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 Claudio Burlando, ministro dei Trasporti e della Navigazione nello scorso esecutivo, è fiducioso riguardo alle potenzialità del settore trasportistico italiano e ritiene che possano essere sfruttati i notevoli margini di crescita di cui dispone. L'ottimismo è legato a valutazioni sia sul nuovo assetto dei traffici mondiali, che ha riportato il Mediterraneo al centro degli scambi tra Europa e Far East, che sui processi di ristrutturazione e riorganizzazione dei diversi comparti del trasporto nazionale.
Delineando gli orientamenti della politica dei trasporti in Italia, nell'ambito dei seminari di economia dei trasporti organizzati presso la facoltà di Economia di Genova dal corso del professor Enrico Musso, Burlando ha parlato ieri della rinnovata competitività di cui godono i porti italiani: completato o quasi il quadro degli scali di transhipment e di destinazione finale, le ultime operazioni potranno consistere, se si concretizzeranno, nell'insediamento del maltese Freeport Terminal nel container terminal del porto di Brindisi e in quello della PSA Corporation di Singapore nel container terminal Darsena Toscana del porto di Livorno; iniziativa quest'ultima per cui - ha detto Burlando - "credo che si concluderà l'accordo". A parte le infrastrutture portuali, "bisogna però chiedersi - ha aggiunto - se la legge 84/94 di riforma portuale vada ampliata": Burlando ha infatti sottolineato come questa normativa ponga dei vincoli alle concentrazioni, "secondo principi che potevano avere validità negli anni scorsi, ma ora - ha affermato - si possono creare in Italia imprese forti, che abbiano più terminal".
Passi avanti sono stati compiuti anche nel settore armatoriale. L'introduzione del registro internazionale di navigazione, diventato operativo lo scorso aprile dopo l'istituzione avvenuta a febbraio, ha ridato competitività alla bandiera italiana, che può diventare appetibile anche per flotte legate per diversi motivi all'Italia: "ad esempio l'armatore svizzero-partenopeo Aponte (Mediterranean Shipping Company - ndr.) ed Evergreen potrebbero avere un interesse nel registro italiano". Burlando ha comunque concordato sull'introduzione di correttivi - chiesti da più parti - alla normativa sul registro bis e ha ricordato che c'è "l'intenzione di presentare un disegno di legge sulla fiscalità per il cabotaggio".
Più lenta la crescita del settore dell'autotrasporto e di quello ferroviario. In particolare nel primo, che è stato liberalizzato lo scorso 1° luglio, è atteso a giorni l'avvallo da parte dell'Unione Europa dei finanziamenti per 1.700 miliardi di lire assegnati dalla legge 454/97. Burlando non è però preoccupato per il futuro di questi due comparti, ma casomai di quello aeroportuale: se l'ingresso di soggetti stranieri nella gestione delle infrastrutture stradali e ferroviarie non dovrebbe comportare infatti alcun inconveniente, ma solo vantaggi per lo sviluppo dei traffici, nel settore aereo questa ipotesi - ha commentato - potrebbe invece non rivelarsi un fatto positivo per gli interessi italiani. Burlando ha ricordato con quanta difficoltà sia stata accettata la creazione di un grande hub come quello di Milano Malpensa, con una "cargocity che punta ad oltre 1 milione di tonnellate di merce l'anno" ed ha espresso il timore che l'affidamento di scali aeroportuali ad imprese straniere possa essere utilizzato per comprimere le potenzialità che il sistema italiano sta iniziando a mostrare. Favorevole si è invece dichiarato riguardo un'eventuale allargamento dell'alleanza tra KLM e Alitalia al vettore francese Air France.

Bruno Bellio
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