- ASSEMBLEA GENERALE DEI SOCI
SPEDIPORTO-
Sessione Pubblica-
- Palazzo San Giorgio - Genova, 22 Marzo 2010
-
Relazione morale del Consiglio Direttivo
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- DA PAROLE A FATTI.
NELL'AGGREGAZIONE LA NOSTRA IDEA DI PORT
BUSINESS-
- Signore e Signori, illustri Ospiti ed Autorità,
-
- è con sincero piacere che rivolgo a tutti i presenti il
saluto di benvenuto del Consiglio Direttivo della Spediporto ed il
grazie per aver voluto prendere parte, così numerosi, alla
nostra Assemblea Generale, momento fondamentale nella vita
associativa delle case di spedizione internazionali che operano a
Genova.
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- Come di consueto, nella tradizione delle Assemblee Spediporto,
le nostre relazioni hanno l'ambizione di non voler essere solo un
momento di riflessione sull'anno trascorso ma anche un tentativo di
guardare al presente ed al futuro con spirito propositivo, cercando
di individuare percorsi e progetti da condividere con la Comunità
Portuale di cui siamo parte integrante, non senza abdicare, laddove
fosse il caso, ad un sano diritto di critica.
-
1 |
Se il Porto di Genova non ha certamente
vissuto un anno felice, ancor più difficile forse è
stata la situazione vissuta dai principali Porti Europei dove il
decremento dei traffici ha toccato livelli drammatici. Nel porto
di Amburgo le esportazioni sono diminuite del 18,5% mentre le
importazioni sono crollate del 27%. Anversa ha registrato una
riduzione complessiva del 15,62%, Rotterdam del 9,66%, Brema del
17,44% (Fonte Repubblica 2 Febbraio 2010, pag. 7). |
|
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- Il mondo dello shipping, così come ogni comparto
produttivo ed economico su scala internazionale, ha conosciuto con
il 2009 un anno di profonda crisi che, già palesatasi negli
ultimi mesi del 2008, si è andata progressivamente ad acuire
fino a raggiungere i livelli drammatici che tutti conosciamo1.
TRAFFICI PRINCIPALI PORTI EUROPEI |
PORTO |
ANNO 2007 |
ANNO 2008 |
ANNO 2009 |
VARIAZIONE % PERIODO 2008-2009 |
Rotterdam |
10.790.604 |
10.785.271 |
9.743.290 |
-9,66 |
Anversa |
8.175.952 |
8.662.890 |
7.309.640 |
-15,62 |
Amburgo |
9.889.792 |
9.737.110 |
7.008.000 |
-28,03 |
Brema |
4.912.177 |
5.529.159 |
4.565.000 |
-17,44 |
Valencia |
3.042.665 |
3.602.112 |
3.653.890 |
1,44 |
Algeciras |
3.414.345 |
3.327.616 |
3.042.782 |
-8,56 |
Le Havre |
2.600.000 |
2.488.654 |
2.234.400 |
-10,22 |
Barcellona |
2.610.037 |
2.569.549 |
1.800.662 |
-29,92 |
Zeebrugge |
2.020.723 |
2.209.715 |
2.328.198 |
5,36 |
Genova |
1.855.026 |
1.766.605 |
1.533.627 |
-13,19 |
Marsiglia |
1.002.879 |
851.155 |
882.580 |
3,69 |
Taranto |
755.934 |
786.655 |
741.428 |
-5,75 |
Alicante |
179.259 |
150.827 |
132.059 |
-12,44 |
Siviglia |
135.012 |
130.452 |
129.736 |
-0,55 |
- Proprio in occasione dell'Assemblea dello scorso anno venne data
una lettura dei primi preoccupanti dati per il nostro settore
relativi al primo trimestre del 2009. In quella occasione mostrammo
le prime proiezioni di una contrazione dei volumi di lavoro dei
nostri associati, arrivati a toccare, in taluni casi, il 45% del
traffico complessivo.
- Drammatico il consuntivo di fine anno per le nostre aziende, che
hanno visto ridursi il proprio volume d'affari di circa il 23% per
il settore dell'export e del 27% per quello dell'import.
-
- Percentuali che meglio di ogni altra parola possono
rappresentare le difficoltà che abbiamo vissuto nel corso del
trascorso anno.
-
- E' doveroso però volgere la nostra attenzione su una
prospettiva più complessiva che superi il mero dato numerico
o quantistico, allo scopo di renderci conto che con la crisi del
2009 è forse crollato un modello di "Business"
dello shipping che aveva voluto, con largo anticipo, incoronare i
grandi gruppi multinazionali del trasporto e della logistica come
indiscutibili "King Players" di un mercato - quello del
commercio internazionale - che non poteva fare a meno di progetti di
gigantismo economico.
-
2 |
Secondo i dati resi disponibili da
Alphaliner, a partire dal Settembre 2008 sono stati ben 140 gli
ordini di nuove portacontainer cancellati, per una capacità
complessiva di circa 436.000 teus, pari al 6,7% del portafoglio
ordini. Le cancellazioni maggiori hanno riguardato le navi fra i
1.000 e 2.000 teus, con 54 contratti. Tra quelle di maggiore
capacità sono state cancellate 11 navi da oltre 7.500 teus
e 6 fra i 5.100 ed i 7.500 teus. Il fenomeno è stato ben
più importante relativamente alla cancellazione di ordini
per bulk carrier e tankers. |
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- Basti leggere e vedere quali erano, almeno fino al 2008, le
proiezioni di crescita e la pianificazione degli ordini ai cantieri
navali per la costruzione di navi porta contenitori e rinfuse2.
- A soli pochi mesi di distanza le prospettive e le strategie
degli armatori e delle compagnie di navigazione sono repentinamente
mutate al fine di porre rimedio al crescente fenomeno dell'eccesso
di stiva. Centinaia le navi portacontainer in disarmo, centinaia gli
ordini sospesi che, probabilmente, non verranno mai più
portati a termine.
|
Mil.TSLC |
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2006 |
2007 |
2008 |
|
Precons. 2009 |
R.d.M |
6,1 |
8,6 |
5,0 |
|
1,1 |
China |
14,3 |
29,1 |
14,0 |
|
5,8 |
S.Korea |
19,1 |
32,4 |
15,0 |
|
3,2 |
Japan |
10,6 |
10,1 |
7,6 |
|
3,6 |
EU 27 + N |
5,4 |
5,7 |
2,1 |
|
0,5 |
Totale |
55,5 |
85,9 |
43,7 |
|
14,2 |
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(*) = dal 2007 l'aggregato EU + N comprende anche Bulgaria e Romania |
⇒
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-
Fonte: Assonave - Associazione Nazionale
dell'Industria Navalmeccanica -, Lettera - Notiziario n. 1-2010
"Situazione del mercato mondiale al 31 Dicembre 2009" |
- Nel corso dell'anno appena trascorso si è assistito
dunque non solo agli effetti dirompenti di una crisi senza
precedenti ma - come siamo convinti - al fallimento di una "idea
di business", al crollo di un "modello evolutivo e di
sviluppo" che ha concentrato la propria attenzione solo ed
esclusivamente su un elemento: rincorrere la crescita esponenziale
delle economie emergenti attraverso piani di investimento non
sostenuti da adeguate coperture finanziarie e da più prudenti
indagini di mercato.
-
Genova, il suo Porto, tutta la Comunità Portuale, che
vogliamo ricordare non è costituita solo da imprese ma anche
da migliaia di lavoratori, hanno pagato un pegno rilevante alla
crisi.
3 |
Vedasi tabella a pagina 2. |
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- Il traffico container nel Porto di Genova è sceso nel
corso del 2009 di ben 13 punti percentuali3, decine e
decine le procedure di cassa integrazione che sono state avviate e
che hanno colpito indistintamente aziende e lavoratori.
-
- All'interno di questo non certo confortante quadro generale è
nostra convinzione che sia necessario sollecitare una forte, marcata
e determinata volontà della Comunità Portuale
genovese, ma più in generale italiana, che ponga al centro
della propria azione l'individuazione condivisa di nuovi modelli e
nuovi parametri operativi ed organizzativi.
-
4 |
Rif. Bollettino Economico nr. 59 del
Gennaio 2010 |
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- Alcuni dati, ben rappresentati all'interno del Bollettino
Economico della Banca d'Italia relativi al mese di Gennaio 2010, ci
impongono un cauto ottimismo sulle prospettive dei prossimi mesi4.
-
- Con l'occasione ringrazio e saluto i rappresentanti di Banca
Italia oggi presenti che, dopo di me, illustreranno in anteprima
assoluta alcuni dati di una ricerca nazionale sulle infrastrutture -
che verrà presentata ufficialmente a Perugia nel mese di
Ottobre - che ha coinvolto, per la prima volta, le case di
spedizione internazionali.
-
- Vediamo ora in sintesi i dati economici cui sopra si accennava.
-
- La ripresa economica, avviatasi durante l'estate è
proseguita nel corso del 2009. Nel terzo trimestre 2009 il PIL è
tornato a crescere negli Stati Uniti e nell'area dell'euro, ha
continuato ad estendersi in Giappone ed ha accelerato nelle economie
emergenti dell'Asia e dell'America Latina.
-
- Le più recenti previsioni dell'OCSE per il 2010 indicano
per l'insieme delle economie avanzate un aumento del PIL intorno al
2 per cento.
-
- Anche nell'area dell'euro - sempre secondo le stime dell'OCSE -,
sostanzialmente allineate con quelle degli esperti dell'Eurosistema,
il PIL aumenterà di poco meno dell'1 per cento.
-
- In Italia il PIL, tornato a crescere nell'estate scorsa (0,6 per
cento sul trimestre precedente), ha continuato ad espandersi
nell'ultima parte del 2009. Anche la ripresa delle esportazioni
marcata nel periodo estivo, dovrebbe in questi mesi portare ad un
graduale incremento, con la previsione di una crescita intorno al 3
per cento per la chiusura del 2010.
-
- Non certo felice la situazione del mercato del lavoro con
relativa incidenza sulle dinamiche del consumo. Nello scorso mese di
Novembre, il tasso di disoccupazione è salito all'8,3 per
cento, 2,4 punti in più rispetto al minimo dell'Aprile del
2007, toccando, nel mese di Febbraio 2010, l'8,6 per cento.
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- La lettura in combinato disposto dei dati economici, strutturali
e di mercato fa ritenere credibile che nel 2010 la ripresa vi sarà
ma sarà certamente debole - la valutazione è di una
crescita dell'economia italiana intorno allo 0,7 per cento per
l'anno in corso, per poi accelerare all'1 per cento nel 2011.
-
- All'interno del quadro generale di crisi economica, progettuale
e di prospettiva, delineatosi lungo tutto l'anno, ogni attore ha
dato letture ed offerto proprie soluzioni. Alcune soluzioni erano e
sono votate a limitare i danni, altre a cercare un disperato
recupero di equilibrio economico ed organizzativo.
-
- Questo ripensamento collettivo ha coinvolto tutti, istituzioni,
società, mercati, economisti.
-
- Effetti e riflessi della crisi sugli operatori marittimi.
-
5 |
Qui il crollo del traffico contenitori si
è attestato su di un -44% su base annua. |
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- Nel caso dell'Italia, dei suoi progetti di sviluppo del sistema
economico legato alle attività logistiche, la crisi
internazionale non solo ha procurato un brusco arresto dello
sviluppo dell'economia marittima (vedasi la sorte toccata ai porti
di transhipment5) ma anche un rallentamento di alcuni
processi innovativi (quello sulla legge di riforma portuale) ed una
rivalutazione delle priorità di intervento
economico-finanziario che ha innescato meccanismi di forte
competizione tra Porti.
-
- Se da un lato, nel corso del 2009, il settore portuale a livello
nazionale, europeo ed internazionale ha sofferto gli effetti della
crisi mondiale, dall'altro le compagnie di navigazione, gli
spedizionieri, i terminalisti, i trasportatori e, più in
generale, il mondo della logistica, hanno subito ancora più
pesantemente la congiuntura negativa di due fattori: un costante e
progressivo calo della domanda di trasporto, particolarmente
pronunciato sulle rotte in export dalla Cina verso il Nord America
ed Europa; l'immissione, in parte poi sospesa, di nuove navi di
grandi dimensioni ordinate negli anni pre-crisi.
-
- Quando a contrarsi sono i volumi, ed in maniera così
sensibile, non esiste comparto economico od operatore che non ne
risenta.
-
6 |
Nel corso degli ultimi mesi, con il
crollo dei noli, si è assistito da parte di numerose
compagnie armatoriali ad una indiscriminata crescita di voci
addizionali al nolo e di variazioni sullo stesso che hanno reso
ancor più difficile, se non impossibile, per gli
spedizionieri internazionali poter trattare e quotare prestazioni
di servizio per i propri clienti in quanto le stesse potevano
subire sensibili variazioni da un giorno all'altro. |
|
|
- Purtroppo l'affannoso tentativo di arginare rilevanti perdite e
risanare bilanci, ha portato le Compagnie Armatoriali ad intervenire
sul mercato con una proliferazione di voci di costo per servizi
molto spesso inesistenti, a pratiche commerciali di sfrenata
concorrenza e, conseguentemente, ad una volatilità dei prezzi
che - in assenza di elementi stabilizzanti - hanno ancor più
seriamente danneggiato l'economia del nostro settore6.
- Non possiamo che essere d'accordo con le riflessioni
recentemente esposte dal leader di MSC Gianluigi Aponte, in
relazione alla funzione di equilibrio che nel passato - su
situazioni analoghe - poteva essere garantita dalle Conference. Allo
stato dei fatti la loro proibizione ha creato più danni che
vantaggi. Oggi in materia esistono regole che vanno rispettate,
riteniamo tuttavia che il Cluster marittimo dovrebbe tornare a
bussare alla porta del legislatore internazionale affinché,
presa coscienza della rilevanza delle prestazioni logistiche per
l'economia mondiale, intervenga perché il valore
dell'economia logistica non rimanga schiacciato tra le istanze del
mondo della produzione e quelle del mercato del consumo.
-
- E' impossibile cercare la qualità dei servizi e la
sicurezza delle procedure se i meccanismi concorrenziali portano ad
un abbattimento delle tariffe sotto la soglia dei costi di
produzione, così le cose non quadrano, così si
danneggia solo il mercato favorendo comportamenti scorretti.
-
- Su argomenti così delicati il confronto tra Associazioni
è fondamentale.
-
7 |
Decreto Ministeriale del 30.06.2009
pubblicato su G.U. n. 153 del 04.07.2009; Circolare
Interministeriale del Ministero delle Infrastrutture e dei
Trasporti e del Ministero degli Interni del 17.07.2009; Decreto
Interministeriale n. 554 del 30.06.2009; Nota di chiarimento del
Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e del Ministero
degli Interni del 06.08.2009. |
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- Lo è con il mondo dell'autotrasporto, che ha affidato
alla recente legge di riforma - D. Lgs. 286/2005 - ed ai decreti
attuativi7 la speranza di un risanamento complessivo del
settore. Sul punto nutriamo forti dubbi, dal momento che, in alcuni
passaggi, la nuova normativa ha reso ancor più complesso e
burocratico il rapporto tra committenza ed autotrasporto (aprendo il
settore ad un principio di responsabilità oggettiva).
Auspichiamo che le risposte che da diverso tempo attendiamo dal
Ministero dei Trasporti e dalla Direzione Generale, valgano a
riportare maggiore chiarezza.
-
- Anche con gli Agenti Marittimi il dialogo e la disponibilità
non sono mai mancati, ma ciò non basta. Pensiamo sia giunto
il momento di compiere un ulteriore salto in avanti per sviluppare
una cultura della qualità dei servizi attraverso una più
marcata integrazione informatica tra Agenti e Spedizionieri, nel
rispetto di tempistiche prestabilite.
-
- Pari invito rivolgo ai nostri rappresentanti nazionali, entrambi
genovesi, Filippo Gallo per Federagenti e Piero Lazzeri per
Fedespedi: non lasciamoci sfuggire la possibilità di
individuare congiuntamente soluzioni ai nostri problemi che traccino
anche nuove prospettive di crescita e sviluppo.
- Qualitativamente sono cresciuti anche il dialogo e la
collaborazione con i Terminalisti. I problemi non sono finiti ma è
cambiato il modo di affrontarli, citiamo il caso di VTE. Siamo stati
fortemente critici in passato, non rinunciamo ad esserlo ancora oggi
su diversi temi, ma dobbiamo constatare un significativo cambio di
marcia del management ad aprirsi, finalmente, ad un dialogo franco e
costruttivo per il superamento delle criticità.
-
- Vi è da parte di Spediporto la convinzione che sia
necessario costruire nuovi modelli intorno a progetti concreti;
dobbiamo comprendere quanto dell'attuale stato di cose, in cui si
trova sprofondato il nostro settore, dipenda dalla crisi e quanto
invece non sia comunque prodotto di una fragilità progettuale
già esistente.
-
- Nel corso della nostra Assemblea dell'anno scorso avevamo
lanciato - anche provocatoriamente - alcune richieste tese a
rimarcare la necessità di dare concretezza e certezza agli
operatori.
- In sintesi avevamo chiesto di passare dalle parole ai fatti.
-
- Riconosciamo, ad alcuni mesi di distanza, che le nostre istanze
hanno trovato in buona parte terreno fertile nel lavoro condotto
dall'Autorità Portuale di Genova, dal Comitato Portuale e
dagli uffici tecnici. Alcuni importanti risultati lo evidenziano:
-
- le attività di esecuzione ed avvio dei lavori previsti a
Calata Bettolo con la predisposizione della prima cassa di colmata;
- il dragaggio condotto a tempi da record per l'approfondimento
dei fondali del Porto di Genova - realizzati per la prima volta
nella sua storia;
- la definizione della concessione del Sesto Modulo del Terminal
Portuale di Voltri;
- la risoluzione della delicata questione del lavoro portuale;
- la riorganizzazione strutturale ed organizzativa del Varco di
San Benigno che ha visto, oltre all'impegno diretto della
Spediporto, un importante momento di sintesi collaborativa tra
categorie (Agenti, Terminalisti, Trasportatori) e pubbliche
amministrazioni;
- il forte sviluppo impresso ai progetti di telematica portuale
cresciuti intorno ad E-Port.
- Tutti segni tangibili di una politica portuale che è
passata ai fatti dopo anni di parole e buoni propositi.
-
- Non ci sentiamo di includere tra gli obiettivi raggiunti la
soluzione individuata per le manovre ferroviarie. Qui rimarchiamo
tutte le nostre perplessità ribadendo che la strada
intrapresa non garantirà né efficienza né
capacità competitiva al nostro Porto.
-
- La sfida di una nuova cultura dell'aggregazione di
interessi.
-
- In generale, nel Piano Operativo Triennale rinveniamo le basi di
un salto qualitativo non solo sotto il profilo operativo e
programmatico, ma anche culturale ed organizzativo.
- In questo senso riteniamo che la Comunità Portuale nel
suo insieme abbia dato prova di grande maturità e
responsabilità. Nel corso dell'ultimo anno è andata
rafforzandosi una intensa collaborazione tra Associazioni degli
operatori portuali ed Autorità Portuale.
-
- Il nostro personale auspicio è che a breve questo gruppo
di lavoro, costituito da Spedizionieri, Agenti e Terminalisti, possa
arricchirsi del contributo dell'Autotrasporto.
- Le Associazioni si sono fatte per prime portatrici di una
proposta condivisa, fin dai suoi primi passi, di aggregazione tra
pubblico e privato per individuare un nuovo modello di
collaborazione decisionale e di "Governance di sistema",
sottoscritta ed inviata a Palazzo San Giorgio in data 18 Marzo 2009.
-
- Il favorevole assenso del Comitato Portuale espresso nel Giugno
dello stesso anno, cui si è sommata l'autorevole
manifestazione di interesse ad aderirvi dell'Autorità
Marittima, ci convincono della bontà delle scelte compiute e
condivise.
-
8 |
I tre elementi fondanti di una strategia
aggregante sono, secondo i teorici JOHN HAGEL - JOHN SEELY BROWN e
LANG DAVISON : una visone aggregante - una piattaforma aggregante
- risorse ed azioni aggreganti. |
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- La classe imprenditoriale ed i lavoratori, unitamente alle
Amministrazioni ed agli Enti, devono farsi sostenitori di una nuova
"strategia aggregante"8 degli interessi
portuali.
-
- In questa nostra visione troviamo molte affinità con la
proposta di Global Maritime Community recentemente ripresa da Nicola
Coccia.
-
- Dobbiamo essere capaci ed impegnarci al fine di mostrare
all'evidenza pubblica un fatto: l'elemento efficienza all'interno
della filiera logistica (azienda produttrice - spedizioniere -
assicuratore - compagnia armatoriale - porto - terminal -
trasportatore - dogana - banca corrispondente) costituisce un
elemento strategico e competitivo non solo per il settore
imprenditoriale italiano ma per l'intera economia del nostro Paese.
-
- Oggi, purtroppo, questo sistema è "disgregato"
ed ha un bisogno disperato di una strategia aggregante che orienti
tutti gli attori, prima ancora di costruire piattaforme materiali, a
condividere piattaforme strategiche di collaborazione, che rendano
il processo logistico più semplice, coordinato ed anche più
economico.
-
9 |
I dati indicati, tratti dal Logistic
Performance Index, sono inseriti all'interno dell'edizione 2010
del Connecting to Compete - Trade Logistic in The Global Logistic
pubblicato dall'International Trade Department of World Bank. |
|
|
- Nelle ricerche che hanno accompagnato la stesura di questa
relazione ci siamo imbattuti in un importante studio pubblicato nel
Febbraio 2010 dall'International Trade Department della WORLD BANK9.
-
- Il Logistic Performance Index è una valutazione delle
performance logistiche di 155 Paesi attraverso l'elaborazione di ben
5.000 parametri, che comprendono variabili procedurali, documentali,
normative e strutturali, e sui quali è stato richiesto di
esprimersi a ben 1000 tra i più importanti operatori
logistici internazionali nel corso degli ultimi due anni.
-
- Nella graduatoria stilata, l'Italia compare al 22° posto del
ranking mondiale - ultima di tutti i Paesi sia europei che
extra-europei a sistemi logistici avanzati - con la sola eccezione
della Spagna, che compare al 25° posto.
-
- Tra gli indicatori utilizzati dal Performance Logistic Index
compaiono, in ordine di importanza: 1) efficienza del processo di
sdoganamento; 2) tempi e costi delle operazioni portuali; 3)
affidabilità delle operazioni di importazione ed esportazione
delle merci rispetto alle esigenze della catena di
approvvigionamento del mercato; 4) qualità delle
infrastrutture; 5) qualità delle prestazioni di servizio e
costi; 6) capacità di monitorare e tracciare la spedizione;
7) percentuale e frequenza con cui le spedizioni giungono a destino
nel tempo previsto.
-
- Ebbene, da questa ricerca emerge con evidenza che il nostro
sistema portuale è gravato certamente da ritardi nelle
infrastrutture e nei servizi, ma appare penalizzato ancor più
dall'incidenza dei controlli approfonditi legati alle operazioni di
importazione ed esportazione delle merci.
- Le procedure doganali quali fattori di performance del
commercio internazionale.
-
- Pur apprezzando il lavoro e gli sforzi dell'Agenzia delle
Dogane, soprattutto nel settore della telematica, i dati che
emergono da un autorevole e certamente indipendente ente di ricerca
mondiale, dicono che il nostro sistema logistico è
penalizzato, più di tutti gli altri sistemi portuali nostri
concorrenti, dai lunghi tempi di attesa e dagli alti costi operativi
legati alla verifica approfondita della merce.
-
- Su questo punto, che ripetiamo non vuole assurgere a mera
critica, ma constatazione di un dato di fatto rilevato da
osservatori internazionali, deve esservi una corale azione del
sistema portuale nazionale e della classe politica.
-
- Se il ruolo delle dogane, così come più volte
proclamato dall'Agenzia, è di aiutare lo sviluppo dei
traffici e del commercio nel rispetto delle leggi, chiediamo alla
Direzione Generale delle Dogane che finalmente dia concretezza ai
suoi buoni propositi e passi anche lei dalle parole ai fatti.
-
- La spinta aggregativa, quale espressione di un processo
decisionale condiviso che ponga a sua base obiettivi comuni di
crescita e sviluppo, non può prescindere dall'apporto delle
Amministrazioni dello Stato: Agenzia delle Dogane, Agenzia delle
Entrate, Istituti di Presidio, Agenzie per l'Ambiente.
-
- Queste Amministrazioni sono, come le imprese private, soggetti
determinanti per il successo o l'insuccesso di ogni iniziativa.
- La posta in gioco è altissima, ricordiamo come
"l'industria della logistica", il "Port Business"
valga circa il 14 per cento del PIL del nostro Paese.
-
10 |
Klaus Schwab, World Economic Forum,
Svizzera 2009. |
|
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- Siamo convinti che l'apporto delle attività mercantili
possa essere il motore propulsivo per lo sviluppo non solo del
nostro Porto ma del Paese intero. Non si può accettare il
fatto che al recente World Economic Forum di Ginevra, all'interno
del Global Competitiveness Index 2009-2010, l'Italia compaia al 48°
posto su 133 Paesi, penalizzata dal 59° posto per le
infrastrutture e dal 102° posto per la stabilità degli
indicatori macroeconomici10. La qualità di questo
Paese, degli operatori e delle imprese merita altre posizioni.
-
- Ciò che ci penalizza è la poca capacità di
dare concretezza alle parole.
-
- Non è possibile attendere anni per vedere realizzati
progetti come lo Sportello Unico per cui, a parte i tanti proclami
ed annunci di una sua imminente realizzazione, nulla si è
mosso. Le responsabilità di questo immobilismo devono essere
individuate e superate.
-
- Bene, anzi benissimo, che si sia dato il via finalmente ai
cantieri del Terzo Valico dopo anni ed anni di promesse. Confidiamo
che ai progetti infrastrutturali di cui questo Paese ha bisogno, tra
cui la nostra Gronda, siano dati assoluta priorità ed
adeguato sostegno economico nei prossimi anni. Noi categorie di
imprenditori dovremo vigilare.
-
- Laddove manchiamo di determinazione e convinzione dobbiamo
ammettere le nostre colpe.
- Lo scorso anno venne proposto ed annunciato in occasione della
nostra Assemblea l'avvio dello studio di fattibilità di un
importante progetto tra Arpal - Regione Liguria - Autorità
Portuale e Spediporto, poi inserito nel POT 2010-2012, per la
realizzazione di un centro di analisi di eccellenza per tutto l'Alto
Tirreno con sede nel Porto di Genova.
- E' nostra volontà sollecitare con forza la partenza di
questo progetto perché in esso troviamo una sintesi efficace
di aggregazione tra pubblico e privato.
-
- Laddove erriamo dobbiamo evitare di perseverare. Nel passato fu
commesso un errore gravissimo quando si lasciò andare via da
Genova Costa Crociere, oggi evitiamo di perseverare rischiando di
perdere MSC.
-
- Nell'aggregazione la nostra idea di Port Business.
-
- Gli elementi su cui costruire una strategia aggregante, almeno
per il nostro Porto, non possono dunque che essere tre: condividere
una visione, sviluppare una piattaforma, individuare risorse a
sostegno delle azioni aggreganti. Proviamo ad individuarle.
-
- La visione aggregante che proponiamo, in grado di
orientare tutti i partecipanti in una direzione, non può che
essere quella riassunta all'interno del Piano Operativo
Triennale. All'interno del POT deve trovare spazio un'idea di
logistica dei servizi che necessariamente anticipi una logistica
delle infrastrutture. In attesa di queste è bene costruire
modelli condivisi di regole che aiutino a sostenere uno sviluppo
organizzativo omogeneo ed efficiente. Crediamo che il Governo debba
recuperare ed aggiornare un piano della logistica nazionale facendo
partecipare alla sua stesura le Associazioni, Federazioni e
Confederazioni che rappresentano il trasporto e la logistica in
Italia. Qui vi sono le competenze necessarie alla redazione di un
documento di tale portata.
-
- L'interesse mostrato recentemente dal mondo economico per alcuni
progetti infrastrutturali quali il Retroporto, il Bruco e la Piastra
Logistica del Friuli Venezia Giulia, è un segnale positivo.
E' certamente importante che il mondo economico ragioni in funzione
dello sviluppo del settore portuale ed è altresì
importante che il mondo finanziario abbia iniziato, finalmente, a
rivolgere la propria attenzione al tema delle infrastrutture.
L'unica avvertenza è però quella di sviluppare tali
progettualità non escludendo aprioristicamente nessuno. Il
rischio è che il progetto di pochi resti sempre e solo tale -
cioè un progetto - perché ad esso potrebbe opporsi chi
si sente escluso.
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- La piattaforma aggregante per un sistema competitivo non
può prescindere dall'apporto della tecnologia, soprattutto
informatica. Anche in questo caso i tempi di realizzazione di
infrastrutture "virtuali" possono essere più celeri
di quelle fisiche consentendo ad "infrastrutture invariate"
di mantenere i servizi portuali allineati alle richieste del
mercato.
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- Le risorse economiche ed intellettuali a sostegno delle
azioni aggreganti sono un aspetto ed una componente
fondamentale. Nulla può costruirsi se non sostenuto da un
adeguato piano finanziario. La programmazione delle opere portuali
declinate nel POT 2010-2012, sulla base della riprogrammazione di
quelle già individuate nel 2009, determina una previsione di
fabbisogno economico per il nostro Porto pari a 426 milioni di euro.
A nostro avviso, oneri di questa entità non possono essere
lasciati sulle spalle delle Autorità Portuali. Qui ci vuole
un serio impegno della classe politica a garantire per i porti fonti
di sostegno economico adeguate, tra cui la possibilità di
reinvestire parte della ricchezza da essi prodotta attraverso il
gettito IVA e i diritti di confine.
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- Quale sintesi di quanto fin qui esposto e banco di prova per la
comunità degli operatori portuali proponiamo un projectwork
che è anche una sfida. Dimostriamo di essere capaci di
cavalcare una nuova idea di Port Business che faccia della cultura
dell'aggregazione l'elemento su cui, per la prima volta, il nostro
settore arrivi a formulare una proposta di legge unitaria e
condivisa.
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- Il nostro obiettivo prioritario è lo snellimento
burocratico ed amministrativo delle attività di importazione
ed esportazione delle merci che salvaguardi la legalità ed il
controllo e si orienti fortemente all'efficienza.
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- Fondamentale in tale ottica sarà riconoscere alle
Autorità Portuali un'adeguata autonomia finanziaria ed una
capacità gestionale strutturata su forti poteri di controllo,
vigilanza e coordinamento di tutte le attività - sia
pubbliche che private - gravitanti sul ciclo portuale delle merci.
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- E' nostra intenzione provarci contando sul supporto di tutti
coloro che si sentono parte realmente aggregata di questo sistema.
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- Grazie per l'attenzione e buon prosieguo di lavori.
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