- L'ultima analisi economico-finanziaria sulle performance operative ed economiche delle principali compagnie di navigazione containerizzate mondiali elaborata dal Centro Studi di Fedespedi, la federazione delle case di spedizione italiane, è incentrata sui risultati conseguiti da queste aziende nel 2019 e sul confronto con l'esercizio annuale precedente, ma prende in esame anche l'andamento degli indicatori economici del primo semestre del 2020 di sei delle dieci società di navigazione considerate, estensione dell'indagine - ha spiegato il Centro Studi - ritenuta opportuna per monitorare l'andamento del settore dello shipping in un momento particolarmente difficile per l'economia internazionale pesantemente condizionata dal Covid-19. Utile - aggiungiamo noi - anche a cercare - come hanno fatto il nostro giornale ed altri osservatori - ad individuare i motivi che hanno consentito a queste compagnie di registrare performance inaspettatamente più che positive durante il periodo di crisi ( del 4, 7 e 14 settembre 2020).
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- Relativamente allo scorso anno, l'analisi del Centro Studi di Fedespedi evidenzia che, dopo un 2018 con risultati in chiaro e scuro, il 2019 è stato un anno nel complesso positivo con buoni livelli della redditività operativa (ROS), con l'eccezione delle compagnie HMM e Yang Ming. Il rapporto d'indebitamento bancario - osserva l'analisi - è per alcune società elevato, con debiti finanziari totali (banche, leasing, ecc.) nettamente superiori al capitale proprio. Inoltre le aziende del settore avevano mediamente una “cassa” elevata, anche se non sempre adeguata al volume delle passività a breve, e i livelli della redditività operativa (debiti finanziari a breve e M-L/EBITDA) non sempre sembravano in linea con gli impegni finanziari assunti, collocandosi in alcuni casi su valori molto elevati (ad esempio per Evergreen, COSCO, Yang Ming, ecc.).
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- Quanto all'andamento nel primo semestre del 2020, l'analisi della federazione degli spedizionieri italiani rileva che «se il 2019 può essere giudicato un anno nell'insieme abbastanza positivo per lo shipping, la stessa cosa non si può dire naturalmente per l'anno in corso. La crisi internazionale indotta dal Covid-19 - si sottolinea - si è riflessa infatti pesantemente sui volumi trasportati, che nel periodo gennaio-giugno hanno visto una flessione complessiva del -6,8%». Il Centro Studi di Fedespedi spiega che «i grandi carrier internazionali hanno affrontato la grave crisi economica in atto agendo soprattutto, attraverso le blank sailing, sulla leva dell'offerta di stiva. Parametrando con grande accuratezza l'offerta di stiva, con l'andamento della domanda di trasporto - si chiarisce - sono riusciti a mantenere un livello soddisfacente dei noli. Infatti, nonostante la netta riduzione del trasportato, dopo la flessione dei primi mesi, i noli sono risaliti in modo deciso, recuperando, se non superando i valori pre-pandemia».
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- «La strategia messa in atto dai carrier - conclude l'analisi - si è sostanziata nel positivo andamento dei risultati di bilancio per il primo semestre dell'anno in corso, nonostante la netta flessione dei volumi trasportati. I fattori che maggiormente hanno inciso sono: la riduzione del costo del bunker (almeno nella prima parte dell'anno), una gestione più efficiente delle navi e, più in generale, una grande attenzione al contenimento dei costi; un andamento positivo dei noli, anche rispetto all'andamento del carburante. Come sottolineato nella semestrale di Hapag Lloyd: “despite a declining transport volume, EBITDA increased … due to the general time lag in passing on bunker costs, the ratio between freight rates and bunker prices was temporarily favourable in the second quarter, in contrast to the previous quarter”; per alcune società (es. Maersk, CMA-CGM) i risultati sono anche la conseguenza della riorganizzazione delle società stesse e dei loro modelli di business».
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