Il rapporto annuale della United Nations Conference on Trade and Development (UNCTAD) sui traffici marittimi mondiali indica che la percentuale di crescita del settore nel 1999 non sarà superiore al 2,2%, valore registrato già nel 1998 - quando era stata oltrepassata per la prima volta la soglia di 5 miliardi di tonnellate trasportate - e il più basso rilevato dal 1987.
Secondo l'organizzazione internazionale che fa capo alle Nazioni Unite la minore crescita dei traffici via mare segue l'analogo andamento della generalità dei traffici merci mondiali, che nel 1998 sono cresciuti del 3,5% contro il 10,5% del 1997. Una contrazione degli scambi dovuta principalmente alla crisi vissuta dalle nazioni asiatiche.
L'UNCTAD stima che nel 1999 la crescita dei traffici marittimi cisternieri si attesterà sull'1,9% (+0,4% nel 1998) e quella dei trasporti di carichi secchi sul 2,3% (+3,7% nel 1998), nonostante il volume dei traffici delle principali voci merceologiche di quest'ultimo comparto raggiungerà quantitativi analoghi a quelli del 1998. Da rilevare lo scorso anno la flessione del 2,3% e del 6,4% rispettivamente dei traffici di minerali di ferro e di grano, compensata dall'aumento del 2,6% del traffico di carbone. Nel 1998 inoltre il traffico marittimo containerizzato è cresciuto solo dell'1,8%, contro l'8,5% del 1997 quando erano stati movimentati nei porti mondiali 163,7 milioni di teu, di cui 83,3 milioni (50,9%) dagli scali delle nazioni in via di sviluppo. Complessivamente le attività di trasporto marittimo, misurate in tonnellate per miglia, hanno subito lo scorso anno una flessione dell'1,1%, avendo totalizzato 21.425 miliardi di tonnellate/miglia contro 21.672 miliardi di tonnellate/miglia nel 1997.
Il rapporto prevede che si verificherà una moderata crescita dei traffici nel prossimo anno, dovuta soprattutto ad un incremento del settore delle rinfuse secche.Flotta
Lo scorso anno la flotta mercantile mondiale è aumentata solo dell'1,6%, raggiungendo 788,7 milioni di tonnellate di portata lorda alla fine dell'anno. L'UNCTAD imputa questa modesta crescita alle nuove navi, per un totale di 35,5 milioni di tpl, consegnate alle società armatrici nel 1998 a cui hanno fatto riscontro perdite o smantellamenti di navi pari a 23,5 milioni di tpl. Nel 1998 la flotta portacontainer è invece cresciuta sensibilmente: 5 milioni di tpl e +9% sul 1997. Le navi portaminerali-rinfuse solide-liquide sono invece calate, con 2,5 milioni di tonnellate in meno, del 12,5%.
Sebbene il tasso di crescita della flotta sia risultato inferiore rispetto a quello dei traffici marittimi, l'indicatore di produttività della flotta costituito dalle tonnellate di carico trasportato per tonnellata di portata lorda è cresciuto al livello record del 6,42%.Noli e direttrici di traffico
Nel 1998 l'andamento dei traffici containerizzati nel Pacifico e tra Asia ed Europa è stato differente da quello effettuato sulle rotte transatlantiche.
Nei collegamenti transpacifici è stato ottenuto nella direttrice eastbound un aumento medio delle entrate per container da venti piedi (teu) del 6,6%, contro una drastica riduzione del 23,1% riscontrata nella relazione westbound rispetto al 1997.
Nei traffici Asia - Europa la rata media di nolo è cresciuta del 13,4%, mentre nel senso Europa - Asia sono calati del 13,7%.
Nel 1998 i traffici nell'Atlantico hanno accusato una flessione in ambedue le direzioni, e in particolare del 5,2% tra Stati Uniti ed Europa e del 3,5% nella relazione inversa.
Il mercato delle rinfuse secche ha generalmente registrato invece nel 1998 noli sensibilmente inferiori a quelli del 1997, secondo l'UNCTAD, a causa della crisi economica asiatica che ha ridotto la domanda.
Il settore del greggio è rimasto invece stagnante, sempre a causa dei fatti asiatici ma anche a seguito delle fusioni tra le principali compagnie petrolifere.America Latina
Il rapporto dell'UNCTAD, intitolato "Review of Maritime Transport, 1999", dedica un'intera sezione all'America Latina. L'organizzazione delle Nazioni Unite ritiene che gli eccessivi costi del trasporto riducano la competitività delle nazioni di quest'area mondiale, in particolare di quelle delle piccole isole caraibiche e del continente sudamericano.
L'indagine sottolinea l'assenza delle imprese sudamericane dalla scena del trasporto marittimo mondiale, dove solo il 4,4% del tonnellaggio di portata lorda complessivo è controllato da società dell'America Latina. L'UNCTAD ritiene però vi siano notevoli opportunità di crescita in quest'area e porevede che le compagnie di navigazione saranno nel prossimo futuro impegnate nell'integrazione e riorganizzazione dei loro servizi nord-sud e nella scelta dei porti hub che consentano un'efficace collegamento con le direttrici di traffico est-ovest e con le linee intorno al mondo.
Nel settore container, il Centro America, i Caraibi e il Messico hanno accresciuto la loro quota nella flotta portacontainer mondiale, passando dallo 0,6% nel 1990 al 3,4% nel 1998. Incremento che però è appannaggio soprattutto dei registri di Antigua e Barbuda e delle St.Vincent e Grenadines, a cui è andato circa il 95% del tonnellaggio
Un altro handicap affligge la flotta latinoamericana, che risulta essere la più vecchia del mondo: circa il 70% delle navi ha infatti almeno 15 anni d'età. La situazione è inoltre particolarmente negativa nelle nazioni con l'economia più avanzata, come Argentina, Cile, Colombia, Messico, Perù e Venezuela: in questi paesi la maggior parte delle navi ha almeno vent'anni. Fa eccezione il Brasile, che ha abbassato l'età media della sua flotta.
L'UNCTAD traccia invece un quadro più roseo delle spese di trasporto in rapporto al valore complessivo delle importazioni. Nel 1997, l'ultimo anno di cui sono state rese note statistiche complete, il costo medio del trasporto era calato al 7,02%, contro l'8,17% registrato all'inizio degli anni novanta. Il dato è però molto variabile a seconda della nazione a cui si riferisce: nei paesi caraibici la percentuale era dell' 11,10%, la più alta dell'America Latina e seguita dal 10,26% dei paesi della costa settentrionale del Sud America (Guyana Francese, Guyana, Antille Olandesi, Suriname, Venezuela) e dal 7,20% delle nazioni affacciate sull'Oceano Pacifico (Cile, Colombia, Ecuador).
Il rapporto medio del 7,02% registrato in America Latina è inoltre inferiore a quelli ottenuti dalle nazioni in via di sviluppo in Africa (11,53%) e in Oceania (12,36%).
Il costo medio del trasporto per l'America Centrale era nel 1997 pari al 5,54% e molto vicino al costo medio mondiale del 5,24%. Questi valori erano piuttosto contenuti nel Messico (4,42%), in Brasile (6,36%) e in Argentina (6,53%), ma elevati in Bolivia (11,10%), in Paraguay (11,33%) e nei paesi delle isole caraibiche, della Repubblica Dominicana, ad Haiti e in Giamaica dove la percentuale era compresa tra il 12 e il 13% del valore delle importazioni. |
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