| AMRIE
| Honorary President
Commissioner Bangemann
| |
THE | ALLIANCE OF
MARITIME
REGIONAL
INTERESTS IN
EUROPE
| | L'ALLIANCE DES INTERETS MARITIMES
REGIONAUX EN EUROPE
AMRIE GENOA OFFICE
Villa Rosazza
Piazza Dinegro 3,
16126 - Genova - ITALY
Tel: +39.10.254.1075/248.9806
Fax: +39.10.246.3484
|
NOTE DI SINTESI DEL GRUPPO DI LAVORO SUL
«LIBRO BIANCO SULLE INFRASTRUTTURE»
"Fair Payment for Infrastructure Use: A phased approach
to a common transport
infrastructure charging framework in EU"
Summary
- Il Gruppo di Lavoro sul "Libro Bianco" delle infrastrutture
è stato costituito con gli obiettivi di definire una posizione
e commenti comuni, dal punto di vista operativo, tra una serie
di soggetti che hanno interessi diversi e permettere ai membri
AMRIE di proporre un documento di sintesi agli organismi di rappresentanza
"settoriale";
- il Libro Bianco costituisce il più recente tra i pronunciamenti
della Commissione Europea (rispetto ai quali sarebbe opportuno
valutarne il grado di coerenza) sul tema della fissazione delle
tariffe per l'utilizzo delle infrastrutture e presenta un rilevante
valore strategico per l'ampiezza e la complessità del tema
trattato;
- il principio "chi usa paga", garantito dall'applicazione
della tariffa al costo marginale sociale (Cmgs) se, a livello
complessivo, aumenta l'efficienza nell'utilizzo delle infrastrutture,
deve essere considerato con più attenzione rispetto alle
differenze tra i singoli modi di trasporto, tra le singole aree
geo-economiche e politiche, con l'obiettivo di evitare situazioni
distorsive della concorrenza;
- occorre considerare con maggiore attenzione le implicazioni
politiche che scaturiscono dalla fissazione di principi che, considerati
nella loro generalità, investono un contesto europeo caratterizzato
da forti squilibri e differenze organizzative, istituzionali,
gestionali che non possono essere ignorate;
- si auspica, come conseguenza del punto 4, la fissazione di
regole di "trasparenza" nella costruzione e nella contabilizzazione
della tariffa;
- una delle componenti del Cmgs, rappresentata dai costi di
congestione, andrebbe attentamente valutata in quanto cruciale
nel recupero dei costi (anche fissi) associati all'opera: il maggiore
o minore utilizzo, infatti, dipende da fattori anche esogeni alla
volontà del soggetto investitore (fattori "ambientali",
politici, geomorfologici);
- tra le questioni aperte particolare attenzione merita il caso
della separazione tra soggetto investitore e soggetto gestore
nella ripartizione e computo della tariffa;
- l'effetto delle economie di scala e dell'indivisibilità
dei fattori che le determinano di per se non sembra generare una
situazione di equilibrio (modalità in surplus e altre in
deficit) che non sia anche distorsiva della concorrenza.
*******
1. Introduzione
Il Gruppo di Lavoro sul "Libro Bianco" sulle infrastrutture
è stato costituito con gli obiettivi di:
- definire una posizione e commenti comuni, dal punto di vista
operativo, tra una serie di soggetti che hanno interessi diversi
e permettere ai membri AMRIE di proporre un documento di sintesi
agli organismi di rappresentanza "settoriale";
- fare un lavoro propedeutico rispetto ad un'azione di divulgazione
che AMRIE potrebbe svolgere nei confronti di una molteplicità
di soggetti che, a vario titolo, sono coinvolti nella futura applicazione
dei principi fissati nel documento della Commissione (Istituzioni,
Enti pubblici e privati, imprese, utilizzatori finali, ecc.).
Il Libro Bianco infatti, pur non producendo gli effetti di un
dettato normativo, costituisce un momento preliminare rispetto
alla definizione di una politica comunitaria che potrebbe determinare
forti ripercussioni sulle politiche di investimento pubblico e
privato nelle infrastrutture, all'interno dei singoli stati membri.
2. Aspetti generali
Il Libro Bianco costituisce il più recente pronunciamento
della Commissione Europea sul tema della fissazione delle tariffe
per l'utilizzo delle infrastrutture. Nonostante la sinteticità
che caratterizza il Libro Bianco, rispetto ad un argomento che
è molto vasto sotto il profilo teorico e che considera
"orizzontalmente" il sistema del trasporto, esso rappresenta
un approfondimento di questioni che, seppure da punti di vista
diversi, sono già state affrontate nei seguenti documenti
comunitari:
- "The future development of the common transport policy
- A global approach to the construction of a Community framework
for sustainable mobility" - COM (92) 494 def.;
- "Towards fair and efficient pricing in transport - Policy
options for internalising the external costs of transport in the
European Union" il cui contenuto affronta le questioni legate
alle esternalità negative derivanti dalle realizzazioni
infrastrutturali (costi della congestione, degli incidenti, dell'inquinamento
ambientale e del rumore) - COM (95) 691 def.;
- "Green paper on ports and maritime infrastructure"
nel quale l'argomento della tariffazione e dei relativi criteri
trova una maggiore sistematizzazione per il settore portuale -
COM (97) 678 def..
I documenti sopra citati hanno in comune la discussione sul tema
delle infrastrutture, in parte per la rilevanza che esse assumono
nel "governo" degli scambi economici e dell'attività
dei singoli paesi membri, ma soprattutto per il preponderante
intervento del soggetto pubblico in fase di realizzazione e di
finanziamento.
Gli effetti dell'eventuale applicazione dei principi fissati nel
Libro Bianco, nei documenti precedenti e negli altri strumenti
della Commissione Europea, devono essere valutati sulla base del
grado di coerenza esistente tra gli stessi, sia sotto il profilo
tecnico-economico, sia sotto quello politico. Questa duplice valenza
risulta essenziale nel momento in cui, pur nelle tappe (paragrafo
4 pag. 13) previste dal documento (tre fasi dal 1998 al
2004), ciascuno Stato membro dovrà definire i vincoli e
le opportunità dei criteri decisi dalla Commissione, che,
se uniformemente validi ed accettabili dal punto di vista teorico,
produrranno conseguenze diverse all'interno dei singoli contesti
politici (a livelli di Stati così come di macro regioni
economiche).
Il documento presenta un rilevante valore strategico nel medio-lungo
termine e, partendo dal presupposto che l'UE viene considerata
come un unico "spazio" (transport system as a whole
- paragrafo 3.4 (d) pg.6),
la Commissione affronta alcuni punti chiave che possono sinteticamente
essere riassunti come segue:
- la valorizzazione del concetto di costo marginale sociale
(Cmgs) come base per la tariffazione (pag.
8 e 9 - riquadri), pur nella considerazione delle specificità
politiche, organizzative, economiche e sociali che caratterizzano
gli stati membri e che possono implicare tempi e modalità
di applicazione parzialmente diverse;
- la necessità di fissare criteri omogenei per gli stati
membri in modo tale che non risultino o permangano situazioni
distorsive della concorrenza e che si producano benefici nei confronti
della collettività;
- l'introduzione del principio "chi usa paga" (paragrafo
3.4 (a) pg. 8) che dovrebbe portare ad un utilizzo
più efficiente delle infrastrutture (vale solo per le realizzazioni
future e non per quelle già cedute in concessione) nonché
ad un lento passaggio verso modalità a minore impatto "sociale";
- la questione aperta dei metodi di finanziamento dell'infrastruttura
- di cui il Libro Bianco non si occupa - e la precisazione sul
tema dei principi della libera concorrenza (no agli aiuti di stato)
(paragrafo 3.12 pag. 10).
In generale, anche s richiamato più volte nel testo, è
importante sottolineare che la configurazione e l'organizzazione
del trasporto nei singoli paesi deve essere colta nelle sue specificità
in modo da non generare delle penalizzazioni rispetto ai diversi
modi di trasporto e per alcune aree. A questo proposito, dal momento
che il generale principio del prezzo fissato al Cmgs sembra poter
garantire la copertura dei costi generati dell'intero sistema,
resta il problema che, all'interno di esso, alcuni modi di trasporto
generano un surplus di entrate mentre altri risultano in deficit
proponendo situazioni distorsive della concorrenza (Allegato
III). La determinazione delle tariffe e l'effettiva
applicabilità delle stesse dipenderà poi dalla precisa
determinazione delle singole componenti per ciascun modo di trasporto.
Da quanto detto emerge con sufficiente chiarezza che i dibattiti
aperti dal Libro Bianco possono assumere una duplice natura: da
un lato è necessario approfondire gli aspetti tecnici legati
alla formazione delle tariffe per le infrastrutture rispetto alle
singole modalità di trasporto, con l'obiettivo di precisare
i "vincoli" e le disomogeneità di applicazione;
dall'altro occorre considerare con maggiore attenzione le implicazioni
politiche che scaturiscono dalla fissazione di principi che, considerati
nella loro generalità, investono un contesto europeo caratterizzato
da forti squilibri e differenze organizzative, istituzionali,
gestionali che non possono essere ignorate.
Considerando che i temi affrontati dal Libro Bianco, nelle loro
implicazioni sui singoli settori del trasporto, sono molteplici
e in alcuni casi complessi sotto il profilo teorico, la scelta
del Gruppo di Lavoro è stata quella di porre l'attenzione
su alcune questioni di carattere tecnico che, tuttavia, presentano
una valenza teorica più generale.
3. Questioni aperte
I punti che, a giudizio del Gruppo di Lavoro, presentano le maggiori
criticità sono di seguito elencati.
- Il Costo Marginale Sociale e i costi di congestione
La tariffazione al Cmgs permette il recupero dei costi delle
esternalità negative (inquinamento, congestione, incidenti,
ecc.) causate dall'infrastrutture e, innalzando il costo marginale
attraverso la componente della congestione, determina, anche se
non in tutti i casi, la copertura dei costi fissi di realizzazione
dell'opera.
Una delle spiegazioni del fatto che l'applicazione del principio
non riuscirebbe sempre a soddisfare l'obiettivo dell'utilizzo
efficiente dell'infrastruttura discende, ad esempio, dal peso
attribuito ai suddetti costi di congestione che, aumentando con
l'uso degli utenti (quando la rete si avvicina alla saturazione),
sarebbero la sola componente atta a coprire anche i costi fissi.
I criteri di calcolo dei costi in esame diventano cruciali, non
solo all'interno del singolo segmento del trasporto, che
può essere più o meno condizionato, nel suo sviluppo,
da vincoli geo-morfologici o ambientali, ma anche tra i diversi
modi che sono interessati in misura differente dal fenomeno
della congestione (si pensi al confronto tra strada e mare o tra
ferrovia e terminali).
In realtà le "voci" del costo marginale sociale
(correlate ai costi variabili associati alla costruzione dell'infrastruttura)
comprendono, oltre ai definiti costi operativi (energia, lavoro,
ecc.) e di manutenzione, i costi ambientali e quelli relativi
agli incidenti. Anche in questo caso, così come per il
fenomeno della congestione che, in effetti, risulta essere più
legato alla scala e alla capacità della "rete",
si presenta il problema di strutturare dei criteri che rendano
l'applicazione del principio il più possibile omogeneo
e non distorsivo della concorrenza.
L'obiettivo di efficienza del sistema nel suo complesso sarebbe
poi garantito da effetti distributivi che, tuttavia, non sempre
si realizzano, soprattutto quando la domanda di trasporto presenta
una scarsa elasticità al prezzo (si consideri il classico
esempio del pendolare che, a fronte della crescita del prezzo
non riduce l'uso del servizio, indipendentemente dal livello di
reddito).
L'altro principio secondo il quale il criterio del Cmgs si applicherebbe
solo alle nuove realizzazioni (paragrafo
3.2 pg. 6) non risolve i problemi di cui sopra perché,
anche se agevola la decisione "più efficiente",
l'opera infrastrutturale può doversi inserire in un contesto
di "rete" preesistente che ne vincola le caratteristiche,
la realizzabilità e le condizioni di utilizzo.
In conclusione il Cmgs può comportare delle implicazioni
non del tutto omogenee, in relazione al fatto che la qualificazione
e quantificazione di tale criterio deriva da "culture"
che differiscono; ciò vale, in particolare, anche nella
fase dell'analisi costi-benefici che variano rispetto alle sensibilità
politiche presenti nei vari paesi.
- Separazione tra soggetto investitore e soggetto gestore
Rispetto all'applicazione del principio del Cmgs si presenta
ancora il problema della coincidenza o meno tra il soggetto investitore
(proprietario) dell'opera e quello gestore (quando non coincide
con l'utilizzatore finale).
Il caso ipotizzato (già in essere nel settore portuale)
può essere schematizzato come segue:
Come si evince dallo schema, posto che sarebbe necessario fissare
a priori comuni regole di "trasparenza", compito questo
estremamente gravoso a motivo delle differenze politiche, istituzionali
e organizzative che si registrano nei diversi paesi membri, occorre
determinare la "composizione" delle tariffe indicate.
Nel caso della tariffa 1 (pagata dal gestore all'investitore/realizzatore)
essa dovrebbe ripagare l'investimento (al costo medio dell'opera).
La tariffa 2 è quella pagata dall'utente finale al concessionario
per il servizio reso.
I dubbi che sorgono dall'esame di questa situazione sono:
- la possibilità di separare (anche solo dal punto di vista
contabile) l'onere per la realizzazione dell'infrastruttura dalla
componente relativa alla prestazione di eventuali servizi resi
dal gestore e dalla componente dei costi sociali da rimborsare
"alla collettività" attraverso il soggetto pubblico;
- la "partecipazione" del cliente finale al pagamento
dei costi sociali (eventualmente scaricati sulla tariffa 2).
La trasparenza sopra accennata dovrebbe evitare una doppia contabilizzazione
dei costi ed un'equa ripartizione degli stessi sui diversi soggetti
coinvolti nel progetto (realizzatore, gestore, utilizzatore).
Un'altra questione su cui riflettere potrebbe essere quella relativa
all'orizzonte temporale (su cui si determinano l'ammortamento,
la concessione, ecc.) sul quale basarsi per fissare il "ritorno"
dell'esborso finanziario necessario alla costruzione dell'opera,
tenendo anche in considerazione il fatto che, nel caso dei beni
demaniali, essi ritornano di proprietà del soggetto pubblico
alla scadenza (al valore "commerciale"). Il criterio
del Cmgs di breve periodo, se considerato nel lungo periodo, dà
concretezza al problema appena accennato e meriterebbe di essere
attentamente valutato.
- Economie di scala e indivisibilità
Il problema delle economie di scala legate alle infrastrutture
e, in particolare, dell'indivisibilità dei fattori che
le determinano (la capacità produttiva non può essere
incrementata per gradi in corrispondenza alla crescita dei traffici)
implica due effetti:
- 1. la scala riduce i costi medi per unità prodotta (quando
l'opera è sfruttata in modo efficiente);
- 1.b se l'indivisibilità di scala è legata a flussi
di utilizzo che non saturano la capacità (Cmg al di sotto
dei Cme) allora esiste la possibilità che l'applicazione
del criterio del Cmgs non permetta il recupero di tutti i costi.
Dalla simultanea considerazione dei due punti emergono questioni
da chiarire relativamente ai singoli modi di trasporto e alle
specificità delle aree in cui le opere devono essere realizzate.
Occorre considerare che, quando ci si riferisce alle economie
di scala, non si intendono solo quelle tecnologiche ma anche,
e soprattutto, quelle legate al processo decisionale e burocratico
che precede il momento realizzativo. La lunghezza dei tempi di
tale processo e i "costi" diretti e indiretti ad esso
associati rendono indispensabile lo sfruttamento di economie di
"gestione" destinate a ripartire tali costi su opere
di più ampio respiro (reti invece di singole realizzazioni).
In aggiunta, nell'Allegato 3 del Libro Bianco si configura un'ulteriore
situazione nella quale, laddove le economie di scala non possano
essere sfruttate o l'area (rete) interessata si caratterizzi per
limiti "fisici" o "di tratta" (zone densamente
popolate o bassi livelli teorici di capacità), l'applicazione
del criterio dei Cmgs porterebbe alla conseguenza opposta di un
recupero più che proporzionale di tutti i costi dell'opera.
- Il Libro Bianco, l'area mediterranea e le regioni periferiche
In conclusione, il Gruppo di Lavoro, che esprime il punto
di vista dei soci di AMRIE, ritiene opportuna una riflessione
sul tema dell'impatto che produrrà l'applicazione del principio
(Cmgs) sui sistemi e sulle reti di trasporto dei Paesi dell'area
gravitante sul Mediterraneo.
La questione andrebbe analizzata sulla base di due distinte prospettive:
- - le specificità dei paesi mediterranei facenti parte della
Comunità;
- - i progetti infrastrutturali in corso di realizzazione o da realizzare
nel futuro nei paesi terzi del Mediterraneo.
In entrambi i casi l'auspicio è quello di un approccio
orientato alla progettazione di una "rete" quanto più
possibile coordinata ed efficiente (sia terrestre, sia marittimo-portuale)
il cui eventuale maggior costo, secondo l'applicazione del principio
"chi usa paga", si scaricherebbe sull'utente finale.
Il diverso grado di sviluppo che caratterizza le aree considerate,
dovrebbe essere attentamente valutato nel rispetto del principio
di coesione. In particolare, l'equilibrio globale del sistema
implicherebbe una ridistribuzione degli oneri in ragione della
minore o maggiore utilizzazione dell'infrastruttura il che mette
in dubbio l'effettiva praticabilità del principio con riferimento
ai paesi terzi o a quelli dell'Unione Europea che si caratterizzano
per una maggiore criticità (limiti fisici o geo-morfologici).
|