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Un porto, in posizione stategica, che per cinquant'anni è stato utilizzato solamente per scopi militari. Ora Kerch, in Crimea, sta cercando di convertire il suo scalo ad attività commerciali ed ha chiesto consulenza e collaborazione al porto di Genova.
Il porto ucraino vuole avvantaggiarsi della propria collocazione geografica, posto com'è all'imbocco del Mare d'Azov. Kerch infatti non solo è alle porte dei mercati dei Paesi dell'Est europeo e a due passi dalla Russia meridionale, ma è anche punto di riferimento per l'area del Mar Caspio, con vie fluviali verso l'Azerbajdzhan e l'Iran.
Da circa un anno è iniziata l'operazione di riconversione alle merci promossa dalle autorità locali che puntano sulla formazione dei propri tecnici per garantire al porto uno sviluppo organico e efficace. Per questo sono ora giunti a Genova quattro specialisti in attività portuali accompagnati da Andrei Sentchenko, ex primo ministro della Crimea e attuale direttore generale del Comitato nazionale per lo sviluppo della Crimea. I tecnici seguiranno un percorso di formazione di tre mesi e torneranno in Ucraina, accompagnati da personale italiano, per avviare la gestione di una banchina dello scalo.
Il rapporto Genova - Kerch non è stato comunque avviato a senso unico. Da parte ligure c'è infatti la voglia di guardare più lontano e l'orizzonte orientale, dopo la caduta delle barriere politiche, non è più un miraggio.
Alla presentazione della delegazione ucraina, svoltasi oggi a Palazzo San Giorgio, il presidente dell'Autorità Portuale di Genova, Giuliano Gallanti , ha sottolineato le garanzie di sviluppo dei traffici che sono offerte dai mercati dell'Est. Ad oriente stanno già guardando i porti del Nord Europa che, grazie ad un grande potenziamento della rete infrastrutturale e del sistema logistico che li supporta, sono già lanciati verso la 'conquista' di queste aree. Solo Trieste, in Italia, sta lavorando per sfruttare le nuove frontiere commerciali.
La concorrenza con i porti del Nord si gioca - ha affermato Gallanti - anche su questo terreno. E per acquisire competitività Genova, oltre a stringere sempre più strettamente l'alleanza con Barcellona e Marsiglia, è alla ricerca di altre sinergie e guarda con interesse ai porti del Mediterraneo orientale. C'è quindi la piena intenzione di instaurare con Kerch un rapporto collaborativo stabile e di riavviare un canale di traffico che ha radici storiche, visto che in quelle terre sono ancora vive le memorie dei mercanti e dei marittimi genovesi.
Per il porto, e attraverso i collegamenti ferroviari con Ucraina e Russia di cui Kerch dispone, si intende attivare un importante traffico di frutta. Ma lo scalo potrà essere utilizzato anche dall'industria siderurgica delle ex repubbliche sovietiche: traffici di rilievo potranno essere costituiti da metalli, acciai, oltre che da prodotti chimici.
Lo sviluppo di Kerch è inoltre monitorato con interesse dalle altre istituzioni e società coinvolte, insieme con l'Autorità Portuale genovese, nell'attività di formazione dei tecnici: Provincia di Alessandria, Interporti di Arquata e Rivalta Scrivia, Terminal Frutta di Genova, Goth Logistics Services di Basilea e Studi Associati SA di Lugano sono convinti che questa collaborazione potrà giovare allo sviluppo anche delle aree poste oltre l'Appennino. L'assessore ai Trasporti e alle Infrastrutture della provincia di Alessandria, Gian Carlo Scotti, ha detto che questa zona vuole diventare "l'hinterland del porto di Genova", ma la condizione per poter assumere questo ruolo è la realizzazione del terzo valico ferroviario tra Liguria e Piemonte.
Bruno Bellio
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