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 Molte navi con bandiera romena si trovano sotto sequestro in porti stranieri, con equipaggi che da mesi non ricevono la paga. La flotta romena - una volta era tra le più grandi del mondo - a causa di un'amministrazione fallimentare si è ridotta a livelli minimi ed è alla mercé dei creditori.
La crisi attraversata dalla compagnia di navigazione nazionale Navrom S.A. è gravissima e la magistratura marittima di Costanza ha deciso di iniziare le procedure per dichiarare la bancarotta, affidando alla PriceWaterhouseCoopers il mandato per gestirne l'iter. L'iniziativa della magistratura prende in definitiva atto della decisione dello State Ownership Fund, che possiede il 98 per cento della Navrom: l'ente romeno ha infatti optato per la liquidazione della flotta, sommersa da debiti per decine di milioni di dollari.
Prima del collasso del comunismo avvenuto in Romania nel 1989, la Navrom possedeva 320 navi per circa 5 milioni di tonnellate di portata lorda, ed era la terza società armatoriale nella graduatoria mondiale. Ora ha soltanto 13 navi operative e 40 sotto sequestro nei porti di tutto il mondo. Nel 1990 la società venne riorganizzata in tre divisioni: la Navrom e le due società più piccole Romline e Petromin, rispettivamente impegnate nel trasporto di carico generale, in servizi di linea e in operazioni di trasporto di rinfuse solide e liquide. Il programma di riassetto societario non ha fermato però il declino e i risultati si sono rivelati catastrofici. Le maggiori perdite sono derivate da navi noleggiate con contratti di bareboat charter rivelatisi fallimentari. Nel 1997 le tre società hanno accusato perdite complessive per 305 miliardi di lei.
Il presidente della Navrom ha detto che l'immediata priorità è di assicurare gli stipendi agli equipaggi delle navi sequestrate nei porti esteri. Il processo di liquidazione della società, appena avviato, si è rivelato però molto complesso e questo non gioca a favore dei marittimi loro malgrado costretti a sopravvivere in qualche modo su navi ormai abbandonate a sé stesse. C'è ad esempio una nave della Navrom, la Smirdan, che è ferma a Singapore dal 1997, carica di lamiere d'acciaio e di fave di soya. Vi sono poi navi abbandonate dagli equipaggi che la compagnia sta cercando di vendere, ma spesso vengono offerte cifre estremamente basse. Qualche giorno fa una delle unità della Navrom, una nave giudicata efficiente, è stata venduta per 100.000 dollari in un porto turco a demolitori. "Vi sono sciacalli ovunque" ha commentato il presidente della compagnia, sostenendo anche che la decisione di liquidare la società è stata troppo affrettata. |
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