Il 2023 si è chiuso negativamente per il porto di Ravenna
con una contrazione complessiva del -6,9% del traffico delle merci
rispetto all'anno precedente, trend di flessione che è
culminato nella più accentuata riduzione del -11,9%
registrata nell'ultimo trimestre quando sono state movimentate 5,82
milioni di tonnellate di carichi rispetto a 6,60 milioni nel periodo
ottobre-dicembre del 2022. Nel quarto trimestre dello scorso anno la
diminuzione è stata generata dalla riduzione delle merci allo
sbarco, ammontate a 4,95 milioni di tonnellate (-14,2%),
parzialmente compensata dalla crescita del +4,5% delle merci
all'imbarco attestatesi a 872mila tonnellate. Inoltre, come nei
trimestri precedenti, l'incremento dei volumi di merci varie non è
stato sufficiente a colmare l'ulteriore rallentamento dei flussi di
rinfuse.
Nel quarto trimestre del 2023 sole le merci varie hanno
totalizzato 2,52 milioni di tonnellate (+8,7%), di cui 550mila
tonnellate di merci in container (+2,9%) realizzate con una
movimentazione di contenitori pari a 52mila teu (+4,3%), 467mila
tonnellate di rotabili (-5,2%) e 1,50 milioni di tonnellate di altre
merci varie (+16,4%). Le rinfuse solide, con un totale di 2,16
milioni di tonnellate, hanno segnato una diminuzione del -28,7%
generata dalla contrazione di volumi di minerali e materiali da
costruzione (744mila tonnellate, -40,0%), di cereali (558mila
tonnellate, -37,9%), di derrate alimentari, mangimi e oleaginosi
(408mila tonnellate, -7,0%), di prodotti chimici (20mila tonnellate,
+109,7%) e delle altre rinfuse secche (349mila tonnellate, -16,2%),
con la sola crescita dei prodotti metallurgici (49mila tonnellate,
+113,3%) e del carbone (34mila tonnellate, +563,3%). Nel comparto
delle rinfuse liquide, che ha visto la movimentazione complessiva di
1,14 milioni di tonnellate (-9,2%), sono cresciuti i volumi di
petrolio grezzo (36mila tonnellate, +40,4%), di prodotti petroliferi
raffinati (526mila tonnellate, +0,2%) e di prodotti petroliferi,
gassosi, liquefatti o compressi e di gas naturale (120mila
tonnellate, +0,1%), mentre sono calati quelli di prodotti chimici
(219mila tonnellate, -23,6%) e delle altre rinfuse liquide (240mila
tonnellate, -20,0%). Nel segmento delle crociere i passeggeri sono
stati 57mila (+34,5%), numero record per questo periodo dell'anno.
Nell'intero 2023 il traffico complessivo delle merci è
stato di 25,50 milioni di tonnellate, con una flessione del -6,9%
sull'anno precedente, di cui 22,11 milioni di tonnellate (-7,5%) e
3,39 milioni di tonnellate (-2,7%). Nel solo settore delle merci il
dato globale è stato di 10,83 milioni di tonnellate (+0,5%),
incluse 2,35 milioni di tonnellate di carichi containerizzati
(-2,9%) totalizzati movimentando 217mila teu (-5,0%), 1,87 milioni
di tonnellate di rotabili (+2,6%) e 6,61 milioni di tonnellate di
altre merci varie (+1,1%). In calo le rinfuse: i carichi solidi
hanno totalizzato 10,07 milioni di tonnellate (-14,1%) e quelli
liquidi 4,60 milioni di tonnellate (-5,8%). Nel comparto delle
crociere è stato registrato il nuovo record storico con
331mila passeggeri (+71,4%), di cui 281mila allo sbarco/imbarco
(+81,8%) e 49mila in transito (+29,2%).
L'Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centro
Settentrionale ha ricordato, tra i fattori che hanno influito
negativamente sulla dinamica dei traffici nel corso del 2023, il
perdurante effetto della guerra in Ucraina che nel 2022 e nel 2023
ha determinato la perdita di 1,69 milioni di tonnellate di carichi
dall'Ucraina, il -58,3% in meno rispetto al 2021. Ravenna - ha
specificato l'ente - è da sempre, infatti, il porto di
riferimento dei Paesi che si affacciano sul Mar Nero e, in
particolare, dell'Ucraina, da cui storicamente provenivano grossi
quantitativi di materie prime per l'industria ceramica e di prodotti
metallurigici, oltre a cereali, farine e oli vegetali. Il distretto
ceramico di Sassuolo è quello che più ne ha risentito,
con un'importazione di materie prime dall'Ucraina praticamente
azzerata e la necessità di ricercare nuove fonti di
approvvigionamento alternative. Stessa sorte anche per i prodotti
metallurgici. Inoltre lo scorso anno un impatto negativo è
stato causato anche dall'alluvione a Ravenna e nei territori
circostanti, con piogge persistenti, allagamenti, straripamenti e
frane dal 2 al 17 maggio che hanno determinato pesanti danni alle
imprese, interruzioni alle infrastrutture di collegamento stradali e
ferroviarie, come pure disagi al lavoro portuale per i dipendenti
alluvionati e la necessità di tutelare la sicurezza nei
giorni di maggiore criticità, interrompendo le operazioni di
sbarco/imbarco.
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