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Lo scorso 1° maggio è entrato in vigore nella Comunità Europea il Trattato di Amsterdam che introduce il pieno rispetto delle condizioni di salvaguardia dell'ambiente in qualsiasi procedura o decisione adottata dall'UE, stabilendo che "la Commissione si impegna a preparare studi di valutazione dell'impatto ambientale all'atto della formulazione di proposte che possono avere significative implicazioni per l'ambiente".
Il Trattato è stato accolto con favore dalla Community of European Railways (CER), che ha spiegato come l'articolo 6 del documento introduca elementi molto importanti nella politica di protezione dell'ambiente, specialmente nel settore dei trasporti. L'organizzazione delle ferrovie europee considera che ora possa essere accelerata l'introduzione di normative che tengano conto, per la realizzazione di nuove infrastrutture, dei danni ambientali legati alle diverse modalità di trasporto, in particolare prodotti dalle emissioni inquinanti, dal rumore, dalla congestione del traffico e dagli incidenti provocati dall'autotrasporto. Le ferrovie ritengono inoltre che sia giunto anche il momento di eliminare ogni tipo di distorsione della concorrenza, soprattutto di natura fiscale, che è ancora presente nel mercato del trasporto e "che ostacola la competitività delle ferrovie". "Le più importanti necessità delle ferrovie delle cinque nazioni che aderiscono al Trattato, specialmente in termini di investimenti - ha rilevato il presidente dell'associazione, Rob den Besten -, devono essere considerate come prioritarie per la politica dei trasporti UE per il prossimo decennio".
Il Trattato prevede che il rispetto ambientale sia assicurato in tutti i settori della politica economica europea: è evidente che, nel campo dei trasporti, l'Unione Europea sarà tenuta a promuovere le modalità di trasporto che producono minore inquinamento rispetto alle altre. Questa disposizione dovrebbe, nel trasporto terrestre, avvantaggiare definitivamente le ferrovie rispetto all'autotrasporto, come auspica CER. Ma il condizionale è d'obbligo, visto che l'Unione Europea ha invocato in innumerevoli occasioni la necessità di rendere prioritario lo sviluppo delle reti e della modalità di trasporto ferroviario, raccogliendo pochi, pochissimi risultati.
Le aziende ferroviarie prevedono, o sperano, nell'adozione di misure che aggravino i costi dell'autotrasporto, costretto a pagare per il proprio dannoso impatto ambientale. Sperano inoltre che le istituzioni europee includano in maggior misura vincoli di salvaguardia ambientale nella revisione delle linee direttrici per la realizzazione della rete Trans European Transport Network (TENs), partendo dall'inclusione obbligatoria di una valutazione strategico-ambientale come primo elemento di pianificazione di ogni progetto di realizzazione del TEN. Un'arma sicuramente a doppio taglio, considerando che i progetti prioritari sono in gran parte rivolti alla realizzazione di linee ferroviarie (inforMARE del 4 giugno 1998) e che, da quando è nata in tutta Europa una 'coscienza ambientalista', le ferrovie sono state spesso costrette a rivedere i propri piani di sviluppo, ostacolati e boicottati - a ragione o meno - dalle innumerevoli organizzazioni a favore della salvaguardia dell'ecosistema.
La comunità delle ferrovie europee, che raggruppa le trentadue principali imprese ferroviarie e gestori di infrastrutture ferroviarie dell'Unione Europea, della Norvegia, della Svizzera e delle nazioni dell'Europa centrale e orientale candidate all'adesione all'UE, sottolinea infine che l'entrata in vigore del Trattato di Amsterdam dà comunque modo di rendere obbligatoria la consultazione del Comitato delle Regioni, che porti alla realizzazione di linee di trasporto che perseguano anche l'obiettivo della coesione fra gli Stati. Un'indicazione che - secondo CER - implica un'attenzione ancora maggiore rivolta allo sviluppo delle reti e dell'efficienza dei collegamenti ferroviari.
B.B.
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