 Le flotte che fanno capo ad interessi greci, di bandiera nazionale od estera, secondo alcune stime oltrepassano complessivamente i 75 milioni di tonnellate di stazza e le 3.200 navi. Rappresentano quindi circa il 16 per cento del tonnellaggio totale della flotta mondiale. Meno della metà di questa percentuale è iscritta nel registro greco, che vanta un'età media delle navi di circa 9 anni.
L'industria marittima greca, nonostante questo ruolo di rilievo, è inquieta. Le ragioni del malessere del settore sono state illustrate nel corso del recente convegno "International shipping at the dawn of the new millenium" organizzato dal giornale statunitense "The Economist".
La preoccupazione maggiore è legata all'emorragia che ha colpito il registro nazionale, che nel triennio '96-'98 ha perso 240 navi, anche se - come ha affermato nei giorni scorsi il ministro greco della Marina Mercantile, Stavros Soumakis - nel '99 il depauperamento della flotta ha subito un arresto (inforMARE del 25 novembre). Una flessione che comunque ha trascinato con sé le numerose aziende che gravitano intorno all'armamento e che ha provocato una riduzione dei posti di lavoro. Nonostante questa contrazione dell'occupazione, la Grecia ha però bisogno di personale marittimo qualificato. Panayotis Tsakos, presidente della Tsakos Shipping and Trading, ha infatti affermato che la richiesta annua è di almeno 2.000 allievi ufficiali, mentre in Grecia il numero è fermo a meno di 1.000. Tsakos ha sollecitato quindi l'adozione di provvedimenti che permettano di rinnovare l'interesse per questo tipo di professione sull'esempio di altre nazioni europee, che sono impegnate nella predisposizione e nell'attuazione di programmi di formazione.
La strategia vincente per ridare all'ambiente marittimo greco fiducia e credibilità consiste, secondo il ministro Stavros Soumakis, nella ricerca di standard di qualità e sicurezza elevati. Il ministro ha ricordato che negli ultimi anni si sono ottenuti progressi in questi due campi e ha spiegato che l'attuale politica rivolta al miglioramento della qualità e della sicurezza emarginerà quelle imprese che non perseguono questi obiettivi, puntando invece a profitti immediati senza curarsi degli effetti negativi sull'ambiente e sulla società.
La strategia basata sulla qualità e sulla sicurezza deve essere applicata anche al personale marittimo, ha aggiunto Soumakis sottolineando che i bassi livelli salariali non sono compatibili con elevati standard qualitativi. Ma soprattutto incidono negativamente a lungo termine sulla produttività e sui traffici. E' sempre più pressante infatti la richiesta di personale marittimo competente, esperto e tecnologicamente preparato.
Gli investimenti in nuove tecnologie, la riorganizzazione delle attività operative e la formazione del personale permetteranno quindi agli operatori - ha detto Soumakis - di mantenere un alto grado di competitività.
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