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Il servizio nordatlantico delle compagnie di navigazione Sea-Land e Maersk Line, che nel porto di New York fa capo all'Elizabeth Marine Terminal, che si trova nello Stato del New Jersey, costituisce un punto di frizione fra le autorità dei due Stati, il governatore dello Stato di New York, George E. Pataki, e il governatore dello Stato di New Jersey, la signora Christie Whitman. Quest'ultima ha promesso investimenti per impedire alle due compagnie di emigrare a Baltimora, eventualità che sottrarrebbe a New York mille posti di lavoro e un quarto del traffico, che rappresenta 20 miliardi di dollari per l'industria.
Ma Pataki, che controlla i voti dei commissari di sei autorità portuali e la cui approvazione è indispensabile per l'accordo, accusa la rivale di dividere la Port Authority of New York and New Jersey in due agenzie, una che controlla il fatturato generato da New York e l'altra quello prodotto dal New Jersey. "Non posso continuare a sostenere decisioni che procurano miliardi di dollari in investimenti per il New Jersey - ha detto - mentre la cifra a disposizione per New York è minore".
Ma la signora Whitman ha fretta. Accetta di trattare la ristrutturazione dell'agenzia da cui dipende il porto dei due Stati e gli investimenti, ma soltanto dopo aver risolto i problema del mantenimento di Sea-Land e Maersk a New York. Il contratto con la prima è già scaduto nello scorso febbraio, quello con la seconda è valido ancora per quattordici mesi.
Le due compagnie hanno gradito l'intervento e l'impegno della signora Whitman. Benché i termini della sua offerta non siano ufficialmente noti, un portavoce del governatore dello Stato di New York ha precisato che l'accordo sarebbe valido per 29 anni e comporterebbe un impegno di 1,7 miliardi di dollari.
Accordo concluso dunque? Neanche per sogno. Il governatore Pataki ha fatto sapere che non l'approverà finché New York non avrà una maggiore partecipazione. "Non permetterò che gli abitanti di New York vengano nuovamente truffati dall'autorità portuale".
La rivalità fra New York e New Jersey non è nuova. New York si è spesso lamentata perché l'agenzia che decide gli investimenti favorirebbe il New Jersey. Secondo Pataki ad esempio i profitti tratti dai due aeroporti La Guardia e Kennedy sarebbero sempre serviti per coprire le perdite generate dai terminal portuali di New Jersey e dal treno pendolare PATH, che copre il tragitto tra New York e New Jersey alla tariffa di un dollaro.
Ma l'osservazione non è esatta. L'agenzia infatti ha fatto sapere che negli ultimi quindici anni ha investito 5,05 miliardi di dollari in progetti per New York e 4,8 per New Jersey. |
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