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L'Associazione Ligure per il Commercio Estero (ALCE) ha tracciato oggi nella propria assemblea annuale, svoltasi alla Camera di Commercio di Genova, il tradizionale bilancio di un anno di attività, non nascondendo apprensione per gli elementi di incertezza e i sintomi più o meno evidenti di instabilità dei mercati che si rilevano sia in campo internazionale, che nazionale e regionale.
Il presidente dell'ALCE, Marino Abbo, ha infatti esposto la propria preoccupazione e quella dell'associazione per il quadro economico congiunturale non favorevole. Il 1998 è stato attraversato dalle scosse sismiche provocate dalle crisi economiche e finanziarie in Estremo Oriente, Sud America e Russia. Attualmente "il motore trainante la crescita mondiale - rileva l'ALCE - sono gli Stati Uniti, il cui strapotere, per converso, genera preoccupazioni di natura egemonica, anche legate alla continua ascesa del dollaro. La negatività è stata quindi in parte mitigata dalla domanda americana, che si è mantenuta su livelli elevati. Tuttavia è bene attendersi un calo fisiologico anche di questa componente, al cui verificarsi - a parità delle altre condizioni - è possibile che si determini una fase recessiva". Il quadro negativo riguarda anche gli scambi: "dopo aver registrato l'anno precedente l'aumento più elevato dell'ultimo decennio (+9,9% in termini di volumi), nel 1998 il commercio internazionale ha subito un sensibile ridimensionamento, crescendo solo del 3,3%. Il 1998 è stato caratterizzato da un forte calo generalizzato nei prezzi di alcune commodities, registrando valori tra i più bassi negli anni novanta. Fortissima è stata la contrazione nei prezzi dei prodotti energetici (-29% globalmente, con il petrolio attestato ai valori di prezzo del 1973). Molto secche sono anche le perdite accusate dai metalli non ferrosi (-20%, soprattutto rame e zinco) e dagli altri prodotti industriali. Tra i prodotti alimentari, molto negativa è stata la performance dello zucchero (-25%) a fronte di un calo globale del comparto alimentare nell'ordine del 12%. Infine anche i manufatti hanno registrato un segno negativo, seppure più contenuto (-2,5%).
Nel 1998 si è riscontrato in campo europeo un forte rallentamento commerciale, in particolare per quanto riguarda il secondo semestre dell'anno: "infatti negli ultimi mesi del 1998 le esportazioni hanno mostrato una crescita assai più contenuta. Anche le importazioni, nella parte finale dell'anno hanno subito un rallentamento globale, più spiccato per Germania e Italia".
L'associazione per il commercio estero usa toni ancora più pessimisti nella propria analisi del mercato nazionale: "il quadro italiano evidenzia segnali di vistoso rallentamento, lasciando presupporre - in assenza di precisi segnali di inversione di tendenza - una prossima fase recessiva". I 'mali' che affliggono il sistema produttivo e commerciale italiano sono noti: per le imprese "la pressione fiscale - ripete l'ALCE - continua ad essere troppo forte, limitando le possibilità di sviluppo dell'economia sul territorio nazionale e favorendo la fuga di capitali ed imprese all'estero", mentre nel settore pubblico, "con la sola eccezione dei servizi di telefonia, per gli altri servizi si è verificata una liberalizzazione per il momento solo di facciata". E analizzando settori ancora più a diretto contatto con chi opera nel commercio con l'estero, l'ALCE indica la dogana come "uno dei tanti settori dell'amministrazione pubblica che deve cambiare a 360°"
In tema di portualità invece viene sottolineato come gli scali marittimi italiani siano ancora alle prese con "il problema fondamentale degli investimenti con fondi propri". L'ALCE si schiera quindi a fianco degli scali liguri e di Assoporti nel chiedere una maggiore autonomia finanziaria per le Autorità Portuali, mentre in materia di integrazione tra porti l'associazione "denota come l'aggregazionismo debba essere tuttavia di natura spontanea e non di fonte istituzionale quale imposizione di carattere amministrativo, che oltretutto avrebbe il deleterio effetto collaterale di creare un ulteriore inutile livello di burocrazia e quindi inefficienze". L'ALCE comunque valuta positivamente il tentativo ligure di 'fare sistema', e in particolare concorda sul fatto che esistano "tutte le premesse perché Genova e Savona si possano collegare sinergicamente redistribuendo i traffici per aree merceologiche o funzionali".
Rilevate tutte le carenze infrastrutturali che limitano i collegamenti dei porti con l'interno, l'ALCE ribadisce la necessità di realizzare tutti quei progetti ferroviari e stradali che potrebbero rilanciare i porti dell'arco ligure quali porte Sud dei mercati europei, anche "in vista delle notevoli opportunità di sviluppo che si apriranno non appena saranno completati, nell'ambito del programma AlpTransit, i due grandiosi progetti di tunnel ferroviario in corso di realizzazione nella vicina Svizzera, il traforo del Loetschberg (57 km) e quello del S. Gottardo (36 km). Per la data di apertura di questi progetti, rispettivamente il 2006 ed il 2012, è necessario essere già pronti".
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