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Confetra, la Confederazione generale italiana del traffico e dei trasporti, lamenta da tempo l'assenza di normative che regolamentino la logistica italiana, mancanza che lascia il settore in uno stato di incertezza. In questi ultimi mesi l'associazione si è assunta il compito di elaborare un "contratto-tipo di logistica integrata', auspicando che "possa costituire il punto di partenza di un approfondimento mirato alla costruzione di un quadro regolamentare che riconosca alla logistica italiana il ruolo che le compete per il sistema produttivo nazionale".
Per superare il vuoto normativo attuale il contratto - presentato oggi a Milano su iniziativa del vicepresidente di Confetra Sebastiano Gattorno - propone anzitutto alcuni passaggi preliminari, come la definizione di un glossario logistico condiviso e di patti specifici "che esistono fra le parti senza tuttavia introdurre vincoli che si contrappongano al continuo evolversi della dinamica operativa".
Confetra sottolinea però che oltre agli aspetti propositivi del contratto, il documento vuole essere anche uno strumento immediatamente operativo per gli operatori e gli utenti del settore.
Sul piano strettamente normativo Confetra sottolinea come la definizione dei "limiti di responsabilità accettabile per rischi che sono sproporzionati rispetto ai risultati economici derivanti dalle attività di logistica" sia la parte più problematica. Un problema che il contratto risolve con il riconoscimento della responsabilità dell'operatore per perdita e/o avaria delle merci a lui affidate, ma limitandone la portata e richiamando le discipline delle principali convenzioni internazionali in materia di trasporto.
"Un problema analogo - afferma Confetra - coinvolge gli operatori multimodali cui vengono applicate le norme del codice civile che non contengono limiti di responsabilità e non permettono quindi all'operatore di fare riferimento ad una disciplina uniforme di ripartizione del rischio, recepita anche sul fronte assicurativo, dove la copertura vale per il singolo segmento, in netta contrapposizione con la logica di ciclo globale, che si è affermata invece nella gestione quotidiana dei traffici e che è necessario garantire ai clienti".
Il gruppo di lavoro della Confetra, formato oltre che da Sebastiano Gattorno, presidente del gruppo Serra, da Emilio Fadda, avvocato esperto in materia marittimo-trasportistica, e da Rosangela Radaelli del centro studi gruppo Serra, ha voluto esaltare il 'concetto di partnership logistica', stabilendo un rapporto di co-progettazione cliente-operatore che "è orientato alla definizione di un servizio mirato in modo da rispondere alle esigenze del cliente in tutte le fasi del ciclo raccolta-distribuzione ed in quelle intermedie per tutte le relazioni Italia-Europa-Mondo. L'introduzione di un 'progetto' corrisponde ad una prassi sempre più diffusa nelle organizzazioni logistiche che si confrontano con le esigenze del cliente secondo un approccio che privilegia l'analisi e la soluzione dei problemi e conduce alla definizione di un sistema progettuale articolato che valuta le necessità, rileva le criticità ed individua le soluzioni definendo i metodi di controllo, i piani di miglioramento e quant'altro necessario per la completa personalizzazione del servizio".
La necessità di introdurre una normativa è per Confetra resa evidente dallo sviluppo crescente del settore: "in Italia la fattura logistica, cioè il valore totale dei servizi logistici escluso il trasporto, supera i 150.000 miliardi di lire e di essa solo il 13% è terziarizzata, cioè affidata a imprese esterne specializzate, ma tale quota è in costante aumento secondo un trend già verificato nei sistemi economici più evoluti. In assenza di definizioni e di disciplina legislativa positiva, i rapporti tra fornitori e utenti dei servizi logistici tendono, in caso di conflitto, ad essere ricondotti a delle figure civilistiche tipiche quali il semplice trasporto o il deposito delle merci, che peraltro, pur essendo ricompresi nella funzione logistica, non ne esauriscono assolutamente i contenuti". |
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