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La "Grande Nave Blu: l'unica nave che ha dentro il mare", recita lo slogan dei manifesti che pubblicizzano le nuove aree espositive dell'Acquario di Genova. E' certamente singolare che una parte di acquario venga ospitata su una nave, pur ormeggiata stabilmente alla banchina del porto antico. Ma la frase non è del tutto veritiera, visto che la nave ospita oltre a vasche, acqua, animali marini, anche (e soprattutto) vegetazione, rocce, clima e suoni di un ambiente tropicale. Perché nella stiva della "Grande Nave Blu" è riprodotta la foresta e la barriera corallina del Madagascar, la vegetazione lussureggiante del tropico del Capricorno.
Il contatto più diretto tra visitatore e natura, che nella parte 'vecchia' dell'acquario è affidato a passerelle sospese sulle vasche dei pesci, delle foche, delle tartarughe, è qui ancora più intenso, più coinvolgente: un tortuoso percorso si snoda in mezzo al verde intenso di foglie carnose, a fiori dai colori accesi, a corsi d'acqua, a cascatelle che ricostruiscono un ambiente la cui esistenza è purtroppo minacciata. Il territorio della grande isola africana, ricco sino a pochi anni fa di fauna e flora, sta infatti subendo una drammatica aggressione da parte dell'uomo. I nuovi spazi dell'Acquario di Genova sono quindi anche una testimonianza e una denuncia del degrado in cui viene progressivamente abbandonato uno degli angoli vergini del pianeta.
Il percorso nel ventre della nave, che è ormai diventato parte integrante, anzi il cuore dell'Acquario, si conclude con una grande vasca tattile, dove la distanza tra il visitatore e la natura è annullata. Abbiamo visto oggi, giornata di inaugurazione della "Grande Nave Blu", bambini, ragazzi e adulti affascinati dalla possibilità di toccare, sfiorare le razze, i rombi, le gallinelle che popolano questa vasca di 100 metri quadrati di superficie, con una delicatezza ed un 'affetto' che sembrava quasi ricambiato.
Certo dietro questa vetrina sulla natura si nasconde un grande sforzo, economico e umano. Sono occorsi 2 anni per la progettazione e la realizzazione della struttura, con il coinvolgimento di 50 persone tra architetti, grafici, scenografi, biologi, e l'investimento è stato di 13 miliardi di lire. Un impegno gravoso, ma il risultato ha soddisfatto prima di tutto i promotori. Dalle parole di saluto di Nicola Costa, presidente di Costa Aquarium, la società che gestisce l'Acquario di Genova, traspariva - nonostante la tradizionale riservatezza che lo contraddistingue - l'emozione di chi presenta un lavoro in cui ha speso fatica ed energie e in cui crede fermamente. Il ringraziamento di Costa è andato a tutte le persone coinvolte, a qualsiasi titolo, nel progetto. Tra questi Philippe Vallette, direttore generale di Nausicaã e presidente e direttore generale di Nausicaã Developpement: al gruppo francese è stato affidato il progetto della "Grande Nave Blu". Costa ha sottolineato anche la collaborazione di Renato Picco, presidente di Porto Antico spa, società che gestisce le aree che ospitano l'Acquario, e il contributo di Giulio Relini, presidente del consiglio scientifico dell'Acquario di Genova.
La nuova zona espositiva, che si aggiunge ai 7000 metri quadrati della struttura esistente, copre 2400 metri quadrati, comprende 19 nuove vasche e ospiterà - a completamento dei processi tecnici di adattamento dei nuovi ambienti - 120 specie animali, per un totale di 1200 esemplari. Il percorso completo che i visitatori possono effettuare nel rinnovato Acquario passa da un'ora e mezza a due ore e mezza. I nuovi orari di visita sono i seguenti: da lunedì a venerdì dalle 9.30 alle 18.30 (ultimo ingresso 17.00); sabato, domenica e festivi dalle 9.30 alle 20.00 (ultimo ingresso 18.30). Dal 1 ottobre al 31 marzo la struttura resta chiusa il lunedì.
Nicola Costa ha concluso il suo intervento sottolineando la necessità di mantenere viva l'attrattiva dell'Acquario. Un proposito realizzato con la nuova "Grande Nave Blu", che costituisce un forte richiamo anche per chi ha già visitato l'esposizione. Ma ha anche ricordato il valore culturale e ambientale di un'iniziativa che vuole portare la gente alla comprensione e alla tutela del patrimonio naturale, perché - come dice la significativa citazione Masai che chiude simbolicamente il nuovo percorso - "questa terra non ci è stata regalata dai nostri progenitori. Essa ci è stata prestata per i nostri figli". |
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