Quotidiano indipendente di economia e politica dei trasporti
05:15 GMT+1
FORUM
dello Shipping
e della Logistica
CONFITARMA
Confederazione Italiana Armatori
Relazione del Presidente
Mario Mattioli
Assemblea
Roma, 27 ottobre 2023
Signori Ministri, Onorevoli parlamentari, Autorità
politiche, civili e militari, Signori Ambasciatori, Colleghi
armatori e Associati tutti, Rappresentanti delle parti sociali e dei
sindacati di categoria, Signore e Signori, ringrazio voi tutti per
la straordinaria partecipazione alla nostra Assemblea.
Rivolgiamo in particolare un sentito ringraziamento al
Vicepresidente della Camera Fabio Rampelli, al Ministro Gilberto
Pichetto Fratin, al Ministro Nello Musumeci, al Ministro Matteo
Salvini, al Ministro Adolfo Urso, ai Viceministri Maurizio Leo ed
Edoardo Rixi qui con noi oggi.
Ringraziamo anche tutte le Amministrazioni che si occupano di
mare: Ministero degli Affari Esteri, dell'Interno, dell'Istruzione,
del Lavoro e della Salute.
Un caloroso ringraziamento al Capo di Stato Maggiore della
Marina Militare, Ammiraglio Enrico Credendino, al Comandante
Generale del Corpo delle Capitanerie di porto - Guardia Costiera,
Ammiraglio Nicola Carlone, al Comandante del Centro Navale di Formia
della Guardia di Finanza, Generale Antonello Maggiore e al Capo di
Stato Maggiore dell'Aeronautica, Generale Luca Goretti, che ci hanno
onorato della loro presenza.
Siamo il Mare di Confindustria, la casa dell'industria
nazionale, e anche quest'anno abbiamo deciso di svolgere qui la
nostra assemblea pubblica.
Salutiamo calorosamente tutti i nostri Associati presenti qui
oggi, i colleghi Consiglieri e i presidenti dei nostri Gruppi
Tecnici.
CHI SIAMO
Quest'anno, come spero sia stato apprezzato, abbiamo voluto
“immergerci” insieme a voi nel nostro mondo; un mondo
“mobile e silenzioso”, di cui non tutti conoscono
l'importanza.
Tutti ormai sappiamo che la gran parte di ciò che ci
circonda, ciò che costituisce il nostro quotidiano, arriva
via mare.
Ma in quanti sanno riconoscere una nave portarinfuse, una
gasiera, una nave cisterna?
Ecco: l'istallazione che avete attraversato entrando in sala
mostra uno spaccato della varietà della nostra flotta.
Una flotta moderna che rappresenta, da sola, quasi il 70% della
flotta di bandiera italiana.
Cambiano gli attori e gli interlocutori ma Confitarma - la
principale espressione associativa dell'industria italiana della
navigazione - da 122 anni resta un riferimento per le Istituzioni:
la storia è ricca di esempi in tal senso.
Ricordiamo quando, al termine della Seconda guerra mondiale,
l'armamento italiano, attraverso l'acquisizione delle famose navi
Liberty statunitensi, è ripartito praticamente da zero
contribuendo alla ripresa delle importazioni, il riavvio delle
attività produttive e l'inizio del boom economico.
Oggi, con la guerra russo-ucraina che purtroppo ancora
imperversa e la preoccupante crisi in Medio Oriente - alle cui
vittime va il nostro sincero pensiero - viviamo situazioni che
speravamo di non dover più affrontare...
Le ripercussioni commerciali sono evidenti: la navigazione è
più difficile e a volte impossibile, quando invece abbiamo
necessità di diversificare le fonti di approvvigionamento
energetico!
Le navi restano un asset strategico fondamentale e poter contare
su un armamento specializzato ed efficiente è una prerogativa
nazionale.
Per raggiungere tale obiettivo, seguendo le linee guida europee
sugli aiuti di Stato al trasporto marittimo, l'Italia si è
nel tempo dotata di strumenti fondamentali, peraltro comuni ai
principali Paesi marittimi europei.
Prima con gli aiuti alla cantieristica, che hanno accompagnato
il nostro settore capital intensive, mantenendolo ad altissimi
standard ambientali e di sicurezza richiesti a livello
internazionale.
Poi con un regime strutturale per far competere la bandiera
italiana - il Registro Internazionale del 1998 e la Tonnage Tax dal
2005 - esempio di collaborazione illuminata tra Istituzioni,
armatori e Organizzazioni sindacali che ha permesso la rinascita
della bandiera nazionale e la salvaguardia dei posti di lavoro.
È dei primi anni 2000 anche un progetto pilota di
incentivo al trasferimento modale delle merci dal tuttostrada
all'intermodalità strada-mare: l'Ecobonus, poi evoluto in
Marebonus e oggi in “Sea Modal Shift”.
Una best practice italiana per ridurre le emissioni di CO2,
presa ad esempio dalla Commissione europea anche per altri Paesi
membri.
Confitarma da sempre fornisce il suo contributo, anche
partecipando - spesso ai massimi livelli - ai più importanti
consessi nazionali ed internazionali dello shipping.
Salutiamo con piacere la nomina di Arsenio Antonio Dominguez
Velasco, panamense, quale nuovo Segretario Generale dell'IMO.
Negli ultimi dieci anni gli armatori italiani hanno investito
oltre 14miliardi di euro in nuove navi: è soprattutto merito
dell'armamento associato a Confitarma se la flotta italiana è
tra le più avanzate al mondo.
La nostra compagine associativa ora è ancor più
rappresentativa, con la sua fitta schiera di soci aggregati:
imprese, associazioni e professionisti che rappresentano
l'eccellenza dei tanti mestieri del mare.
Oltre 2.400 stabilimenti industriali e circa 300mila occupati.
Confitarma è un'associazione pluralistica ed eterogenea.
Elementi questi di forza e anche di complessità.
Sappiamo che più numerose e distinte sono le istanze, più
impegnativa è la sintesi. Ma sappiamo anche che la sintesi
sempre si è fatta, e sempre si farà!
SICUREZZA MARITTIMA
Viviamo un'epoca di grandi cambiamenti - in primis, le sfide
della transizione energetica e digitale - in un clima di accresciuta
insicurezza, con ripercussioni sulla libertà dei traffici
marittimi e sulla tutela della vita dei nostri equipaggi.
E l'Italia dipende da un mare sicuro!
Mare sicuro che si fonda su due pilastri: safety e security.
Tra le sue numerose funzioni, l'impegno che il Comando Generale
del Corpo delle Capitanerie di porto da sempre profonde per rendere
più sicure le nostre navi - soggetti economici che creano
valore aggiunto, indotto e occupazione - è per noi
imprescindibile.
La dimensione marittima è infatti un bene comune, la cui
sicurezza richiede un'azione quotidiana e coordinata delle donne e
degli uomini del mare in divisa, oggi presenti, per affrontare
efficacemente la complessità dello scenario attuale, nei mari
vicini e in quelli lontani.
Al riguardo, da anni Confitarma sostiene la necessità di
rafforzare i Consolati italiani all'estero con personale delle
Capitanerie di porto per il disbrigo delle complesse pratiche
consolari. Proposta recentemente rilanciata dall'Amministrazione
competente e che, al momento, ci sembra la più concreta e
utile a supporto dell'armamento in porti lontani.
Mari a volte lontani geograficamente ma molto vicini
all'interesse economico nazionale, come sanno bene il Ministero
degli Esteri, in tutte le sue diramazioni e il suo “Focal
Point Mare”, e la Marina Militare, la cui vicinanza è
preziosa per le nostre navi che operano all'estero e il cui operato
consente l'espansione dei traffici e la sicurezza delle rotte
commerciali globali.
Senza dimenticare il fondamentale ruolo di Polizia del Mare
svolto quotidianamente dalla Guardia di Finanza.
La collaborazione nel contrasto alla pirateria marittima in
Oceano Indiano e nel Golfo di Guinea è un modello a cui
ispirarsi. Al riguardo, sottolineo che il 30 giugno scorso si è
concluso un percorso decennale che ha garantito una soluzione
strutturale per proteggere i nostri equipaggi, assicurando
l'impianto normativo della Legge n. 130/2011, alla cui formazione
Confitarma ha contribuito sin dall'inizio interloquendo
proficuamente anche con il Ministero dell'Interno sugli aspetti
relativi all'impiego di guardie armate a bordo.
L'ECONOMIA DEL MARE
L'Economia del Mare contribuisce al PIL nazionale, con un valore
aggiunto complessivo che raggiunge quasi 143 miliardi di euro.
Parliamo di circa 230mila imprese e oltre 900mila addetti.
La scelta del Governo di nominare un Ministro per le Politiche
del Mare, che siamo certi riuscirà a realizzare gli
importanti impegni assunti, testimonia la crescente attenzione alla
marittimità nazionale.
È il 75° anniversario della nostra Carta
costituzionale. Il Mare è di tutti noi, è la nostra
identità. E apprezziamo la proposta di inserimento della
parola Mare nella nostra Costituzione!
Siamo lieti di essere stati chiamati a contribuire al Piano del
mare, appena pubblicato in Gazzetta Ufficiale e frutto di uno
straordinario momento di ascolto davvero di tutte le voci del mare.
L'INDUSTRIA ITALIANA DELLA NAVIGAZIONE
In un contesto globale in continua trasformazione, il trasporto
marittimo è il motore propulsivo delle strategie nazionali.
Parliamo di quasi il 90% del commercio globale e di circa 2/3
dell'approvvigionamento mondiale di petrolio e gas.
Senza contare che il 99% del traffico di dati scorre nei cavi
sottomarini. I nostri cellulari funzionano solo perché c'è
il mare!
La presenza di una flotta mercantile consistente e rinnovata è
un elemento strategico di lungo periodo per la competitività
degli Stati nel circuito economico internazionale.
Utilizziamo il mare per il 60% del nostro interscambio
commerciale.
La componente marittima è preponderante anche nel
commercio estero europeo: nel 2022 il 74% delle tonnellate di merci
scambiate ha utilizzato la via marittima.
Nel contesto UE, a luglio 2023 l'Italia si colloca all'ottavo
posto per navi di bandiera e al sesto per controllo.
Il mare è un asset strategico per il “Made in
Italy” e la nostra flotta ne rappresenta un'eccellenza.
Eccellenza di cui è ben cosciente il Ministro delle
Imprese e del Made in Italy nella sua azione di tutela e
potenziamento della capacità industriale del Paese.
Alla fine del 2022 la flotta mercantile italiana contava 1.255
navi per un totale di 13.7 milioni di tonnellate di stazza lorda.
La flotta italiana serve i diversi settori economico-sociali del
Paese.
Le navi da carico liquido e secco assicurano
l'approvvigionamento di materie prime, energetiche e alimentari, sia
nel traffico internazionale che nei trasporti costieri e di
cabotaggio, dove da sempre vantiamo imprese nostre associate di
assoluta eccellenza. Senza contare le unità da carico
convenzionale, indispensabili per l'industria, in special modo
quella meccanica.
Siamo anche tra i principali operatori al mondo di navi car
carrier.
Il bunkeraggio marittimo, nonostante le ridotte dimensioni, è
strategico per la movimentazione dei passeggeri e delle merci ma
anche per il rifornimento energetico nazionale. Il settore necessita
di un urgente intervento amministrativo per essere competitivo, a
maggior ragione nella delicata e costosa fase di transizione verde.
I supply vessel sono essenziali per la sicurezza e
l'approvvigionamento delle piattaforme energetiche marine di
interesse nazionale.
I rimorchiatori, utilizzati nei servizi tecnico-nautici nei
porti a presidio della sicurezza della navigazione insieme a
pilotaggio e ormeggio, svolgono anche importanti attività di
trasporto in alto mare.
Sono italiane, e nostre associate, la più grande nave
posacavi del mondo, così come la nave rompighiaccio che ha
toccato il punto più a sud del globo mai raggiunto da
un'imbarcazione.
Come tutti sanno, l'Italia è ai vertici del trasporto via
mare di passeggeri: vantiamo la prima flotta di traghetti al mondo.
Ricordiamo che nel 2022 le merci movimentate nei porti italiani
con i Ro-Ro (120.8 milioni di tonnellate) hanno superato quelle
trasportate con i container (119.5 milioni) di cui invece si parla
sempre.
Con l'uscita dalla pandemia, il turismo via mare con il
tricolore a poppa è tornato ad essere leader europeo. Il
crocierismo nazionale, complementare e strategico per l'intera
filiera turistica del Paese, si colloca quest'anno al secondo posto
al mondo per flotta controllata ed è primo in Europa per PIL
generato e occupazione, diretta e indotta.
Nel 2023 sfioreremo i 13 milioni di passeggeri movimentati dalle
navi da crociera nei porti italiani nel 2023 - record storico negli
ultimi trent'anni - superando i 12.3 milioni del 2019, prima della
pandemia.
Siamo inoltre orgogliosi del ruolo fondamentale che il trasporto
marittimo svolge per assicurare la continuità territoriale
con le nostre grandi e piccole comunità isolane, tutelando i
diritti costituzionali alla libera circolazione e all'uguaglianza
dei cittadini.
Con la recente riforma dell'art. 119 della Costituzione il Paese
si è impegnato a “promuovere le misure necessarie a
rimuovere gli svantaggi derivanti dall'insularità”.
Tale comparto, in particolare quello rimasto iscritto nel primo
registro, sta però subendo e assorbendo il progressivo
aumento dei costi del trasporto e ha bisogno di un segnale forte da
parte del Governo.
Diversamente, sarà costretto ad aumentare le tariffe per
mantenere gli attuali elevati standard di servizio.
Confitarma chiede al riguardo di aprire un tavolo ad hoc presso
il nostro Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
TRANSIZIONE GREEN DELLO SHIPPING
Il trasporto marittimo è un'industria altamente complessa
e regolata: durante l'intero ciclo di vita, a partire dal taglio
della prima lamiera fino alla demolizione, una nave è
soggetta a un'enorme quantità di controlli e regole per
garantire la sicurezza della navigazione, la salvaguardia della vita
umana e la tutela dell'ambiente.
Quest'ultimo aspetto è diventato negli ultimi anni
particolarmente delicato per lo shipping, chiamato a dare un
importante contributo nel contrasto al cambiamento climatico e alla
decarbonizzazione. Ciò, sebbene a livello globale sia
responsabile solo di circa il 2% di emissioni di CO2 e di circa il
3% di gas serra (GHG).
Come è noto, a livello internazionale ed europeo sono
stati fissati obiettivi molto ambiziosi.
Nel 2023 sono entrati in vigore Energy Efficiency Existing Ship
Index (EEXI) e il Carbon Intensity Index (CII) dell'IMO e, a livello
europeo, le misure previste nell'ambito del “Fit for 55
climate package”: FuelEU Maritime, AFIR e EU-ETS.
Gli indici EEXI e CII assegneranno un rating alle navi in base
al livello di emissioni; hanno l'obiettivo di migliorare il
rendimento energetico delle navi. Hanno però dei limiti. Il
CII, ad esempio, è particolarmente penalizzante per le navi
come i traghetti e le navi da crociera che, nell'arco di un dato
intervallo di tempo, trascorrono molto tempo in porto dove i consumi
sono molto ridotti rispetto alla fase di navigazione.
Auspichiamo che l'IMO apporti uno specifico correttivo per non
penalizzare le soste prolungate in banchina.
D'altra parte, l'UE mira a ridurre le emissioni nette dei gas
responsabili dell'effetto serra di almeno il 55% rispetto ai livelli
del 1990 per raggiungere la neutralità climatica entro il
2050.
È grave constatare che già l'anno prossimo il
settore marittimo verrà inserito all'interno dell'ETS, il
sistema di scambio di quote di emissioni di gas effetto serra.
Sarà inevitabile l'incremento del costo del trasporto
marittimo da e per i porti dell'UE. I settori più penalizzati
saranno quelli dei traffici intracomunitari e del nostro cabotaggio,
in particolare le navi traghetto, vettori delle Autostrade del Mare
e al servizio della continuità territoriale.
Senza un intervento correttivo, l'UE rischia di contraddire se
stessa ingenerando un dannoso modal back shift, cioè il
ritorno dei camion dalle navi alla strada, con conseguente e
paradossale incremento delle emissioni di agenti inquinanti.
Sono 2.6 milioni di tonnellate di emissioni di CO2 che oggi
evitiamo!
Anche le tecnologie di cattura del carbonio per evitarne la
dispersione in atmosfera (Carbon Capture and Storage - CCS) possono
contribuire in modo significativo al raggiungimento degli obiettivi
previsti per lo shipping.
Ma a rischio sono anche i nostri porti. Assoporti ha denunciato
con preoccupazione che le navi scaleranno quelli di altri paesi del
Mediterraneo non soggetti alle regole comunitarie.
Per tali ragioni Confitarma, in linea con la posizione
dell'ECSA, l'associazione degli armatori europei, è da sempre
contraria all'adozione di soluzioni a carattere regionale,
distorsive rispetto alle misure adottate a livello globale.
Supportiamo quanto proposto da ICS: una tassa per ogni
tonnellata di carburante fossile acquistato dalle navi, pagata da
tutti. Trecento milioni di tonnellate necessarie per muovere ogni
anno la flotta mondiale potrebbero generare risorse stimate tra 12 e
15 miliardi di dollari gestiti dall'IMO.
In ogni caso, le entrate generate dalla tassa proposta da ICS o
dal meno sostenuto ETS europeo dovrebbero comunque essere raccolte
in un fondo dedicato al solo trasporto marittimo per la ricerca e
l'innovazione tecnologica connesse alla transizione green, ridurre
il differenziale di prezzo tra i combustibili più virtuosi e
quelli tradizionali nonché mitigare i potenziali effetti
distorsivi e diseconomici tra le diverse modalità di
trasporto.
Gli obiettivi della decarbonizzazione devono essere realistici e
accompagnati da adeguati incentivi.
Problemi complessi non possono essere risolti con “meri
slogan”.
Una cosa è chiara: al momento, una soluzione tecnologica
per rendere lo shipping a zero emissioni ancora non esiste.
Non conosciamo il "carburante del futuro", in che
quantità e dove sarà disponibile ma sappiamo che il
suo costo sarà probabilmente molto elevato e che il
rinnovamento della flotta esistente, oltre che dalla disponibilità
delle differenti tecnologie, sarà condizionato anche dal
vincolo di capacità dei cantieri.
Al riguardo, recentemente Confitarma ha collaborato attivamente
con ENI e RINA alla stesura di due studi volti a individuare le
possibili soluzioni per la decarbonizzazione: dal GNL ai biofuels,
al metanolo, l'ammoniaca, le batterie, l'idrogeno fino al nucleare.
L'armamento italiano lavora per la transizione energetica: i 3/4
delle navi in orderbook prevedono alternative fuels.
Ma si tratta di un percorso lungo e complesso con ingenti costi
per la ricerca, l'innovazione e l'ammodernamento delle flotte.
La volontà degli armatori da sola non basta e le risorse
finanziarie private sono insufficienti per raggiungere gli ambiziosi
obiettivi previsti.
Ci attendiamo che, come negli altri Paesi marittimi, il Governo
sostenga le sue imprese in questo sforzo per evitare che l'industria
marittima nazionale diventi meno competitiva nei mercati
internazionali.
Chiediamo al Ministero dell'ambiente e della sicurezza
energetica, che ricordiamo include il Reparto Ambientale Marino del
Corpo delle Capitanerie di porto, di accompagnarci in questo
complesso percorso.
È altrettanto fondamentale che il Paese si doti delle
infrastrutture portuali necessarie a rifornire le navi con i nuovi
combustibili: dai depositi costieri alle unità navali per il
rifornimento ship-to-ship, le cosiddette bettoline, navi sempre più
evolute e complesse.
Senza dimenticare il cold ironing, l'elettrificazione delle
nostre banchine, per la quale il Fondo Complementare ha stanziato
circa 700 milioni di euro per consentire all'Italia di prepararsi a
rispettare gli obblighi del Regolamento AFIR riguardanti la
realizzazione di una infrastruttura europea per i combustibili
alternativi.
Ma quale sarà il costo del servizio erogato alle navi?
Con quali fonti energetiche sarà prodotta l'elettricità?
Sarà veramente più pulita dei combustibili utilizzati
a bordo? Sono temi da affrontare con coraggio e onestà
intellettuale per utilizzare al meglio le ingenti risorse pubbliche
impegnate.
ENERGIA CHE VIENE DAL MARE
La “Relazione sulla situazione energetica nazionale 2022”
conferma la dipendenza del nostro Paese da fonti di
approvvigionamento estere.
Se desideriamo diversificare le fonti occorre che il Paese
investa su ciò che è per sua natura flessibile: le
navi - infrastrutture mobili per eccellenza - che consentono di
raggiungere rapidamente altri mercati.
Anche nel settore del gas, che perlopiù arriva tramite
gasdotti, il trasporto marittimo potrebbe contribuire a ridurre la
dipendenza da pochi fornitori.
Per farlo è necessario sostenere lo sviluppo della flotta
di gasiere e prendere una posizione decisa sui rigassificatori. Sarà
anche interessante seguire gli sviluppi delle altre fonti
energetiche legate al mare, in primis l'eolico offshore.
Chiediamo che al più presto venga istituito un tavolo
istituzionale per la politica energetica dei prossimi decenni che
ricomprenda anche i trasporti marittimi, a cui Confitarma potrà
dare un prezioso contributo.
SHIPPING E FINANZA
Passando ai temi legati al credito e alla finanza, Confitarma è
stata particolarmente attiva, sia a livello nazionale che in ambito
internazionale, in primis presso l'ECSA, con particolare attenzione
al tema del green finance.
Più in dettaglio, vi è stata una costante
interlocuzione tecnica e politica con le principali Istituzioni
(Ministero dell'Economia e delle Finanze, Bankitalia, EBA,
Parlamento Europeo, Commissione Europea) e Associazioni (ABI,
Confindustria) sui temi strategici della riforma del Regolamento di
Basilea (c.d. Basel III Plus) e della “Tassonomia”
Europea.
Su entrambi i fronti sono stati conseguiti importanti risultati
che consentiranno nel breve e medio futuro un migliore accesso al
credito da parte delle nostre aziende, soprattutto in funzione della
transizione energetica.
Per quanto concerne in particolare la “Tassonomia”,
è stato anche istituito uno specifico gruppo di lavoro in
Confitarma che vede la partecipazione dei principali organismi
tecnici e finanziari, pubblici e privati (Banche, CDP, SACE, MEF,
RINA, ABI).
È grave ritenere non tassonomici, sempre e comunque, i
trasporti di prodotti fossili, prodotti da cui l'economia mondiale
dipenderà ancora per anni. Le nostre navi, poi, li dovranno
usare per muoversi, non dimentichiamolo. Lo shipping è un
settore hard to abate, ma se non esistesse metà della
popolazione morirebbe di fame e l'altra metà di freddo!
Oggi i carichi liquidi già rappresentano circa il 30% del
commercio marittimo mondiale ma con l'aumento dell'utilizzo di
carburanti alternativi e, quindi, della necessità del loro
trasporto, tale percentuale non potrà che aumentare, anche
oltre il 50%.
Infatti, tali nuovi carburanti hanno un minore potere calorifico
e, quindi, ne occorrerà maggiore quantità.