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ANGOPI, plauso alla recente norma che definisce il modello organizzativo degli ormeggiatori
Guidi: è ora definitivamente stabilito che esiste solo un ente rappresentato dalla cooperativa
28 settembre 2018
L'attuale modello organizzativo dei servizi di ormeggio nei porti italiani è saldamente incardinato sulle recenti disposizioni integrative e correttive al decreto legislativo n. 169 del 4 agosto 2016 sulle Autorità Portuali che sono state introdotte con il decreto n 232 del 13 dicembre scorso che, all'articolo 10, introduce modifiche all'articolo 14 della legge n. 84 del 1994. In particolare, il comma 1-quinquies stabilisce che “a seguito dell'esercizio dei poteri del comandante del porto previsti dall'art. 81 del Codice della Navigazione e dall'art. 209 del relativo Regolamento di esecuzione, gli ormeggiatori iscritti nel relativo registro, previa specifica procedura concorsuale, si costituiscono in società cooperativa. Il funzionamento e l'organizzazione di tale società sono soggette alla vigilanza e al controllo del comandante del porto e lo statuto e le sue eventuali modifiche sono approvate dal comandante del porto secondo le direttive emanate in materia dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.”.
Lo ha evidenziato oggi l'ANGOPI, nel corso del convegno sul tema che l'associazione nazionale degli ormeggiatori e barcaioli dei porti italiani ha organizzato a Ravenna. «Resta ora definitivamente stabilito e normativamente codificato - ha spiegato il presidente dell'ANGOPI, Cesare Guidi - che esiste solo un ente rappresentato dalla cooperativa. Un salto di qualità notevole. L'aspetto più significativo sul piano normativo è il fatto che con l'1-quinquies non solo il potere di organizzazione, funzionamento, controllo e vigilanza ma anche la stessa approvazione dello Statuto in capo al comandante del porto consente, senza ombra di dubbio, di qualificare il gruppo come operatore interno alla pubblica amministrazione», consolidando - ha sottolineato Guidi - «la nostra funzione di servizio pubblico, legato sempre più intimamente alla difesa dell'interesse generale e della sicurezza portuale».
Guidi si è inoltre augurato che veda presto la luce anche la modifica del regolamento al Codice della navigazione in corso di predisposizione da parte del Ministero. Intervenendo al convegno Maria Cristina Farina, della Divisione Generale del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, ha assicurato che il regolamento al Codice «è già pronto per uscire dall'ambito ministeriale» e che in sei mesi potrebbe concludersi il suo iter. Dal canto suo, nelle conclusioni del convegno, Patrizia Scarchilli, capo Divisione 2 della Direzione Generale del MIT, ha detto che «quando l'amministrazione vuole essere al fianco degli operatori si muove rapidamente. La stessa rapidità - ha aggiunto - ce la auguriamo oggi per le modifiche del regolamento al Codice». La dirigente del ministero, parlando poi della riforma del sistema portuale del precedente governo, ha spiegato che «la riforma ha bisogno certamente di un tagliando ma questo non deve portare a una rivisitazione in senso negativo del sistema».
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