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«Sommario, frettoloso e quindi inaccettabile», secondo la Ignazio Messina & C., il processo subito dal RINA sul caso Erika
La compagnia di navigazione italiana sostiene la validità delle ispezioni dei tecnici del Registro italiano
12 febbraio 2000
E' stato un «processo sommario, frettoloso e quindi inaccettabile» quello subito dal Registro Italiano Navale (RINA) sul "caso Erika". Lo sostiene la compagnia di navigazione Ignazio Messina & C., sottolineando che «altri disastri ecologici si sono verificati a seguito di avarie, però mai si era visto un attacco così veemente all'istituto di classifica delle navi coinvolte».
In particolare per la compagnia italiana sono "affrettati" e "infamanti" i giudizi espressi dalla Commissione Europea «nei confronti di un Registro di uno Stato che fa parte dell'Unione, senza aver esperito preliminarmente approfondite indagini».
La Messina ribadisce la serietà delle ispezioni effettuate dal RINA sulle navi della compagnia, con conseguenti prescrizioni e imposizioni di lavori «nonostante le unità fossero regolarmente in classe con altri importanti istituti di classifica».
In merito all'affondamento della nave al largo delle coste francesi, la Messina ricorda che «in mare, durante una tempesta di tali proporzioni, purtroppo può accadere di tutto e la concomitanza di più componenti può essere la causa più probabile del grave naufragio dell'Erika. Si possono fare quindi al momento delle ipotesi, ma non accuse».
Lo stesso RINA, rendendo note le prime risultanze dell'inchiesta tecnica svolta sull'accaduto, aveva individuato «come causa iniziale dell'affondamento della nave maltese Erika, durante la tempesta che sconvolse le coste francesi lo scorso dicembre, una rottura od una falla nella parte inferiore dello scafo. Questo primo cedimento diede poi inizio alla successione di collassi strutturali che portarono alla rottura completa dello scafo».
Viceversa la Ignazio Messina & C. si domanda «perché non si parli del diniego ricevuto dal comando dell'Erika da parte delle autorità francesi di ripararsi in una rada ridossata».
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