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"Ci sono delle scusanti", ha detto il capo unità della DG VII (Trasporti) della Commissione Europea Roberto Salvarani motivando il fatto che la politica europei dei sistemi di trasporto sia stata sinora incentrata sul potenziamento delle infrastrutture centro-europee: 2500 anni di storia che hanno fatto sì che le regioni sulla direttrice Nord-Sud del continente europeo siano quelle a più alta densità abitativa, dove maggiormente si è sviluppata la rete infrastrutturale dei collegamenti via terra. Salvarani ha però anche spiegato perché è necessario riequilibrare il sistema dei trasporti, come previsto dalla stessa Unione Europea, intervenendo al seminario su 'Trans-European Transport Network - Linee-guida e quadro delle priorità del Piano delle Reti Trans-Europee, svoltosi oggi a Palazzo Ducale a Genova e organizzato dalla Regione Liguria in collaborazione con l'Ufficio AMRIE per il Mediterraneo e con il supporto dell'ILRES (Istituto Ligure di Ricerche Economiche e Sociali).
La politica dei trasporti comunitaria è però ambigua, con differenze tra le intenzioni e le azioni, e delle correzioni di rotta sono necessarie perché attualmente "si continua ad investire dove c'è più congestionamento". L'affermazione di Salvarani è avvalorata dalla seguente tabella relativa alla suddivisione delle risorse impegnate per lo sviluppo delle reti transeuropee dei trasporti:
Region | | % of support via the TEN |
Mediterranean | 20,6% | |
Atlantic Arc | 19,4% |
Centre Europe | 32,6% |
Baltic | 14,3% |
Crossborder | 13,1% |
Il centro Europa, nettamente più infrastrutturato delle altre aree, gode ancora delle maggiori attenzioni dell'Unione. Anche aggiungendo i fondi di coesione e i fondi strutturali - ha infatti spiegato - le percentuali cambiano in maniera poco sensibile.
Lo squilibrio, oltre che geografico, riguarda anche le diverse modalità di trasporto, con investimenti che nel periodo 1995-1998 hanno privilegiato ferrovie e strade, trascurando il trasporto marittimo e l'attività portuale.
| | Support '95-'98 |
| MECU | | % |
Railways | 827 | 61 |
Road | 175 | 13 |
Inland Waterways | 14 | 1 |
Sea / Ports | 24 | 2 |
Airports | 56 | 4 |
Traffic Management | 250 | 19 |
Total | 1346 | 100 |
Gli ostacoli che si incontrano a Bruxelles nel cercare di promuovere la modalità di trasporto marittima sono grandi: tra questi una proposta che - ha detto Salvarani - prevede che i finanziamenti infrastrutturali nei porti non debbano beneficiare dei fondi TEN.
Le risorse TEN sono inoltre distribuite privilegiando ancora una volta l'asse europeo Nord-Sud, che ottiene circa il 75 per cento dei finanziamenti complessivi, contro il 25 della direttrice Est-Ovest. La sensazione - ha aggiunto Salvarani - è che le nazioni centro-europee abbiano puntato a questi finanziamenti considerandoli una sorta di compensazione ai fondi di coesione di cui hanno beneficiato altri Stati membri.
L'aspetto più negativo - ha però osservato - è che non siano stati previsti investimenti nell'intermodalità, nella logistica e nell'interconnessione delle reti, nonostante quanto stabilito negli stessi documenti dell'Unione Europea. Il trasporto multimodale europeo, nella totale indifferenza delle istituzioni, "dopo un incremento del 10% negli ultimi 5 anni, si è inoltre bloccato a metà 1998 per le inefficienze delle ferrovie".
Per avviare un riequilibrio delle reti europee di trasporto - ha detto Salvarani - è necessario che le decisioni e le azioni comunitarie rispettino alcuni principi: innanzitutto che l'utenza possa influire sulle scelte infrastrutturali (cosa che oggi non avviene), che l'industria europea possa avere la certezza dei tempi di consegna, che migliori la produttività e lo sfruttamento della rete esistente, e che nella pianificazione dei corridoi e dei nodi multimodali si persegua l'eliminazione dei colli di bottiglia.
Negli interventi seguiti alla relazione del capo unità della DG VII, aperti con un intervento del presidente di Finmeccanica Sergio Carbone e introdotti dal vice presidente della Regione Liguria e presidente AMRIE Genova Graziano Mazzarello e dal coordinatore dello stesso ufficio Mario Carminati dell'ILRES, l'attenzione si è incentrata in particolare sul sistema dei trasporti italiano e sul suo ruolo in ambito europeo. Il presidente dell'Autorità Portuale di La Spezia, Giorgio Bucchioni, ha sostenuto che il "parlare di competizione con i porti nordeuropei può essere fuorviante. E' necessario invece migliorare la competività dei nostri scali e recuperare il tempo perduto: siamo infatti partiti con il processo di riforma con dieci anni di ritardo". I porti italiani hanno secondo Bucchioni urgente bisogno di collegamenti efficienti con i mercati interni e in particolare per i porti liguri è importante il raddoppio della linea ferroviaria lungo la riviera di ponente, la realizzazione del terzo valico appenninico ed è necessario affrontare "un problema ancora irrisolto, che incontra ostacoli da parte dell'attuale management delle ferrovie, cioè il raddoppio della linea Tirreno - Brennero". "La logistica - ha concluso Bucchioni - non è solo fatta di organizzazione, ma anche di infrastrutture, soprattutto in Italia".
Differente l'opinione di Giuliano Gallanti, presidente dell'Autorità Portuale di Genova, che ha da tempo avviato un'azione politica contro i porti nordeuropei, coadiuvato dagli enti portuali di Marsiglia e di Barcellona. Per Gallanti infatti le aspettative del porti mediterranei sono relegate in secondo ordine a causa di due problemi politici non risolti. Tutti concordano nell'affermare che i porti mediterranei sono la porta meridionale dell'Europa - ha spiegato il presidente dell'authority genovese parlando degli incontri svoltisi a Bruxelles - per poi rimandare però la soluzione pratica dei problemi ai vari Stati membri. Il secondo ostacolo consiste nel fatto che "l'Unione Europea non ha gli strumenti: può fare solo documenti" ha detto Gallanti lasciando intendere che al di là di vaghe rassicurazioni a Bruxelles è difficile raccogliere altro.
Critico con le scelte europee "che hanno privilegiato le aree forti" anche il segretario generale dell'Associazione Porti Italiani (Assoporti), Luigi Robba. Per Robba in Italia, oltre ad essere necessari investimenti, è però indispensabile colmare anche il gap infrastrutturale che esiste dentro gli stessi ambiti portuali.
Il parlamentare europeo Roberto Speciale ha invece ricordato le difficoltà in cui versa il trasporto ferroviario, e non solo in Italia, visto il calo nel settore merci registrato recentemente anche in centro Europa.
Bruno Bellio
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