Ieri il ministro spagnolo allo Sviluppo economico, Íñigo de la Serna Hernáiz, che guida il dicastero dal novembre scorso, si è incontrato con i rappresentanti delle imprese e dei sindacati per presentare la riforma della legge sui porti che verrebbe attuata attraverso un decreto legislativo che è stato specificamente elaborato per conformare la legislazione nazionale alle normative dell'Unione Europea in materia di lavoro portuale. A fine 2014, infatti, una sentenza della Corte di Giustizia dell'UE aveva stabilito che la legge spagnola non era conforme alle norme europee in materia e meno di un anno fa la Commissione Europea ha deciso di deferire nuovamente la Spagna all'istituzione che ha il compito della tutela giurisdizionale dell'UE in quanto ancora inadempiente.-
- La denuncia della Commissione Europea è basata sul fatto che la Spagna, obbligando i terminalisti che operano nei porti spagnoli a partecipare ad una Sociedad Anónima de Gestión de Estibadores Portuarios (Sagep) e in ogni caso non consentendo loro di rivolgersi al mercato per assumere il proprio personale, sia permanente sia temporaneo, a meno che i lavoratori proposti dalla Sagep non siano idonei o siano insufficienti, è venuta mena agli obblighi ai sensi dell'articolo 49 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea relativo alla libertà di stabilimento.
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- La proposta di modifica della legge sui porti presentata dal ministro, che dovrà essere adottata nelle prossime settimane se la Spagna intende evitare di incorrere in sanzioni che scatteranno dal prossimo aprile, prevede essenzialmente la revoca dell'obbligo per le imprese di partecipare alle Sagep, la liquidazione di queste ultime o la loro trasformazione in uffici per il lavoro nonché l'abolizione del registro dei lavoratori portuali al quale ad oggi sono iscritti 6.156 lavoratori.
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- L'attuale testo del decreto legislativo prevede che tale trasformazione avvenga nel corso di un periodo di transizione di tre anni in cui i terminalisti sarebbero obbligati a mantenere nel primo anno il 75% del livello di occupazione dei portuali delle Sagep, nel secondo il 50% e il 25% nel terzo anno.
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- Nel corso dell'incontro è stato precisato che lo scopo della riforma, oltre che a rispondere alla pressante richiesta di adeguamento delle norme nazionali da parte dell'UE, è anche di ridurre i costi del lavoro che attualmente rappresentano il 55-56% dei costi totali di movimentazione della merce nei porti spagnoli.

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