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ANITA, no all'ipotesi di introdurre un “pedaggio di corridoio” per ridurre il traffico dei mezzi pesanti sull'asse del Brennero
Oggi a Monaco di Baviera il primo di due vertici per individuare le misure per conseguire questo scopo
8 gennaio 2018
Oggi a Monaco di Baviera è in programma il primo di due vertici per definire le possibili misure per la riduzione del traffico pesante sull'asse del Brennero al quale è prevista la partecipazione dei ministri dei trasporti di Italia, Austria e Germania.
Uno dei temi trattati sarà quello del “pedaggio di corridoio” tra Monaco di Baviera e Verona, misura prevista sia per scoraggiare il transito di quei mezzi pesanti che, pur allungando sensibilmente il loro percorso, scelgono il Brennero perché più conveniente sia per incoraggiare il trasferimento delle merci dalla strada alla rotaia.
L'associazione dell'autotrasporto ANITA ha espresso contrarietà rispetto all'ipotesi di introdurre un “pedaggio di corridoio”: «ridurre il traffico dei mezzi pesanti sull'asse del Brennero aumentando i pedaggi, secondo il modello Svizzero - ha rilevato il presidente dell'associazione, Thomas Baumgartner - non è una soluzione percorribile, perché se tutti i Paesi confinanti seguissero l'esempio della Svizzera in tema di transito di camion, il sistema delle esportazioni italiane rischierebbe il collasso e gli importantissimi mercati di sbocco sarebbero difficilmente raggiungibili. La competitività delle aziende produttrici italiane, inoltre, peggiorerebbe ulteriormente».
ANITA ha ricordato che il 70% delle merci italiane esportate devono attraversare le Alpi e i flussi si concentrano fondamentalmente su tre dei sette possibili passaggi dell'arco alpino: Monte Bianco, Svizzera e Brennero, che sono i più importanti in quanto collegano l'Italia con le regioni europee più produttive e con i maggiori mercati di consumo come la Francia del nord sull'asse Lione - Parigi - Le Havre, il Benelux, l'Inghilterra e la Germania della zona Rhein-Main/Ruhr. L'attraversamento del Brennero inoltre serve anche per le esportazioni verso i Paesi scandinavi, la Germania orientale e, non da ultimo, la ricchissima Baviera. L'associazione ha sottolineato che se è vero che il passaggio del Brennero è il meno costoso dei tre, tuttavia «i pedaggi comunque ripagano lautamente i costi delle rispettive infrastrutture e i bilanci della A22 del Brennero, ma anche della A13 della parte austriaca, dal Brennero fino a Innsbruck - ha evidenziato ANITA - lo dimostrano chiaramente».
«Adeguare i costi degli altri passaggi dell'arco alpino a livello di quelli della Svizzera - ha osservato Baumgartner - sarebbe deleterio per l'economia italiana. Piuttosto che aumentare ancora una volta i costi dell'utilizzo delle infrastrutture autostradali - ha spiegato - occorre che il governo italiano e la UE intervengano sulla Svizzera affinché l'attraversamento del loro territorio diventi meno costoso e più agevole, in modo che non siano gli altri Paesi confinanti a doversi far carico di traffici di transito deviati per ragioni di costo».
«Anche i sistemi di dosaggio utilizzati di recente da parte del Tirolo e di nuovo in programma per l'8 di gennaio - ha proseguito Baumgartner - hanno l'effetto di un incremento dei costi, oltre a spostare il problema ambientale sui Paesi confinanti come la Baviera o l'Alto Adige, che si trovano a fronteggiare lunghi incolonnamenti sulle autostrade a causa della limitazione dei passaggi a 300 camion all'ora imposto dal sistema di dosaggio».
ANITA ha quinti invitato il presidente della Provincia Autonoma di Bolzano «a desistere dal rincorrere il presidente del Tirolo Platter per l'introduzione della cosiddetta “Korridor Maut” da Monaco a Verona, che - ha specificato l'associazione - è nient'altro che un altro balzello artificioso che fa lievitare i costi del sistema produttivo economico europeo».
«I problemi del traffico - ha ribadito Baumgartner - non si risolvono con sempre nuove imposizioni e aumento tariffari, ma con intelligenti investimenti in sistemi telematici e infrastrutturali che permettono di diluire i traffici su tutto l'arco temporale giornaliero e su più passaggi alpini possibili, siano essi stradali che ferroviari, ma senza interventi dirigistici a favore di uno o di un altro sistema. È la parità di trattamento e condizioni di mercato paritetiche che garantiscono il maggiore efficientamento di uno o l'altro sistema o passaggio».
«Speriamo - ha concluso il presidente di ANITA - che il ministro dei trasporti tedesco capisca l'importanza di flussi di merce liberi da vincoli o contingentamenti per la stessa economia della Germania, strettamente collegata non soltanto all'Italia ma, attraverso l'Italia, anche agli altri Paesi del Mediterraneo come la Turchia o la Tunisia».
Al vertice di oggi a Monaco ne seguirà un secondo sullo stesso tema che si terrà il prossimo 15 gennaio a Bolzano.
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