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Trasmediterranea, nel primo anno senza sovvenzioni statali, ha presentato un utile netto di 1,55 milioni di peseta
Il ministerio de Fomento ha dovuto ridurre da 6 a 3,5 anni i termini di concessione di alcune linee
3 settembre 1999
Nel 1998, primo anno di esercizio senza alcuna sovvenzione pubblica, la compagnia di navigazione spagnola Trasmediterranea ha realizzato un utile netto di 1,55 milioni di peseta, e può quindi ritenersi pronta per la privatizzazione.
Il risultato positivo, dovuto anche ad un crescente volume di traffico, è stato ottenuto senza i privilegi finanziari di cui godeva grazie al suo stato di armamento nazionale, a cui ha dovuto rinunciare a causa e in seguito ai reclami fatti in sede di Commissione Europea da parte di molte compagnie di navigazione private. Inoltre le compagnie di navigazione Flebasa e Fred Olsen si sono rivolte alla Commissione Europea in merito all'attribuzione alla Trasmediterranea delle linee d'interesse pubblico tra i porti continentali e le Baleari, le Canarie, Ceuta e Melilla. Il ministerio de Fomento ha cercato di controbattere le accuse degli armatori privati, poi ha dovuto rassegnarsi in seguito alla decisione dell'Unione Europea a ridurre da sei a tre anni e mezzo il contratto concluso con la Trasmediterranea due anni fa.
Il 1998 è stato il primo "anno della verità" idoneo a verificare la 'tenuta' finanziaria della compagnia spagnola. Parte però ora la competizione su linee che, sinora considerate necessarie per garantire la 'continuità territoriale', erano appannaggio pressoché esclusivo della compagnia pubblica.
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