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Le problematiche ambientali sono da tempo studiate e affrontate nell'ambito di qualsiasi moderna attività industriale, in quanto parte integrante del ciclo produttivo e distributivo. Solo recentemente invece questi temi sono stati oggetto di indagine da parte di chi si occupa della gestione di porti e infrastrutture portuali. Al porto, anello mediano della catena che lega la produzione al consumo, non è mai stato assegnato lo status di industria, forse perché il concetto di impianto industriale è spesso rimasto legato agli stereotipi della ciminiera e dei capannoni. La nuova cultura della logistica ha iniziato a cambiare questo atteggiamento, assegnando al porto il ruolo di impresa, spesso più complessa e articolata di altre realtà industriali e soggetta anch'essa a problemi di carattere ambientale. Un segnale di svolta viene dall'attenzione che le istituzioni pubbliche hanno posto a questo tema, di cui si è fatto carico anche l'Unione Europea. L'inquinamento portuale non tiene infatti conto della diversa collocazione geografica degli scali, e i problemi sono spesso comuni, ma vengono risolti in maniera diversa e con costi differenti.
Per affrontare in maniera organica queste problematiche dieci fra i maggiori porti europei, in cooperazione con l'European Sea Ports Organisation (ESPO), hanno aderito al progetto ECO-information in European Ports che è stato proposto e finanziato nell'ambito del programma Transport (sezione 'waterborne transport') della Commissione Europea (DG VII). Il gruppo è coordinato dal porto di Amsterdam, ed è composto come prime partners dagli scali di Anversa, Barcellona, Genova, Götebord, Rotterdam e dalla British Ports Association. Al progetto sono inoltre associati numerosi altri porti europei, la Associated British Ports, le università di Cardiff, della Catalogna e di Amsterdam, i subcontractor ESPO-ECEPA (Rotterdam) e Willems and Wildenberg (L'Aia) e un gruppo di partner italiani e francesi: Agenzia Nazionale per la Protezione dell'Ambiente (ANPA), Socesca, Crocean, Ifremer, Tea Consult e Provincia di Genova.
L'attenzione ai problemi ambientali nei porti sta crescendo. Herman Journeé, che svolge per il porto di Amsterdam la funzione di coordinatore del progetto, ha ricordato infatti che oggi a Genova, dove è stata presentata l'iniziativa, si sono riuniti trenta porti per discutere questi temi, mentre allo scorso appuntamento se ne erano presentati solo quattro. Non solo, ma l'ambito della ricerca ha allargato di molto i propri confini, interessando circa 300 scali. "ECO-information - ha detto Journeé - vuole dare soluzioni pratiche ai problemi ambientali": le informazioni raccolte in ogni porto saranno infatti ordinate in una banca dati, resa disponibile su Internet nel sito di Eco Ports (http://www.ecoports.com). "Chi vorrà essere informato su come sono trattate le polveri nel porto di Rotterdam - ha aggiunto il presidente dell'Autorità Portuale di Genova Giuliano Gallanti - con questo sistema potrà saperlo". Journeé ha sottolineato che nell'affrontare questi temi ci si scontra sempre con problemi economici: "molti problemi di inquinamento nei porti sono comuni, ma sono differenti le soluzioni e differenti anche, spesso in maniera accentuata, i costi. Ad esempio il costo per pulire un'area portuale con un determinato metodo è di 300 dollari al metro cubo, mentre con un altro sistema è solo di 30 dollari al metro cubo. Ma il tempo per implementare la soluzione più economica è più di un anno, mentre per quella più cara è di alcune settimane".
Il progetto ECO-information non sarà però solo limitato agli aspetti pratici: "siamo interessati - ha detto Journeé - anche alle soluzioni politiche" e in questo senso verranno date indicazioni alla Commissione Europea sulla praticabilità delle differenti leggi ambientali.
"Saranno tre i principali prodotti di ECO- information", ha detto Alfredo Leonardi, responsabile dell'Agenzia Nazionale per la Protezione dell'Ambiente (ANPA) per il progetto. "Il primo consisterà in un metodo di autodiagnosi a servizio dei manager portuali, per permettere di valutare periodicamente la situazione dal punto di vista ambientale, il secondo consisterà in una banca dati disponibile su Internet, che servirà a tutti i porti per vedere come vengono affrontati i problemi, e infine ci sarà la stesura di una guida tecnico-metodologica con la descrizione dei sistemi-base per l'ottimizzazione delle procedure di rilevamento ambientale". "La guida metodologica - ha aggiunto Leonardi - verrà sviluppata analizzando due situazioni modello: l'ANPA sta studiando il porto di Genova, dove sono state riscontrate alcune problematiche, mentre i colleghi francesi si stanno occupando di Marsiglia".
In particolare, dall'indagine in corso sul porto di Genova è emerso che:
- dopo alcuni interventi realizzati all'interno delle aree portuali (chiusura ermetica delle linee di trasporto del carbone immagazzinato in cumuli nel 'Terminal Rinfuse', protezione dal vento degli stessi cumuli tramite stesura di appropriati 'films' isolanti, adozione di adeguati macchinari di pulizia e innaffiamento dei piazzali, ecc.) che hanno comportato investimenti per più di 400.000 ECU, sono state riscontrate presso la stazione di Barabino per il rilevamento della qualità dell'aria, concentrazioni di polveri sospese che, nei valori medi, sono inferiori ad un terzo e nei valori massimi (95° percentile) sono pari ad un quarto dei limiti di legge.
- parimenti, per evitare l'inquinamento delle vulnerabili acque portuali da parte degli scarichi civili ed industriali sono operativi sei depuratori che trattano 202.000 m³/giorno di acque reflue urbane. Un ulteriore impianto di trattamento realizzato a Sestri Ponente, e che prevedibilmente servirà anche il bacino di utenza prospiciente Multedo, è attualmente in fase di avviamento. E' inoltre in via di realizzazione un depuratore nella zona di Prà che servirà il bacino di utenza di Voltri e, prevedibilmente, parte di quello di Pegli. A regime, l'intero sistema di depurazione dell'arco costiero di Genova permetterà di trattare a 251.400 m³/giorno di acque reflue per un totale di 1.021.900 abitanti equivalenti. L'attuale configurazione depurativa garantisce largamente il rispetto dei parametri di qualità fissati dalle normative regionali (L.R. 43/95) e nazionali per le acque reflue scaricate in mare.
L'entrata a regime dell'intero sistema depurativo permetterà un ulteriore miglioramento di tale qualità. - per quanto riguarda i dragaggi, le esperienze effettuate in passato ed i risultati positivi riscontrati, consentono di prevedere l'acquisizione dell'autorizzazione ministeriale per ulteriori dragaggi controllati di mantenimento all'interno degli sporgenti del porto.
B.B.
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