ASSOCIAZIONE AGENTI RACCOMANDATARI
MEDIATORI MARITTIMI AGENTI AEREI
GENOVA
RELAZIONE DEL PRESIDENTE
ANTONIO COSULICH
ALL'ASSEMBLEA DEI SOCI
Genova, 2 Aprile 1998
Signore e Signori buon giorno,
Vi ringrazio per essere venuti alla nostra
Assemblea, un particolare ringraziamento alla Camera di Commercio
che ci ospita, e il Suo Presidente, che è qui con noi;
oggi parlerò, in questa mia relazione, dei seguenti argomenti:
- Brokers
- Traffico crocieristico
- Porto - traffici e organizzazione del lavoro
- Comitato Utenti e Operatori
- Rapporti esterni
- Lavoro dell'associazione
BROKERS
A differenza di quanto accadde nel 1996, anno
particolarmente difficile per tutti i settori dello shipping,
per il 1997 è meglio analizzare i tre principali settori,
dry cargo, tanker e container, separatamente.
Il mercato del dry cargo, dopo una certa
ripresa nei primi mesi dell'anno, ha visto crollare gli indici
in primavera con una tendenza al ribasso già conosciuta
nel 1996.
Le "Capesize" hanno sofferto di meno
delle "Panamax" e delle "Handysize" che hanno
subito un ribassamento delle rate superiore al 15%.
Purtroppo, contrariamente alle previsioni ottimistiche
di ripresa per il 1998, la recente crisi dei mercati Orientali
ha contribuito ad un ulteriore peggioramento delle rate a fronte
di una ridotta richiesta di tonnellaggio dovuta ad un forte calo
delle vendite verso questi Paesi.
Un po' più di ottimismo viene dai dati
sulla demolizione, incentivata anche dall'entrata in vigore a
breve di più rigide norme di controllo da parte dei Club
e dell'International Safety Management Code (I.S.M.), fattore
che costringerà gli armatori ad investire solo su navi
più recenti.
Il mercato cisterniero ha avuto invece
un anno brillante, dopo l'intervallo che ne aveva interrotto l'ascesa
negli anni precedenti a causa soprattutto dell'eccessivo incremento
della flotta negli anni 92-93; è stato caratterizzato da
noli sostenuti in tutti i settori ed in particolare in quello
del greggio. Le VLCC hanno raggiunto livelli ai quali non si era
abituati da tempo (W.S. 100 per oltre tre mesi dell'anno), le
navi da un milione di barili (150.000 dwt) hanno ottenuto livelli
meno eclatanti, ma sempre interessanti e per periodi più
lunghi; infine le "Aframax", pur non raggiungendo picchi
eccezionali, hanno goduto di un mercato con rate costanti e più
che accettabili.
Il settore dei prodotti è stato più
nervoso e quindi meno costante nelle rate e dopo un ragionevole
periodo nei primi 8-9 mesi ha subito una flessione dei noli tuttora
in corso.
Questo diffuso ottimismo ha molto vivacizzato
il mercato della compra vendita di cisterne, mentre, per il tonnellaggio
di carico secco, è rimasto invece abbastanza stagnante.
Per le navi porta contenitori, il grosso
ostacolo ad una reale ripresa del mercato resta l'enorme mole
di nuove costruzioni che stanno per essere consegnate, pari a
circa il 25% della flotta esistente.
I margini sono calati del 25-30% rispetto ai
risultati ottenuti alcuni anni or sono e le previsioni per il
98 non sono ottimistiche. Se la domanda del mercato e la crescita
economica e dei traffici non riuscirà ad assorbire almeno
l'ingresso delle new building del 97 e del 98, sarà indubbiamente
necessario riesaminare il valore di queste navi, valore che non
è al momento sceso in proporzione al calo delle rate di
nolo.
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TRAFFICO CROCIERISTICO
Le crociere sono in forte evoluzione, un'evoluzione
tumultuosa, forse disordinata, ma estremamente vitale.
Il mercato europeo sta svelando tutte le sue
potenzialità che ne fanno il probabile obiettivo focale
per il prossimo decennio.
A fronte di una popolazione più numerosa
di quella degli USA e dotata di livelli di reddito molto simili,
i croceristi europei sono solo una frazione di quelli americani.
Il mercato potenziale è, quindi, immenso e le multinazionali
del "Cruise business" stanno affilando le armi per preparare
una imminente invasione del Mediterraneo con navi modernissime
e di grandi dimensioni.
Si è verificata, nel contempo, una fortissima
spinta alla competitività tra porti, terminalisti e, più
in generale, tra i fornitori di servizi, inclusi noi agenti, innescando
una spirale di ribassi tale da acuire la già fisiologica
propensione allo "shopping" da parte dell'armamento.
La cosa è preoccupante e tutto sommato abbastanza assurda
in quanto siamo in presenza di un fortissimo sviluppo che dovrebbe
garantire sicurezza di lavoro e di espansione per molti operatori.
Numerosi porti mediterranei si stanno attrezzando
e programmano di dotarsi in breve periodo, di strutture di accoglienza,
in qualche caso molto cospicue. I costi, parte per pubblici finanziamenti,
parte per investimenti privati, non paiono presentare al momento
grandi chances di remunerazione del capitale, atteso il progressivo
abbattimento delle tariffe generato dalla forte concorrenza.
Di difficile lettura appaiono certi provvedimenti
in palese controtendenza allo sforzo di concorrenzialità
messo in atto da molti scali italiani, quali la decisione ministeriale
relativa all'assoggettamento alla tassa d'ancoraggio per le navi
con passeggeri in transito o l'aumento del diritto fisso decretato
da talune Autorità Portuali.
Fortunatamente da questi esempi di scarsa sensibilità
commerciale, il porto di Genova ed il suo Terminal Crociere si
sono nettamente dissociati; anzi, dopo la benvenuta abolizione
della tassa speciale sui passeggeri, hanno proseguito nell'opera
di ricalibratura tariffaria volta alla duplice finalità
di riagguantare il traffico perduto negli anni passati e, possibilmente,
di acquisirne di nuovo.
Iniziative, pur lodevoli, quale l'operazione
"Consorzio Genova Crociere", al di là della coreografia
d'uso, rischiano, come sovente accade, di restare al livello degli
esercizi verbali ove le pubbliche amministrazioni partecipanti
non vogliano intendere che l'unico vero patrimonio turistico di
Genova è questo benedetto, enorme e meraviglioso centro
storico, per la cui valorizzazione non servono faraoniche consulenze,
ma pulizia e sicurezza il che, almeno come inizio, sarebbe già
un buon biglietto da visita per far entrare il nostro porto nel
"cruise business" degli anni 2000.
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PORTO - TRAFFICI E ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO
A differenza della relazione dello scorso anno,
credo sia opportuno fare riferimento ad alcuni dati statistici
per trarne qualche spunto di riflessione.
Come è ampiamente noto il porto di Genova
nel corso del 97 ha raggiunto e superato la soglia di 1 milione
di teus, risultato che ha portato lo scalo genovese, escludendo
i porti di transhipment di Algeciras e Gioia Tauro, al primo posto
nel Mediterraneo per questo tipo di traffico.
La cifra raggiunta ha permesso di entrare finalmente
a far parte della graduatoria che comprende i primi 30 porti del
mondo.
Per prendere a prestito un'analogia già
citata è come se il porto di Genova, dopo aver militato
per anni nel "purgatorio" della serie B, avesse finalmente
ottenuto una meritata promozione in serie A e si trovasse quindi
a dover competere con porti (o squadre) di consolidate tradizioni,
infrastrutture e vocazioni commerciali.
Affinché il nostro porto disputi un
dignitoso campionato di serie A, ed eviti una ulteriore retrocessione,
è ora doveroso investire sia nella scelta dei giocatori
sia nella costruzione di una società (ovvero comunità
dello shipping) che abbia spalle forti e soprattutto una chiara
visione del futuro.
Questo mi induce ad alcune riflessioni che
spaziano dal nuovo assetto terminalistico al ruolo dell'Autorità
Portuale ed infine al ruolo che gli agenti marittimi, in modo
particolare, possono svolgere all'interno di questa squadra.
Il primo dato confortante deriva indubbiamente
dalla sempre maggiore attenzione che i principali operatori di
terminals portuali a livello mondiale dedicano al nostro porto.
Tale attenzione è sfociata positivamente nell'investimento
che P&O Ports ha fatto nel Gruppo Investimenti Portuali (SECH)
lo scorso novembre e più recentemente nell'acquisto della
quota di maggioranza della Sinport da parte della Port of Singapore
Authority.
Forti imprenditori stranieri si affiancano
o si sostituiscono agli italiani già presenti in questo
settore, incrementando quindi il livello qualitativo della "rosa"
dei giocatori a disposizione.
Questo per quanto riguarda i contenitori. La
situazione delle merci varie, ancorché in lieve crescita,
non è così brillante. Genova soffre la concorrenza
soprattutto dei porti più piccoli che hanno, negli ultimi
tempi, portato via non poco traffico al nostro porto, praticando
condizioni complessivamente migliori.
La discesa dei volumi del traffico petrolifero,
causata dalla nota chiusura dell'oleodotto, si è arrestata
e la situazione è stabile.
L'Autorità Portuale, pur tra mille difficoltà
e con qualche incertezza, ha cercato sempre più di assumere
il ruolo strategico che le compete.
Adesso ha davanti a sé l'occasione,
direi quasi "storica", per fare in modo che il nostro
porto superi, nel corso dei prossimi anni, quelle carenze e strozzature
infrastrutturali che in questo momento ne possono seriamente pregiudicare
lo sviluppo.
L'occasione del nuovo Piano Regolatore Portuale
che sta nascendo in questi mesi, non dovrebbe quindi essere vista
come una semplice ridefinizione dell'assetto del territorio demaniale,
ma deve diventare un momento di verifica collegiale sull'intero
sistema infrastrutturale, viario e ferroviario, per verificare
limiti e prospettive di reale sviluppo. Sottolineo la parola "collegiale"
perché ritengo che questa collaborazione non debba restringersi
soltanto all'Autorità Portuale ed alla rinnovata Amministrazione
Comunale, ma debba piuttosto diventare un prodotto concepito,
voluto e condiviso dalla comunità dello Shipping genovese,
all'interno della quale la nostra categoria ha storicamente assunto
un ruolo di preminenza.
Passando invece al lavoro portuale, nella relazione
dell'anno scorso esprimevo la mia indignazione per il modo con
cui il Parlamento aveva approvato il noto emendamento all'art.
17 della legge di riforma, che, di fatto, ripristinava la riserva
nella fornitura di mano d'opera alle imprese terminaliste a favore
delle ex compagnie portuali. Speravamo comunque, allora, in una
rapida e seria risoluzione del problema; eravamo ottimisti e siamo
stati delusi.
Da allora è stato un susseguirsi di
ricorsi del Comitato Nazionale di Coordinamento dell'Utenza; di
pronunce da parte della Commissione Europea; di elaborazioni di
nuovi testi da parte del Ministro dei trasporti tendenti a modificare
anche l'articolo 16, che non era mai stato messo in discussione
dalla CEE.
Qualche giorno fa il Ministro ha fatto un bellissimo
discorso a Roma, all'Assemblea dell'Assoporti; un discorso chiaro,
pragmatico e pieno di ottimismo; ottimismo che i fatti che sono
seguiti non confermano.
L'ultimo e recentissimo testo ministeriale
di modifica dei famosi articoli 16 e 17 che, incredibilmente,
ha il placet del Commissario Europeo Van Miert, sembra migliorativo
per quel che riguarda la dilatazione della nozione di operazione
portuale di cui all'articolo 16 (con recupero delle imprese di
servizio) e il formale divieto di cumulo della duplice veste d'impresa
terminalista e di impresa fornitrice di mano d'opera. Peggiorativo
per i vincoli che potrebbero essere posti al rilascio di autorizzazioni
alle imprese di servizio da parte delle autorità portuali
cui spetta l'individuazione dei "servizi ammessi" (che
non sembrano essere tra l'altro assoggettati ad un regime di libera
concorrenza); per l'affidamento ad un'unica impresa del servizio
di fornitura di mano d'opera alle altre imprese in presenza di
picchi di lavoro (impresa che di fatto non può essere che
la compagnia portuale stante l'obbligo di utilizzazione della
relativa mano d'opera); per l'assenza - a proposito della "Agenzia"
di cui all'articolo 17 - di ogni riferimento alla normativa sul
lavoro interinale (in qualche modo prevista dal vecchio testo)
e per la evidente spinta al ripristino di contrattualistiche di
stampo pubblicistico, tipiche del vecchio regime del lavoro portuale
e di istituti (quale quello del salario garantito) del tutto anacronistici.
Il Comitato Nazionale dell'Utenza ha fatto
nuovamente opposizione sostenendo - con ben motivate argomentazioni
che noi condividiamo pienamente - che il testo ministeriale non
appare compatibile con i principi sanciti dalla CEE e dall'Antitrust.
Dovremo seguire con la massima attenzione l'iter
del provvedimento che il Ministro Burlando, con il placet dell'Assoporti
e delle organizzazioni sindacali, intende sottoporre all'approvazione
del Parlamento, e appoggiare gli sforzi del Comitato dell'utenza
per ottenere in sede parlamentare le indispensabili modifiche
attraverso opportuni emendamenti.
Su tutta questa vicenda, purtroppo, comincia
ad emergere la sensazione che tutto questo tira e molla sia fatto
ad arte, per prolungare lo status quo all'infinito, nell'interesse
di coloro ai quali vanno bene le cose come stanno. Chi pensa di
prenderci per stanchezza comunque si sbaglia perché noi,
questa battaglia, la combatteremo fino in fondo.
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COMITATO UTENTI E OPERATORI
La nostra Associazione ha attivamente collaborato
con il Comitato Utenti e Operatori del porto di Genova guidato
con infaticabile impegno e con indubbi risultati dal Dr. Romani
con il quale ci siamo sempre trovati in perfetta sintonia ed al
quale siamo grati per il lavoro svolto. Una sintonia, è
doveroso riconoscerlo, che ha caratterizzato anche i rapporti
(in passato non sempre idilliaci) tra il nostro Comitato e quello
nazionale, che ha trovato nel Dr. Cafaro un eccellente leader
che, come detto, si è battuto con molta energia per contrastare
le manovre governative e del Parlamento.
RAPPORTI ESTERNI
I nostri rapporti con l'Autorità
Portuale sono buoni. Questo non significa che siamo d'accordo
su tutto, anzi, ma che ci parliamo. Abbiamo condotto e stiamo
conducendo una battaglia per far si che le riunioni del Comitato
Portuale non siano una mera occasione formale dove siamo chiamati
a sottoscrivere decisioni già prese (e delle quali, fino
a poco tempo fa, non eravamo nemmeno messi al corrente prima della
riunione stessa), ma un vero organo di governo dell'Autorità
Portuale, dove i rappresentanti dell'utenza abbiano voce in capitolo
nell'elaborazione delle decisioni. La strada è ancora
lunga e dura; la mentalità è ancora quella borbonica
del potere dello Stato, d'altronde è stato così
per tantissimi anni e ci rendiamo conto che non è facile
cambiare modo di pensare dalla sera alla mattina. Il compito delle
Autorità, d'altronde, non ci sembra ancora completamente
definito e questo fatto, chiaramente, non aiuta.
Anche con l'Autorità Marittima i
rapporti sono buoni; abbiamo la sensazione che ci sia una voglia
di cambiamento, una maggior sensibilità, rispetto al passato,
verso quelle che sono le esigenze dell'utenza portuale. Certo,
il punto di partenza è quello che è e i problemi
sul tavolo tanti: si tratta pur sempre di militari con tutte le
rigidità che ne derivano. L'obbiettivo di poter disporre
di un'organizzazione agile, aggiornata ed efficiente è
ancora piuttosto lontano ma, come ho detto, la buona volontà
c'è e, voglio sbilanciarmi, ci sono anche i vertici giusti,
sia qui che a Roma, perché questo processo si acceleri.
Dogane, Finanza
e Polizia. Ancora recentemente abbiamo subito danni a causa
di problemi di organici e di orari. Quando giungerà il
momento in cui potremo smetterla di considerarli come ostacoli
burocratici? Spesso, anzi per fortuna quasi sempre, l'impegno
delle singole persone che lavorano in queste istituzioni, coniugato
con la pazienza e l'inventiva del personale delle agenzie marittime,
riescono a risolvere i problemi quotidiani. So benissimo che questo
problema, in misura maggiore o minore, esiste in tutti i porti
del mondo, ma ciò non toglie che sia frustrante dover devolvere
tante energie e tempo a cose che potrebbero sicuramente essere
fatte in maniera molto più semplice ed efficiente.
La Camera di Commercio ha dimostrato
di avere un'elevata sensibilità verso tutte le problematiche
marittime e portuali di questa città; in altre parole,
la sentiamo al nostro fianco e, ovviamente, di ciò siamo
contenti e grati. Ci auguriamo che non cambi, perché avremo
sicuramente bisogno di un atteggiamento di questo tipo nel futuro,
quando saranno affrontati problemi vitali, quali i piani regolatori,
portuale e cittadino, le vie di comunicazione interne ed altri.
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LAVORO DELL'ASSOCIAZIONE
Attualmente aderiscono alla nostra Associazione
134 aziende che impiegano oltre 1400 persone; una situazione stabile,
rispetto all'anno scorso, sia per numero di aziende sia per numero
di dipendenti.
Ci siamo dedicati molto alla formazione ed
all'addestramento del personale. Il nostro corso, giunto alla
sua venticinquesima edizione, al quale partecipano cinquanta
giovani, è un corso molto serio, corposo e dura otto mesi.
E' molto completo nella sua struttura ed articolazione e contribuisce
ad elevare il livello medio di preparazione del nostro personale,
fondamentale risorsa per le nostre aziende. Il corso è
costantemente sotto osservazione per renderlo sempre più
in linea con le esigenze degli associati e con la forte evoluzione
del modo di lavorare nel nostro settore. E' nostro fermo obbiettivo
migliorarlo e potenziarlo ancora, investendo nuove risorse e affrontando
gli argomenti e le problematiche nuove che si presentano nel nostro
lavoro.
Inoltre, quest'anno abbiamo affiancato al corso
tradizionale un "Corso tecnico nautico in lingua Inglese"
(articolato in dodici lezioni) al quale hanno partecipato una
ventina di dipendenti di aziende associate. E' continuata anche
la collaborazione con la Sogea che proprio recentemente ha completato
un corso (Euroshipping) per 15 giovani diplomati interessati ad
inserirsi nel nostro settore che hanno da breve terminato gli
stages nelle nostre agenzie e che ci auguriamo possano trovare
presto una definitiva collocazione. Sempre con la Sogea si stanno
studiando nuove iniziative, in collaborazione con la Facoltà
di Economia Marittima dei Trasporti, per la realizzazione di brevi
seminari su specifici argomenti di particolare interesse ed attualità.
Stiamo studiando la possibilità di istituire
un corso specifico per brokers; e siccome vorremmo farlo veramente
bene, stiamo valutando la possibilità di giovarci della
collaborazione di chi già da anni, all'estero, ha una buona
esperienza in questo campo.
La nostra Associazione è socia fondatrice
del "Leudo" che si occupa dei rapporti fra la Facoltà
di Economia Marittima e il mondo delle aziende che operano nel
settore marittimo a Genova, con lo scopo di favorire l'inserimento
dei laureati di questa facoltà nel mondo del lavoro. Il
nostro impegno nel Leudo si è concretizzato quest'anno
con l'assegnazione di un contributo ad una neo laureata per la
realizzazione di uno studio sulla "Convenienza economica
del cabotaggio via mare rispetto a quello via terra". Quando
sarà ultimato, fra quattro mesi, sarà a disposizione
degli associati come utile strumento di consultazione e ci auguriamo
costituisca anche un valido contributo alla risoluzione del problema
del cabotaggio che, come sapete, è molto attuale e oggetto
di attenzione particolare da parte del Ministero dei Trasporti
e della Comunità Europea.
Il nostro Gruppo Giovani. Formidabile il successo,
lo scorso settembre, della quarta edizione dello Shipbrokers and
Shipagents Dinner. Sono venuti in 1400 da tutta Italia e da tutto
il mondo. E' stato un evento unico per la città. I nostri
giovani sono già al lavoro per la prossima edizione nel
1999 e pare che ci saranno interessanti novità. Sempre
da parte dei nostri giovani so che sono in progetto stimolanti
iniziative per quanto riguarda la formazione.
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