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Linee programmatiche e progetti per 3,5 miliardi nel primo Comitato Portuale di Savona presieduto da Sandro Becce
La spesa definita per Vado ha una progettualità definita, mentre per Savona vi sono numerose opportunità che devono trovare coordinamento nell'utilizzo di spazi preziosi
1 marzo 2000
Nel corso del primo Comitato Portuale che oggi ha presieduto Sandro Becce, alla guida da pochi giorni dell'ente portuale di Savona-Vado, ha pronunciato un discorso programmatico che traccia le linee guida di breve-medio periodo che verranno seguite sia per il porto di Savona, di cui si attende un pronto e sostanzioso rilancio dopo la flessione dei traffici registrata nel 1999, che per quello di Vado, per cui si prevede una spesa di 3,5 miliardi per assicurare una miglior funzionalità dei collegamenti e dei servizi.
Quattro punti soltanto all'ordine del giorno della prima riunione del nuovo Comitato Portuale sotto la presidenza dell'Ing. Sandro Becce, significativi sia per completare l'iter amministrativo di alcuni importanti progetti, sia per l'enunciazione, pur in forma sintetica, delle linee programmatiche di breve-medio periodo che il management dell'Ente intende affrontare per ridare slancio ad uno scalo marittimo che nel 1999 aveva denunciato in alcuni settori pesanti perdite nei traffici.
In effetti, il ricostituito Comitato aveva dinanzi argomenti già discussi in precedenti incontri legati all'espansione di funzioni portuali su cui si era manifestato il pieno assenso di tutti i rappresentanti delle categorie economiche, di enti e di uffici dello Stato, ciò nonostante da completare sotto l'aspetto puramente finanziario, di fronte alla richiesta di una conferma della fonte e delle disponibilità effettive del contributo dell'Authority savonese per progetti inseriti nel Patto Territoriale della provincia. Dunque, imputazioni a bilancio per quanto concerne sia l'adeguamento alla viabilità di accesso al bacino di Vado con il riutilizzo della strada interna dallo scalo marittimo alle aree industriali, operazioni non più rimandabile non foss'altro per il costante incremento dei traffici su gomma che si ripercuotono pesantemente sulla qualità della vita della cittadina costiera, sia la costruzione di una nuova stazione marittima e l'allungamento dell'attuale accosto destinato al settore crocieristico.
In totale, un impegno di spesa sui 3 miliardi e mezzo di lire, necessarie per assicurare migliore funzionalità ai servizi e contenere i costi di movimentazione.
Resta il fatto che mentre su Vado l'operazione ha una progettualità definita e non abbisogna di ulteriori approfondimenti, per Savona, nell'area antistante la città in cui sta oggi prevalendo la funzione turistica, siamo dinanzi ad una serie di opportunità che debbono trovare un logico coordinamento nell'utilizzo di spazi preziosi.
In effetti, crociere, cantieristica e scelte contenute in importanti strumenti urbanistici - siano essi il piano regolatore, il PRUSST, il piano programmatico - hanno necessità di essere studiate in un'ottica di completa integrazione al fine di assicurare la funzionalità delle scelte nel loro complesso sulla base di piani d'impresa a medio-lungo termine.
Linee, peraltro, che si ritrovano nel discorso programmatico del Presidente al Comitato Portuale, la cui composizione l'Ing. Becce ha inteso allargare il più possibile in termini non solo di singoli responsabili di categoria ma di rappresentatività dei vari attori coinvolti. Il tutto nella logica di un sistema Savona Vado che in questa fase ha bisogno di profonde trasformazioni sia sul fronte della logistica che su quello della operatività dei piazzali.
Perciò appare fondamentale che in sede di Comitato tutte le categorie, oltre ad uffici ed enti, siano rappresentati, con l'obiettivo di esse informati, di condividere le scelte e di coordinarsi nell'ambito delle decisioni che si andranno ad assumere.
"Anche perché partiamo da un '99 non certamente esaltante - ha sottolineato il Presidente Becce - forse un anno da dimenticare piuttosto che da ricordare negli annali del porto di Savona, dinanzi ad una flessione generalizzata dei traffici e alla luce di carenze che lo scalo come sistema sta registrando nei confronti di compendi più o meno vicini. Stiamo accusando perdite di traffico preoccupanti che impongono un ripensamento complessivo del sistema volto a quel recupero di competitività che solo il confronto col mercato può dare.
"Da questo punto di vista, essendo anche un uomo d'azienda, sono convinto che le merci vanno dove il mercato le canalizza e dove i settori principali sono il livello di servizio e l'economicità complessiva dei costi; costi che riguardano le tariffe ma anche tutto il sistema intendendo come sistema la parte logistica e la parte degli attori di contorno. Credo pertanto che nell'ambito di questa razionalizzazione del sistema porto ci sia l'esigenza di una chiarezza di regole che permetta a tutti quanti di funzionare nella maniera più efficace. Un porto che ha degli assets individuabili in banchine, spazi portuali specie quelli coperti; assets che devono essere massimizzati nel loro utilizzo ottenibile con un efficace coordinamento di tutti gli operatori del porto e di tutte le componenti che concorrono alla formazione di questo processo. Indubbiamente da questo punto di vista un tema già venuto sul tappeto e che abbiamo affrontato è quello della razionalizzazione del lavoro portuale; razionalizzazione che riguarda aspetti sia legati al ridimensionamento di taluni fattori centrali nella vita del porto che relativi alle tariffe correlate ai volumi che i terminalisti sono in grado di convogliare, sia agli strumenti legislativi attinenti i chiarimenti sulla legge 84. Tavolo aperto con argomenti in corso di valutazione con i terminalisti e la Compagnia Rebagliati.
"Credo sia importante dire che c'è la volontà complessiva del sistema di cercare quanto meno di schiodarsi dalla situazione attuale.
"Certo, è fondamentale un coinvolgimento complessivo degli attori del processo, ma penso di mantenere un taglio operativo nel ruolo della Port Authority. Ente che ha un ruolo di regia sotto l'aspetto istituzionale; ciò nonostante cercherò, per quanto possibile, di entrare nel dettaglio dei problemi per comprendere gli aspetti operativi e quindi cercare di identificare soluzioni pratiche, soprattutto in tempi certi e con un atteggiamento chiaro per quanto riguarda le indicazioni che devono essere fornite a chi lavora nel porto. Avendo vissuto dall'altra parte della barricata questo tipo di attese, di ansie credo sia legittimo da parte degli operatori e credo doveroso da parte dell'Amministrazione comportarsi per quanto possibile in linea con una logica imprenditoriale in termini di risposte e di taglio delle decisioni. Questo, per rispetto delle normative e delle procedure che ci caratterizzano, per il ruolo di regia che ci compete e di garante della imparzialità nei confronti di tutti gli operatori e dei traffici.
"La ridefinizione delle regole è percorribile mantenendo fermi questi punti quando esista la volontà di far crescere e non di sottrarre traffici fra i vari attori coinvolti nel processo di crescita, così da creare un sistema di fiducia reciproca. In tal senso credo possibile un forte recupero rispetto alla situazione attuale. Sempre che si ridiscutano le regole con i terminalisti, per quanto riguarda nei progetti, i tempi di realizzazione e le modalità. Infatti, se una strategia di razionalizzazione è possibile su Savona, appare altrettanto doverosa una chiara definizione degli impegni reciproci in maniera tale da poter chiarire bene quali siano i tempi del processo, con quali modalità si arriverà ad un testo obiettivo e come poter gestirne i contenuti.
"Sulle strategie di Savona Vado credo di essere fortunato rispetto ai miei predecessori potendo acquisire un sistema che lentamente sta andando a regime, capire dove i tasselli andranno posizionati e quindi le soluzioni da adottare. Questa chiarezza di regole è fors'anche possibile in relazione ad una situazione che si sta assestando. Confido per il bacino di Savona in un chiaro orientamento: da un lato, una diversificazione sulle crociere e sulla cantieristica ad alto valore aggiunto per quanto riguarda gli aspetti meno tradizionali del traffico, dall'altra, una destinazione della banchina Boselli a terminal per prodotti alimentari e la realizzazione del progetto sulle rinfuse collegato alle Funivie. Anche se prioritaria appare la massimizzazione dell'efficacia della struttura degli Alti Fondali per i traffici che si svolgono su quell'area.
"Massimizzazione vuol dire coerenza delle scelte, ma soprattutto decisioni di investimento da parte dei terminalisti, con un ruolo dell'Autorità Portuale di stabilizzatrice e coordinatrice del processo. Un processo che guardi al miglioramento della gestione di quella che è per noi la risorsa di casa: le aree coperte; se guardate i tassi di occupazione delle banchine e dei piazzali scoprirete che non sono quelli i problemi, ma la gestione dei magazzini. L'obiettivo è dunque il miglioramento dei tassi di rotazione dei depositi, guardando al porto non come a un'area di stoccaggio ma come un punto di transito orientato a far affluire le merci verso i mercati di sbocco. Poi ci possono essere attualità disgiuntive legate alle scelte commerciali dei clienti e dei terminalisti, scelte però che non devono snaturare il porto come luogo di transito.
"Indubbiamente, il porto deve essere efficiente, dove l'efficienza sta nelle regole certe ma soprattutto nella logistica di interconnessione del sistema portuale col sistema logistico territoriale che gli sta alle spalle.
"Torno al discorso su Vado, visto il brevissimo flash su Savona, pur se non ho accennato alla Darsena Vecchia e alle attività di taglio turistico, trattandosi di attività consolidate che dovranno trovare sistemazione nel corso del tempo in funzione della realizzazione dei vari tasselli che compongono il puzzle che ha il tempo come variabile importante; perciò non ha senso fare delle fotografie ma guardare un po' il film. Per Vado, le realtà sono quelle di un importante polo legato alla frutta e ai contenitori, ma altresì grossi piazzali con possibilità di sviluppo per quanto riguarda i traffici delle auto e i traffici ro ro. Esistono progetti sull'ulteriore sviluppo del ro-ro in parte legati all'affermarsi di un'isola tutt'oggi oggetto di confronto. Sembra comunque abbia del razionale nel suo tipo di impostazione il consolidamento di operazioni ro-ro, che possono anche diventare funzionali alla connessione del circuito terminalistico con un traffico più internazionale legato alle grandi rotte di transhipment e in generale al flusso Far East - Stati Uniti del trading internazionale. Importante che Savona trovi il modo di agganciarsi a questo trade perché lì c'è lo sviluppo e il futuro dello shipping. Quindi, non avrebbe senso rimanerne completamente isolati, confermando il fatto che il ruolo di Savona non sia quello di operatore di container di taglia internazionale non disponendo di strutture né di spazi. E' opportuno giocare dove abbiamo le possibilità di vincere, ritagliarci la nostra nicchia senza pretendere di fare giochi che per questioni di investimento e di risorse non ci sono in questo momento accessibili.
"Importante qui il ruolo dell'Authority come interlocutore degli imprenditori nell'accelerare per quanto possibile l'iter di iniziative imprenditoriali ad alta occupazione o comunque ad alta ricaduta per il tessuto economico della provincia.
"Credo fortemente che se c'è la possibilità di un imprenditore che si proponga come sponsor, come produttore di iniziative che abbiano alti livelli di occupazione legati in qualche modo al mare e comunque al sistema portuale sia doverosa la ricerca di condizioni perché il progetto ottenga risposte certe.
"Ritornando alla logistica, fattore cardine dello sviluppo e della razionalizzazione del porto, guardiamo attentamente ai dati del '99 e ai 3 milioni e 200.000 tonnellate movimentate. Se si escludono le risorse liquide e il movimento della centrale Enel di Vado, di questo movimento circa 200.000 sono andate in ferrovia: percentuale del 6%, un dato risibile dal punto di vista dell'efficacia del sistema. Risibile per due motivi: da un lato, perché è basso come percentuale e questo potrebbe essere attribuito all'inefficienza delle FS; però, se lo si guarda in termini di potenzialità passate, il traffico sviluppato nel 99 rappresenta la metà di quello che è il potenziale massimo sviluppato nei due poli di Savona e Vado. Cioè Savona e Vado hanno movimentato totalmente un traffico di circa 440.000 t. mentre l'anno scorso ne abbiamo fatto meno di 220.000. Vuol dire che c'è qualcosa di intrinsecamente inefficiente nel sistema.
Ho già espresso il mio parere, che è un pensiero e una speranza: la grossa risorsa di Savona è l'avere un nodo con tre vertici: San Giuseppe, Vado e Savona; vertici ferroviari con parco Doria piazzato in posizione intermedia tra Savona e Vado. Nodo che consta di oltre 50 Km di binari con un tasso di utilizzo ridicolo. Perciò occorre capire come sfruttare questa risorsa pressochè inutilizzata che ha, oltre ad un delicato impatto sui traffici, implicazioni sul traffico urbano. Meno camion si devono caricare nei due porti più la città ci sarà grata. Ciò nonostante sono convinto che soprattutto su Savona ci ritroveremo con problemi di impatto ambientale.
"Ritengo così doveroso provare vie alternative, collaborare con gli imprenditori perché questa è una partita che va giocata sul tavolo con le FS. Cambiare vuol dire intendere San Giuseppe sia come banchina remota di Savona, sia come centro di distribuzione e di stoccaggio a lunga giacenza, proprio per evitare il blocco delle strutture portuali da contratti commerciali che possono poi inficiare l'utilizzo delle banchine; strutture che siano come punto di consolidamento e consegna dei convogli, con un sistema di gestione di merci varie che si differenzia profondamente dal sistema dei contenitori; una modalità di gestione che nasce da nuovi rapporti con le FS.
"In tutto questo la Port Authority gioca un ruolo dal punto di vista non solo normativo, ma della regia super partes per quanto riguarda il consolidamento/potenziamento dei traffici. E' noto infatti che esistono riserve dal punto di vista della soluzione dei dati sulla origine e destinazione dei traffici, per questioni ovviamente di competizione, logiche in un sistema strategico; ma questi schemi mentali che nei porti in passato hanno limitato la possibilità di sfruttare al meglio la modalità ferrovia possono con un sistema di garante super partes essere superate.
"L'obiettivo oggi è quello di raggiungere un'intesa.
"Per quanto riguarda le attività su gomma, credo che il rilancio di Savona Vado possa avere degli ottimi benefici soprattutto per quanto riguarda la triangolazione delle tratte; quindi un migliore bilanciamento dell'import e dell'export che poi rende più efficace l'azione degli eventuali trasportatori. Perciò non appare alternativo il fatto di rendere vincente il polo ferroviario rispetto al trasporto su gomma, essendo dinanzi ad un sistema che ha una spirale positiva e virtuosa in termini di crescita di efficacia complessiva ma anche di ampliamento di volumi. E' sull'ampliamento dei volumi che va giudicato questo tipo di impatto. Tutto questo vuole dire veramente rimettere in discussione, ripensare operativamente il cuore pulsante del sistema; vuol dire rivalutare le pluralità di gestione dei flussi operativi, non solo fronte banchina ma soprattutto nella gestione degli spazi e nella logistica di stoccaggio a piazzale.
Qui riprendo il dettaglio operativo, ma reputo importante che anche in sede allargata questi concetti siano condivisi nel senso che ci deve essere una grossa apertura mentale, la possibilità di rivalutare tutte le scelte che tradizionalmente sono state fatte e di tarare queste scelte in funzione delle esigenze del mercato e degli accordi commerciali da intraprendere.
"A proposito di mercato non mi voglio illudere che se determinante condizioni risultano forzate occorre intanto capire in che maniera sposare queste condizioni: mi riferisco agli stoccaggi, con le esigenze operative di movimentazione all'interno del nostro porto. Quindi possibilità di diversificare i cicli in funzione della destinazione, di quanto le merci si fermano, ma anche ottimizzazione per quel che riguarda i mezzi per rendere efficace il ciclo di ricarico del vagone che può essere utilizzato.
Non vorrei essere entrato troppo nel dettaglio. Reputo ciò nondimeno di aver chiarito che il mio intendimento era quello di dire: dobbiamo lavorare sul sistema porto. Non possiamo farne a meno, perché siamo ad un punto di svolta; le merci sembrano esserci per quel che sono le informazioni che ho avuto nei vari contatti con i terminalisti. Abbiamo la possibilità di portare i traffici ma dobbiamo sapere in quali tempi e quali soluzioni impostare per farle arrivare. Credo che a livello di strategie di massima ci sia abbastanza chiarezza sugli interventi nelle varie strutture; predisporre la taratura sarà proprio in funzione della qualità e della quantità dei traffici, di quali saranno le soluzioni ottimali per farli arrivare. Questo credo sia l'orientamento complessivo. Eventuali altre difficoltà le affronteremo sui singoli progetti".
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