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Due crisi analoghe, quelle di Tirrenia e Alitalia, anche se un poco asincrone
Uiltrasporti chiede risposte al governo e l'intervento dello Stato
10 giugno 2021
Tirrenia e Alitalia. Due vicende, quelle della compagnia di navigazione e della compagnia aerea, che presentano tali punti in comune da farle quasi coincidere, se non si svolgessero una sul mare e l'altra in cielo. Entrambe compagnie “di bandiera”. Entrambe privatizzate nei primi anni del nuovo millennio. Più annosa e acuta la crisi della compagnia aerea, passata prima alla proprietà privata (2008) rispetto al vettore marittimo (2012). Più recente l'evidenziarsi delle difficoltà dell'azienda navale che hanno indotto alcuni giorni fa la Tirrenia-Compagnia Italiana di Navigazione del gruppo Onorato Armatori a presentare istanza di ammissione al concordato preventivo in continuità. Una recente diacronia nella storia delle due crisi che sembra tornare alla sincronia nell'attuale momento, in cui ci si interroga pressantemente sul futuro di entrambe.
Un futuro che desta preoccupazione. Timori a cui più volte hanno dato voce i sindacati. A rinnovare l'allarme è oggi la Uiltrasporti: «la vicenda giudiziaria in cui è coinvolto il gruppo Onorato con il dissesto finanziario della Compagnia Italiana di Navigazione che dieci anni fa ha acquistato dallo Stato le navi e le rotte di Tirrenia - hanno osservato il segretario generale e il segretario nazionale per il trasporto marittimo dell'organizzazione sindacale, Claudio Tarlazzi e Paolo Fantappiè - rappresenta, a nostro parere, l'evidenza del fallimento della teoria basata sul principio che sia sufficiente ricorrere alle privatizzazioni per realizzare gestioni sane. Questo per noi non significa che si debba tornare necessariamente allo Stato “imprenditore” in senso generale, ma lo Stato, soprattutto per quanto riguarda i servizi con onere pubblico, come quelli della continuità territoriale con le isole, avrebbe dovuto monitorare, vigilare ed intervenire senza aspettare questo disastro. Quello che in parte è emerso con particolare virulenza in questi mesi - hanno sottolineato Tarlazzi e Fantappiè - la Uiltrasporti lo denunciò pubblicamente diversi anni fa ma, governo di allora compreso, nessuno è intervenuto».
«Al di là di come si concluderà questa vertenza infinita - hanno rilevato i due rappresentanti di Uiltrasporti - tutti i lavoratori e i dipendenti devono essere salvaguardati e tutelati e non condannati ad un oblio che li costringerebbe a perdere il posto di lavoro e quindi la retribuzione. Il governo - hanno precisato - non può chiamarsi fuori perché la problematica non riguarda solo il futuro della società bensì riguarda l'intero progetto messo in atto dallo Stato per la continuità territoriale. Serve pertanto un intervento dello Stato affinché sia garantita la mobilità delle persone, del nostro Paese così come il turismo, perché l'Italia ha bisogno di ripristinare gli asset strategici per la sua ripresa e ricostruzione. Lo Stato - hanno aggiunto Tarlazzi e Fantappiè - è intervenuto dopo il crollo del ponte Morandi su Aspi, su Ilva e su Alitalia seppur ancora non ci sia la soluzione. Altrettanto la vertenza Tirrenia-CIN necessità di attenzione e di impegno politico».
Lo Stato - hanno ricordato i due sindacalisti - è intervenuto su Alitalia, ma ciò, al momento, non ha comunque sopito le preoccupazioni per il futuro della compagnia. Nei mesi scorsi, infatti, è stato dato il via alla costituzione della nuova compagnia Italia Trasporto Aereo (ITA) in cui dovrebbero confluire parte delle attività di Alitalia. In attesa di questo passo, intanto, Alitalia è giunta ormai a non essere in grado di versare l'intero importo dello stipendio ai propri dipendenti. «Il governo - hanno denunciato Tarlazzi e il segretario nazionale per il trasporto aereo Ivan Viglietti - continua a deludere ed eludere il confronto con il sindacato e le notizie di stampa rappresentano uno scenario ogni giorno più preoccupante. Questo mentre il mercato sta ripartendo e l'aggressività dei concorrenti diventa sempre più forte. Come Uiltrasporti siamo molto preoccupati per la sorte dei lavoratori di Alitalia e altrettanto per i lavoratori del trasporto aereo. Ribadiamo da molto tempo - hanno evidenziato - che serve stabilire le condizioni minime per garantire un futuro alla nuova compagnia di bandiera e a tutto il sistema del trasporto aereo. È necessario affrontare il nodo delle asimmetrie competitive che hanno contribuito a generare la crisi dell'intero settore, urge riscrivere regole di concorrenza eque e chiare che siano rispettate da tutti».
Se sono giustificate le preoccupazioni per il futuro dei lavoratori delle due aziende da parte dei sindacati, che chiedono rassicurazioni sulla loro sorte, altrettanto motivati sembrano essere i timori che la crisi dell'Alitalia, pervicacemente procrastinata nel tempo, possa duplicarsi nella crisi della Tirrenia, rendendola altrettanto durevole e assommandola a quella della compagnia aerea. Un'ipotesi tutt'altro che campata in aria dato che l'abbondanza di risorse economiche di cui l'Italia potrà disporre nei prossimi anni (ma di cui dovrà rendere conto) induce già qualcuno a pensare di differire problemi invece indifferibili.
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