CONFITARMA Confederazione Italiana Armatori
Sintesi dell'intervento di Paolo Clerici
Presidente della Confederazione Italiana Armatori
alla Conferenza Nazionale dei Trasporti
Roma, 7-8 luglio 1998
Clerici: basta protezionismo, ampliamo il cabotaggio e potenziamo
la navigazione fluviale.
La Confederazione Italiana Armatori, che riunisce gli armatori
privati italiani, rappresenta circa il 90% della flotta nazionale:
un settore ai più sconosciuto e portato all'attenzione
dei mass media solamente in occasione di avvenimenti negativi,
quali scioperi dei traghetti o sinistri marittimi.
La flotta italiana è giovane e tecnologicamente avanzata:
metà della nostra flotta è di età inferiore
a 10 anni ed ¼ inferiore a 5 anni. La media mondiale è
di 19 anni di età.
Questo rinnovamento della flotta ha comportato per l'armamento
privato un impegno finanziario complessivo per il decennio 1990-2000
superiore a 14.000 miliardi, con evidenti effetti positivi sulla
competitività tecnologica e la sicurezza.
Il volume complessivo delle transazioni internazionali relative
al trasporto marittimo di merci e passeggeri è di circa
48.000 miliardi, a fronte di 27.000 miliardi per l'insieme degli
altri sistemi di trasporto.
Mobilità
La mobilità è un diritto dei cittadini ed un dovere
dello Stato che deve attivarsi per garantire la qualità
della vita.
Tutti i sistemi sono compatibili, devono solo essere integrati
il più possibile (sistema logistico): niente guerre di
religione tra i vari sistemi di trasporto.
Monopolio
Causa dell'inadeguatezza del nostro sistema e dell'arretratezza
rispetto agli altri paesi europei. Prima liberalizziamo - con
regole uguali per tutti - e poi sciogliamo i monopoli.
La liberalizzazione comporta un passaggio da una situazione molto
remunerativa e senza rischi per pochi, ad una situazione meno
remunerativa e più rischiosa per molti. Il tutto nell'interesse
dell'utente.
Vivibilità
1,48 milioni di tonnellate, pari al 61% dell'inquinamento marino
da petrolio, provengono da attività terrestri e solo il
12% è imputabile alla navigazione commerciale.
L'industria armatoriale investe più di qualsiasi altra
industria nella sicurezza e nella prevenzione dall'inquinamento:
circa il 20% del costo di una moderna petroliera è rappresentato
da apparecchiature di prevenzione e antinquinamento. Un'ulteriore
percentuale che varia dal 7,5% al 10% del costo di una nuova nave
è investita nello sviluppo di progetti che vadano oltre
le misure standard previste dalle norme internazionali.
A titolo di paragone, si consideri che mediamente l'industria
manifatturiera destina alla pianificazione della sicurezza il
5% degli investimenti e il 2,5% alla protezione ambientale.
Navigazione internazionale
L'istituzione del Registro internazionale di navigazione rappresenta
un punto di svolta per valorizzare la marineria come strumento
strategico di sviluppo industriale ed economico del Paese.
Cabotaggio: liberalizzazione dei traffici con le isole
Il cabotaggio italiano interessa il trasporto di circa 62 milioni
di tonnellate di merci e di circa 40 milioni di passeggeri.
La liberalizzazione del cabotaggio con le isole sarà operativa
dal 1° gennaio 1999, anche se si tratta di una liberalizzazione
parziale dato che la Grecia usufruisce di una deroga fino al 2003.
Di fronte alla prospettiva di una perdita di quote sul mercato
interno si dovrà reagire anche ampliando il mercato di
riferimento favorendo il trasferimento di merci e passeggeri dagli
altri sistemi di trasporto alle navi, accentuando la proiezione
internazionale della nostra navigazione di corto raggio.
Cabotaggio: rapporti pubblico-privato
Laddove il mercato, attraverso la libera concorrenza, è
in grado di soddisfare, sia in termini di qualità che di
prezzo, la domanda di trasporto, non vi è bisogno di uno
Stato gestore.
Lo Stato dovrebbe solamente preoccuparsi di stabilire le regole,
precise e vincolanti, e prevedere pesanti penalità per
chi non dovesse rispettarle. La gestione di tali servizi deve
essere aperta a tutti i soggetti affidabili, tra cui in primis
gli armatori privati. E questo soprattutto nell'interesse degli
utenti.
Porti e traffici
Un trasporto marittimo competitivo ed efficiente risulta però
inutile se non si inserisce in una rete logistica competitiva
ed efficiente, efficacemente collegata con i mercati.
In questo contesto sarebbe auspicabile che la programmazione degli
investimenti per la realizzazione delle opere venisse effettuata
all'interno di un programma organico di sviluppo delle strutture
portuali, evitando il finanziamento a pioggia che disperde risorse
finanziarie, con danno dell'intero sistema marittimo internazionale.
Non meno importante è la gestione dei porti per i quali
deve essere consolidato il processo di riforma garantendo completa
attuazione ai principi della concorrenza e della libertà
di impresa.
Riforma del lavoro portuale
Deve essere a tal fine definitivamente superato ogni aspetto monopolistico
che possa ostacolare l'affermarsi sulle banchine di libere condizioni
di mercato, in modo da rafforzare negli scali marittimi italiani,
la presenza di una pluralità di operatori che compete liberamente
nell'ambito di una rete di infrastrutture e di collegamenti ferroviari
e stradali che rendano i nostri porti pari in efficienza a quelli
nordici, ed il multimodalismo nel trasporto concretamente conveniente
sotto il profilo economico ed efficiente sotto il profilo logistico.
Il costo delle infrastrutture
Per gli altri sistemi di trasporto i costi infrastrutturali sono
in buona misura sostenuti dalla collettività mediante l'intervento
dello Stato oppure mediante sistemi tariffari che scaricano gran
parte di tali costi sul trasporto privato.
Questa situazione crea distorsioni a danno dei sistemi di trasporto,
come la navigazione, che presentano un impatto meno traumatico
sul territorio e sull'ambiente e costi complessivi più
favorevoli, sia in termini di costo unitario della spedizione,
che di consumo energetico ed emissione di inquinanti.
Conclusioni
Potenziamo il nostro sistema di navigazione fluviale, molto più
economico delle autostrade, ed ampliamo il nostro cabotaggio.
Creiamo un sistema di trasporti e di infrastrutture efficienti
per il nostro Paese che possa unire le due sponde del Mediterraneo.
Collaboriamo con gli altri sistemi di trasporto non solo per rendere
efficiente il nostro sistema nazionale dei trasporti ma per riuscire
ad esportare all'estero cominciando dai paesi del Mediterraneo.
Basta protezionismo!
Smettiamola di fare catenaccio, andiamo all'attacco, altrimenti
rischiamo comunque di "perdere ai rigori".
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