- Il Ministero dello Sviluppo economico ha reso noto che il prossimo anni diventerà operativo il primo strumento per la misurazione, la valutazione e il confronto dell'esito di tutte le azioni a tutela della sicurezza dei lavoratori, degli impianti e dell'ambiente, realizzate per le operazioni offshore in Italia. Il dicastero ha spiegato che l'“Indicatore sintetico della Sicurezza” nasce da un network di università, centri di ricerca e corpi dello Stato, promosso e costituito presso il Ministero, in conformità alle prescrizioni della direttiva 2013/30/UE sulla sicurezza delle operazioni in mare nel settore degli idrocarburi e con l'obiettivo di facilitare il dialogo con amministrazioni locali e cittadinanza.
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- Il Ministero ha ricordato che già a partire dal 2014, in risposta alla rilevanza crescente e al forte interesse nel panorama europeo e internazionale sulla sicurezza delle attività in mare, la Direzione generale per la Sicurezza delle attività energetiche del Mise ha avviato una serie di accordi per gli impianti offshore: in totale 12 accordi con corpi dello Stato(Marina Militare e Corpo delle Capitanerie di Porto), con università (Politecnico di Torino, Università La Sapienza, Università di Bologna, CRIET Milano) e con enti di ricerca (AMRA, INGV, IREA, ISMAR, OGS, RSE).
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- Grazie ai primi risultati, conseguiti con enti partner nel corso del 2016 nei rispettivi ambiti di ricerca, è oggi disponibile un prototipo dello strumento basato su tre indicatori di performance: infortuni sul lavoro, attività aeronavale di pattugliamento, sopralluoghi ispettivi sulle infrastrutture. Entro il 2017 l'Indicatore sintetico della Sicurezza sarà operativo a regime e potrà fornire di conseguenza una valutazione in forma molto semplice - dal confronto diretto di valori numerici - del livello di sicurezza nazionale.
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- Intanto ieri a Roma il Ministero dello Sviluppo economico ha siglato un accordo con la Regione Emilia-Romagna per la gestione delle attività di ricerca e coltivazione degli idrocarburi offshore e delle relative infrastrutture. «Il campo di interesse dell'accordo - ha spiegato il presidente dell'ente regionale, Stefano Bonaccini - è ad ampio raggio. Non si limita alla sola condivisione di programmi di sviluppo di sistemi di monitoraggio per la sicurezza delle produzioni e dell'ambiente, ma si pone l'obiettivo di sviluppare linee strategiche relative alle attività offshore in un contesto di politiche integrate per lo sviluppo sostenibile e per l'intero sistema economico, sociale e ambientale del mare e delle zone costiere».
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- Tra gli obiettivi dell'intesa quello di garantire e migliorare la sicurezza delle attività offshore sviluppando protocolli di monitoraggio, studi, progetti e azioni pilota che prevedano l'integrazione delle attività con i programmi e i progetti di sviluppo turistico, produttivo e di monitoraggio scientifico. Si va dallo sviluppo di tecnologie innovative per il “decommissioning” finalizzate al riuso delle piattaforme per l'estrazione metanifera e la formazione di “atolli” ambientali ma anche luoghi di ricerca internazionale nell'ambito dei Programmi della Macroregione Adriatico-Ionica. Ancora, laboratori scientifici per studiare i terremoti anche in alto mare alle piattaforme aperte ai turisti finalità turistico-ricreativa.
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