Autorità Portuale di Genova
Piano Operativo Triennale 2008-2010
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INDICE
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- Il lavoro portuale
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- Com'è noto, il fattore lavoro rappresenta uno degli
elementi più rilevanti e delicati su cui si basano le
prospettive commerciali di uno scalo marittimo e, nello stesso
tempo, costituisce un fattore produttivo oggetto di molteplici
pressioni dettate dall'evoluzione tecnologica e dagli assetti
organizzativi delle imprese. La stabilità delle relazioni tra
i lavoratori ed i datori di lavoro, la flessibilità
nell'impiego di manodopera, il mantenimento di elevati standard di
sicurezza e di produttività costituiscono un obiettivo comune
ai maggiori scali europei, obiettivo che si intende perseguire
attraverso una rinnovata organizzazione del lavoro orientata, in
prospettiva, verso il parziale e progressivo superamento dei rigidi
schemi di offerta e di impiego della manodopera portuale
storicamente consolidatisi.
-
- Considerata la tradizionale variabilità dei traffici con
cui le imprese portuali si confrontano e la conseguente necessità
di poter disporre, accanto alla manodopera stabilmente impiegata, di
forza lavoro addizionale e temporanea, durante i picchi di attività,
i principali porti europei hanno dato vita ad un sistema di
organizzazione del lavoro che prevede, quale elemento centrale, la
creazione di pool di manodopera in grado di rappresentare una sorta
di “riserva” a cui fare riferimento per le esigenze di
impiego di manodopera su base temporanea.
-
- In un contesto così delineato, si stanno affermando
alcune significative varianti al sistema fino ad oggi vigente e da
tempo consolidatosi presso tutte le principali realtà
portuali europee, varianti motivate dall'esigenza di ridurre quegli
elementi di rigidità ed onerosità che vengono
considerati inadeguati alle esigenze del mercato attuale. Anche
l'organizzazione del lavoro portuale, infatti, allo stesso modo del
modello di governo dei porti, tende a rinnovarsi e a trasformarsi,
seppur molto lentamente, sulla spinta dei movimenti in atto
nell'ambiente competitivo dei porti e della logistica.
-
- Com'è noto, nel porto di Genova, ad oggi, due compagnie
portuali, autorizzate all'esercizio dell'attività di impresa
connessa allo svolgimento di operazioni e servizi portuali, ai sensi
di quanto dispone l'art. 16, l. 84/94, forniscono la manodopera
temporanea ed i servizi alle imprese operanti nelle operazioni di
imbarco e sbarco delle merci, mentre non è stata autorizzata
alcuna impresa la cui attività consista esclusivamente nella
fornitura di lavoro temporaneo ai sensi dell'art. 17, comma 2, né
si è proceduto ad istituire l'agenzia per la fornitura di
lavoro temporaneo prevista dal comma 5 dello stesso articolo.
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- Allo scopo di corrispondere effettivamente alle nuove esigenze
poste dall'economia portuale e dalla logistica, in relazione alle
evoluzioni attese in termini di professionalità,
specializzazione e flessibilità dell'organizzazione del
lavoro portuale in linea con le intenzioni del legislatore,
l'Autorità portuale si pone l'obiettivo di individuare delle
ipotesi di possibile sviluppo dell'organizzazione del lavoro
portuale nello scalo genovese, mettendo al primo posto le esigenze
espresse dal mercato in relazione ai traffici previsti.
-
- Con il fine di trarre alcuni elementi di valutazione, al momento
puramente indicativi, utili a stimolare alcune prime riflessioni che
coinvolgeranno tutte le parti sociali chiamate a dare attuazione
alle disposizioni di legge, si presenta di seguito l'andamento
occupazionale nel porto di Genova con riferimento al rapporto
esistente tra il numero dei lavori diretti e le compagnie, posto a
confronto con i dati di alcuni tra i principali porti europei:
-
- Tabella 24 - Andamento degli occupati diretti(*) e
della compagnie
nel porto di Genova (anni 1995 - 2007)-
Porto di Genova |
N. occupati imprese portuali |
N. occupati compagnie portuali |
Totale |
% incidenza diretti su tot. |
% incidenza compagnie su tot. |
1995 |
1.082 |
698 |
1.780 |
61 |
39 |
1996 |
1.378 |
594 |
1.972 |
70 |
30 |
1997 |
1.423 |
839 |
2.262 |
63 |
37 |
1998 |
1.412 |
1.079 |
2.491 |
57 |
43 |
1999 |
1.511 |
1.069 |
2.580 |
59 |
41 |
2000 |
1.533 |
1.046 |
2.579 |
59 |
41 |
2001 |
1.618 |
1.057 |
2.675 |
60 |
40 |
2002 |
1.752 |
1.008 |
2.760 |
63 |
37 |
2003 |
1.817 |
973 |
2.790 |
65 |
35 |
2004 |
1.870 |
1.104 |
2.974 |
63 |
37 |
2005 |
1.740 |
1.099 |
2.839 |
61 |
39 |
2006 |
1.772 |
1.091 |
2.863 |
62 |
38 |
2007 |
2.033 |
1.125 |
3.158 |
64 |
36 |
Nota: (*) Ai fini di una più
corretta valutazione dell'incidenza delle compagnie sul totale, è
opportuno segnalare che il dato relativo agli occupati delle
imprese portuali include gli addetti amministrativi (circa 40% del
totale) e gli addetti operativi (circa 60% del totale). I dati
relativi al porto di Rotterdam comprendono ugualmente tanto gli
addetti amministrativi quanto quelli operativi, mentre i dati dei
porti di Amburgo e Brema includono solo gli addetti
operativi.
Fonte: Elaborazione su dati Autorità
portuale di Genova |
- Tabella 25 - Andamento degli occupati diretti e della
compagnie
nel porto di Brema (2001 -2007)-
Porto di Brema |
N. occupati imprese portuali |
N. occupati compagnie portuali |
Totale |
% incidenza diretti su tot. |
% incidenza compagnie su tot. |
2001 |
2.087 |
584 |
2.671 |
78 |
22 |
2002 |
2.146 |
583 |
2.729 |
79 |
21 |
2003 |
2.195 |
621 |
2.816 |
78 |
22 |
2004 |
2.280 |
609 |
2.889 |
79 |
21 |
2005 |
2414 |
735 |
3.149 |
77 |
23 |
2006 |
2.624 |
915 |
3.539 |
74 |
26 |
2007 |
2.731 |
1.077 |
3.808 |
72 |
28 |
- Fonte: Elaborazione su dati Autorità
portuale di Brema
-
- Tabella 26 - Andamento degli occupati diretti e della
compagnie
nel porto di Amburgo (2001 - 2007)-
Porto di Amburgo |
N. occupati imprese portuali |
N. occupati compagnie portuali |
Totale |
% incidenza diretti su tot. |
% incidenza compagnie su tot. |
2001 |
3.836 |
903 |
4.739 |
81 |
19 |
2002 |
4.032 |
835 |
4.867 |
83 |
17 |
2003 |
3.889 |
829 |
4.718 |
82 |
18 |
2004 |
4.115 |
861 |
4.976 |
83 |
17 |
2005 |
4.100 |
90l |
5.001 |
82 |
18 |
2006 |
4.203 |
919 |
5.122 |
82 |
l8 |
2007 |
4.376 |
974 |
5.350 |
82 |
18 |
- Fonte: Elaborazione su dati Autorità
portuale di Amburgo
-
- Tabella 27- Andamento degli occupati diretti e della
compagnie
nel porto di Rotterdam (2001 - 2007)-
Porto di Rotterdam |
N. occupati imprese portuali |
N. occupati compagnie portuali |
Totale |
% incidenza diretti su tot. |
% incidenza compagnie su tot. |
2001 |
5.524 |
1.000 |
6.524 |
85 |
15 |
2002 |
5.558 |
1.000 |
6.558 |
85 |
15 |
2003 |
4.860 |
881 |
5.741 |
85 |
15 |
2004 |
4.656 |
785 |
5.441 |
86 |
14 |
2005 |
4.910 |
716 |
5.626 |
87 |
13 |
2006 |
4.767 |
678 |
5.445 |
88 |
12 |
2007 |
5.126 |
567 |
5.693 |
90 |
10 |
- Fonte: Elaborazione su dati Autorità
portuale di Rotterdam
-
- Le informazioni sopra presentate, per quanto debbano essere
interpretate con la dovuta cautela, in ragione delle diversità
esistenti tra le diverse realtà portuali considerate tanto
con riguardo ai modelli di organizzazione del lavoro di banchina
quanto al grado di automatizzazione del ciclo delle operazioni
portuali, mettono in evidenza che, nel corso degli ultimi anni,
anche se l'evoluzione del lavoro portuale ha continuato a seguire
percorsi diversi, poiché, naturalmente, diversi erano la
situazione esistente ed i meccanismi a disposizione delle parti
sociali per discutere eventuali cambiamenti, nei porti nordeuropei
l'incidenza del pool sul numero complessivo dei lavoratori portuali
si è andato progressivamente riducendo o è rimasto
sostanzialmente stabile, anche grazie al realizzarsi di politiche
mirate.
-
- In particolare a Rotterdam, la possibilità per le imprese
di usufruire di manodopera temporanea esterna attraverso
l'intermediazione di un'agenzia di lavoro temporaneo, anche se per
il momento solo in via sussidiaria e comunque attraverso
l'intermediazione del pool, risponde ad un'esigenza già da
tempo manifestatasi, anche in altri settori dell'economia.
-
- I porti di Brema ed Amburgo presentano un'incidenza percentuale
dei lavoratori del pool più elevata, comunque inferiore al
30%, essendo detta percentuale calcolata considerando i soli addetti
operativi ed escludendo invece gli impiegati in funzioni
amministrative. Con specifico riguardo al porto di Brema, il più
recente sviluppo dello scalo tedesco rispetto ai suoi competitori,
Amburgo e Rotterdam, ha portato ad un più elevato utilizzo
della manodopera del pool, in ragione della sua maggiore
flessibilità di impiego.
-
- Nel caso genovese, la forza lavoro facente capo alle compagnie
continua a rappresentare una quota consistente dell'occupazione
complessiva delle imprese portuali. Infatti, i lavoratori delle
compagnie hanno rappresentato, a Genova, negli ultimi sette anni una
percentuale che non è mai scesa al di sotto del 35% degli
occupati complessivi. In particolare, quest'ultima percentuale
corrisponde anche alla percentuale media di utilizzo della
manodopera fornita dalle compagnie ai terminalisti genovesi operanti
in prevalenza nel settore delle merci containerizzate, mentre una
percentuale media più elevata e pari a circa il 40% si
registra per i terminalisti del settore dei carichi convenzionali.
-
- Ferma restando la necessità di adeguarsi alle
disposizioni di legge, le prospettive di sviluppo e di
consolidamento dei traffici debbono potersi tradurre in una più
precisa rilevazione dei fabbisogni di forza lavoro e delle relative
modalità organizzative, sui quali costruire il nuovo progetto
di espansione e di qualificazione dell'occupazione e della base
produttiva del porto di Genova.
-
- La formazione
-
- Per quanto concerne le attività di formazione che
interessano i lavoratori nel porto di Genova, in base ad un accordo
sindacale siglato nel 1999 tutti i nuovi assunti in ambito portuale
devono seguire un corso di formazione di otto ore, organizzato
dall'Autorità portuale e sviluppato con la partecipazione
della ASL e dei sindacati. Il corso non sostituisce ma integra
quello previsto dalla disciplina legislativa a carico del datore di
lavoro ed obbligatorio, costituendo la frequenza al corso il
requisito essenziale per ottenere il permesso di accesso al porto.
-
- Sulla scorta dei risultati dello studio predisposto dalla
Provincia di Genova relativo al progetto Genoa Port Training
(Centre), l'Autorità Portuale di Genova intende inserire
tra i propri programmi di breve periodo la creazione di una scuola
di formazione portuale, sul modello di quelle già esistenti
in altre realtà e il cui percorso di formazione recepisca gli
standard già individuati proprio nelle esperienze portuali
più evolute sotto questo profilo (Rotterdam, Amburgo,
Marsiglia, Anversa, Barcellona, Gran Bretagna). Questo progetto
verrà sviluppato d'intesa con la Provincia di Genova e in
collaborazione con le associazioni sindacali e di rappresentanza dei
lavoratori e dei datori di lavoro.
-
- Da questo punto di vista, viene auspicata anche una revisione
delle disposizioni attualmente esistenti a livello nazionale in
materia di sicurezza sul lavoro, in modo da individuare, in stretto
raccordo con la ASL, le soluzioni formative che siano comuni a tutto
il settore portuale nazionale.
-
- Allo stato attuale, nel panorama italiano solo l'Autorità
portuale di Venezia e quella di Livorno hanno creato delle strutture
formative che offrono servizi volti a professionalizzare non solo le
figure professionali più direttamente coinvolte
nell'operativa portuale, ma anche, più in generale, quelle
appartenenti alla comunità portuale (imprese, agenti, etc.).
-
- Sulla base di questi orientamenti viene quindi sottolineato
l'impegno da parte dell'Autorità Portuale a costituire il
centro di formazione sulla portualità nell'ambito del porto
di Genova.
-
- La sicurezza del lavoro
-
- Nel corso degli ultimi anni, anche a seguito di gravi episodi di
infortuni ed incidenti mortali segnalati nell'ambito portuale, si è
sentita l'esigenza di avviare una più incisiva pianificazione
di misure concernenti la sicurezza in porto, nonché un
monitoraggio continuo dell'applicazione delle stesse, attraverso un
reale coordinamento tra parte pubblica, privata e componenti
sindacali.
-
- Gli incontri intercorsi tra i diversi soggetti coinvolti hanno
portato alla redazione di un Protocollo di Intesa, da attuarsi in un
triennio, con il quale sono stati definiti impegni ed iniziative
volti a raggiungere l'obiettivo di un sostanziale miglioramento
degli aspetti preventivi e di monitoraggio legati alla sicurezza.
-
- Il Protocollo di Intesa, sottoscritto dalle parti in data
14/05/2007 e approvato dal Comitato Portuale nella seduta del 24
maggio 2007, prevede principalmente:
-
- per le imprese portuali, ivi comprese le compagnie portuali, una
serie di impegni ed iniziative volti a ridurre al minimo possibile
gli eventi infortunistici;
- per i soggetti di parte pubblica una serie di iniziative atte ad
ottimizzare le azioni di prevenzione, controllo e formazione anche
attraverso la costituzione di un Sistema Operativo Integrato
(S.O.I.) che, coordinato operativamente dall'Azienda Sanitaria
Locale, assicuri il monitoraggio ed il controllo delle attività
e degli interventi posti in essere dalle parti.
- In particolare le imprese portuali si sono impegnate a garantire
un flusso informativo costantemente aggiornato relativo a tutte le
risorse umane impegnate nelle operazioni, ad aggiornare il documento
di sicurezza di cui all'art. 4 D.Lgs. 272/99, a rendere operativo il
coordinamento di un nucleo di lavoratori (meglio individuati nel
doc. integrativo cui si accenna in seguito), a promuovere
l'incremento del Rappresentanti del Lavoratori per la Sicurezza
(RLS) ed il loro coordinamento con i tecnici aziendali, a porre in
essere una mirata attività di prevenzione tramite una chiara
attribuzione di responsabilità, l'esercizio di un costante
controllo dei fattori di rischio e del rispetto delle norme, la
predisposizione di un'analisi dettagliata degli eventi
infortunistici/incidenti e un concreto impegno in termini di
formazione.
-
- Le parti pubbliche, oltre ad orientare e a garantire il supporto
per le azioni sopra descritte, si sono impegnate a potenziare il
sistema di sorveglianza tramite l'utilizzo di nuovi sistemi e flussi
informativi, a costituire un Sistema Operativo Integrato coordinato
dall'ASL (del quale fanno parte Autorità Portuale,
Capitaneria di Porto, DPL, INAIL, INPS e ISPESL) per il continuo
monitoraggio e controllo delle azioni intraprese dalle imprese
portuali, nonché a sviluppare un'azione di controllo del
territorio portuale per risolvere le criticità emerse.
L'Autorità Portuale doveva inoltre provvedere a mettere a
disposizione una sede in territorio portuale per gli uffici della
ASL 3, a ricercare modalità di funzionamento più
efficaci del servizio di emergenza sanitaria e ad organizzare
adeguati corsi di formazione per il personale ispettivo, in coerenza
con le finalità del Protocollo.
-
- Ad integrazione del Protocollo è stato inoltre definito
un documento integrativo tra Prefettura, Autorità Portuale,
Asl 3, Imprese Portuali e Organizzazioni Sindacali, in forza del
quale è stata, come accennato, convenuta la costituzione di
un nucleo di 8 lavoratori al fine di potenziare il sistema dedicato
alla sicurezza in ambito portuale.
-
- A seguito ditali intese, nella seduta di Comitato del 23 luglio
2007 è stato individuato il dettaglio degli interventi da
promuovere, così sintetizzabili:
-
- rendere operativo il coordinamento di un nucleo di lavoratori
appartenenti alle imprese portuali per l'espletamento delle funzioni
previste dal Protocollo di intesa;
- fornire a tali lavoratori e all'insieme degli Organismi previsti
nelle intese i necessari supporti logistici e strumentali;
- garantire una migliore organizzazione del servizio chimico in
porto.
- Per le esigenze connesse agli interventi previsti si è
provveduto ad istituire un'apposita addizionale sulla merce
sbarcata/imbarcata nel porto di Genova.
-
- In merito al Sistema Operativo Integrato, sono stati ad oggi
perseguiti i seguenti obiettivi:
-
- individuazione delle 28 imprese sottoposte al Protocollo
(comprese le due Compagnie Portuali);
- istituzione del registro dei Rappresentanti dei Lavoratori della
Sicurezza (R.L.S.) con informazioni dettagliate in merito alle
nomine degli stessi e alla formazione prevista dalla legge;
- elezione a cura delle Organizzazioni Sindacali di otto
lavoratori rappresentanti di sito;
- completamento del percorso di formazione rivolto al personale
ispettivo dell'Autorità Portuale e corso di formazione base
per Rls a cura delle Organizzazioni Sindacali rivolto al personale
distaccato;
- individuazione delle sedi dedicate alla U.O. Psal Ambito Porto
presso la Stazione Marittima di Ponte Andrea Doria e alla Struttura
di coordinamento sindacale presso Ponte Andrea Doria Testata;
- relazione dell'Autorità Marittima a seguito dei
sopralluoghi effettuati presso le aree comuni del porto in merito a
illuminazione, segnaletica, manto stradale ingombri etc.;
- convocazione Comitato Igiene e Sicurezza del Lavoro (5 ottobre e
14 dicembre) e convocazione SOI (18/12/07);
- Inoltre, sono in fase di predisposizione le seguenti azioni:
-
- l'implementazione di un sistema informativo per via telematica a
cura dell'Autorità portuale ed in stretta collaborazione con
ASL e DPL per la rilevazione giornaliera dell'impiego di personale
operativo presso le imprese finalizzato ad un riscontro circa
l'osservanza delle disposizioni in materia di lavoro;
- l'elaborazione dei dati infortunistici aziendali richiesti alle
imprese con nota congiunta AP-ASL del 21 settembre 2007;
- il monitoraggio sul campo delle attività operative con
riferimento a modalità di lavoro, uso e manutenzione dei
mezzi ed idoneità di aree;
- una campagna organica organizzata da Autorità portuale e
da Autorità marittima per il controllo del territorio
portuale e alfine di effettuare gli opportuni interventi di
adeguamento e ripristino della conformità alle disposizioni
in materia di sicurezza nelle aree comuni;
- il coinvolgimento del Servizio 118 e dei VV.FF. per analizzare
eventuali criticità riscontrate per l'accesso del servizio di
emergenza in porto.
- Le attività del Protocollo sono coordinata dalla ASL in
stretta collaborazione con l'Autorità Portuale di Genova e le
altre pubbliche amministrazioni.
PIANO OPERATIVO TRIENNALE 2008 - 2010
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