liberalizzazioni” - ha spiegato - non vi è un solo provvedimento di reale valore per il comparto», eppure - ha rilevato - «dati alla mano, è acclarato il valore della impresa logistica in termini di contributo al PIL Italiano. Negli ultimi 36 mesi - ha accusato la presidente dell'associazione - non è stato assunto un solo intervento normativo, fatta eccezione per i contributi a pioggia per l'autotrasporto e la legge “ad personam” sui costi minimi già bocciata fortunatamente dall'Antitrust ed al vaglio del TAR, volto a sostenere le nostre aziende nella competizione internazionale».
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- «L'aumento dei costi aziendali dettati vuoi dalla gestione delle continue novelle normative e dai relativi adempimenti burocratici, sempre in peius, vuoi dall'aggiornamento continuo e costante dei sistemi operativi per garantire la sicurezza nella gestione e trasmissione dei dati - ha sottolineato ancora Roberta Oliaro - non trova pari in Europa e contribuisce a marginalizzare, ulteriormente, il mercato l'Italia non solo quello genovese».
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- L'indagine dell'Osservatorio Spediporto, condotta al fine di verificare lo stato di salute della categoria degli spedizionieri genovesi, precisa che se la riduzione complessiva del fatturato delle aziende nel corso del primo trimestre 2012 è pari all'8%, il 44% degli intervistati ha dichiarato un decremento contenuto tra un -5% e -10%, mentre solo il 18% ha totalizzato un aumento del +5%. Per quanto riguarda le attività, come il fatturato anch'esse hanno registrato una diminuzione media dell'8% rispetto al primo trimestre del 2011, ma in questo caso nessuna azienda ha segnalato un incremento delle attività, seppur minimo.
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- «I riscontri nei nostri operatori - ha spiegato Spediporto - risultano essere piuttosto omogenei sull'incidenza sul fatturato dell'import e dell'export che, in entrambi i casi si attesta in un intervallo compreso tra il 20% e il 40%. Precisiamo comunque che le quantità movimentate in export (59%) prevalgono rispetto a quelle movimentate in import (41%)».
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- Le previsioni a breve termine sull'andamento del fatturato si suddividono tra modesti incrementi e modeste perdite; tuttavia - ha precisato Spediporto - la media degli intervistati risulta essere ancora piuttosto pessimista avendo dichiarato che è realistico immaginare un'ulteriore flessione dell'andamento del fatturato. Per quanto riguarda i flussi di traffico, come prevedibile, continua a trainare l'Estremo Oriente che con un 28% si attesta ad essere il primo mercato per il porto di Genova; mantengono un buon andamento gli scambi con l'UE e il Nord America che detengono rispettivamente il 21% ed il 20% dei traffici. Il 53% degli intervistati ha dichiarato il persistere di situazioni di contrazione dei movimenti da e per le aree del Nord Africa a seguito delle note vicende geopolitiche del 2011. Nello specifico, il 62% del campione ha riscontrato delle particolari criticità con Libia ed Egitto.
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- Spediporto ha reso noto che sotto il profilo dell'analisi merceologica i settori maggiormente colpiti dalla congiuntura economica negativa risultano essere quelli tessile/abbigliamento e mobili/arredo (decremento maggiore del -15%); a seguire pelletteria/calzature e chimico farmaceutico (decremento maggiore del -10%). Sono invece contenuti i cali di volume per il settore della meccanica. Si sono registrati invece incrementi notevoli per il settore agroalimentare (+25%) così come per l'impiantistica ed i progetti (+18%) a conferma del fatto - ha rilevato l'associazione - che il know-how italiano continua ad essere un punto di forza per l'economia nazionale.
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- Infine l'indagine evidenzia anche le difficoltà sul fronte dell'occupazione, dove gli incrementi occupazionali sono ridotti al minimo e solo il 17% delle aziende ha dichiarato di prendere in considerazione l'opportunità di incrementare la propria pianta organica. In questi anni - ha precisato Spediporto - molte aziende associate hanno ricorso ad ammortizzatori sociali: basti pensare che nel 2012 le richieste sono arrivate a coprire il 22% del totale degli associati. Tra le forme di assistenza prevale quella della CIG in deroga (82%) a cui seguono la mobilità in deroga (13%) ed il contratto di solidarietà (6%). Nei primi tre mesi del 2012 si è assistito ad un aumento al ricorso di ammortizzatori sociali pari al +9%.
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- La forte crisi di liquidità sta poi facendosi sentire pesantemente anche sui tempi medi di pagamento, che sono passati dai 90 giorni del primo trimestre 2011 ai 120-150 del primo trimestre 2012.

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