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La Commissione Europea contro il rinnovo degli aiuti alla cantieristica navale
Bruxelles è «propensa» però a concedere sovvenzioni al settore della ricerca e dello sviluppo. CESA, l'associazione delle industrie navalmeccaniche dell'UE, accoglie la decisione come un «segnale di debolezza» nei confronti dei concorrenti sudcoreani
1 dicembre 2000
La Commissione Europea ha deciso che si opporrà ad un rinnovo degli aiuti alla cantieristica navale, che scadranno il prossimo 31 dicembre come stabilito dalla normativa 1540/98 adottata dal Consiglio europeo. Lo ha reso noto sottolineando l'assoluta contrarietà per ogni forma di sovvenzione a favore del settore navalmeccanico e la propria «forte posizione nel contrastare le azioni non corrette della Corea del Sud in questo settore». Bruxelles si è dichiarata invece «propensa a consentire un maggior utilizzo degli aiuti di Stato per il settore cantieristico della ricerca e sviluppo», con appropriate variazioni alla normativa 1540/98. La Commissione ritiene inoltre che l'UE possa destinare consistenti risorse alla ricerca nel settore cantieristico nell'ambito del programma comunitario sulla ricerca.
La decisione - basata su una proposta dei commissari europei alla Concorrenza, Mario Monti, al Commercio, Pascal Lamy, all'Industria, Erkki Liikanen, e con il contributo del commissario alla Ricerca, Philippe Busquin - è giunta a soli 15 giorni dalla presa d'atto da parte della Commissione UE dei risultati del terzo rapporto sulla cantieristica mondiale, che denunciava il perdurare del dumping sudcoreano (inforMARE del 15 novembre), e a pochi giorni dal meeting del prossimo 5 dicembre del Consiglio UE sull'Industria, in occasione del quale saranno discussi i contenuti del rapporto.
La Commissione non si è intanto ancora pronunciata in merito alla richiesta presentata dal CESA (Committe of E.U. Shipbuilders' Associations) di aprire una procedura formale contro Seul per infrazione alle Trade Barriers Regulation (TBR). Bruxelles ha però dichiarato che, se nel frattempo non sarà raggiunto un accordo con la Corea, sottoporrà il caso al Consiglio UE che si riunirà il prossimo 1° maggio proponendo sia un ricorso alla World Trade Organization (WTO) che un meccanismo temporaneo di aiuti per difendere la cantieristica europea dalla concorrenza sleale sudcoreana fino a quando la WTO non prenderà una decisione in merito. «Il meccanismo - ha spiegato la Commissione Europea - sarà limitato a quei segmenti di mercato per i quali sia stata dimostrato che l'industria dell'UE è stata direttamente danneggiata dalle azioni commerciali non corrette della Corea».
I cantieri navali europei membri del CESA temono però che la proposta della Commissione Europea possa essere «male interpretata» dai sudcoreani, e accolta da Seul come «un segnale di debolezza». L'associazione ha accolto infatti la decisione di Bruxelles con «insoddisfazione e preoccupazione».
«Dopo che la Commissione UE ha riconfermato la consistente distorsione del mercato da parte sudcoreana - ha preso atto il CESA - la reale reazione è un'altra forma di minaccia, mentre allo stesso tempo il solo reale strumento di difesa, l'aiuto alla produzione, viene eliminato».
«Invece di eliminare gli aiuti alla produzione con la prospettiva di reintrodurli - ha concluso l'associazione - se non può essere attuato alcun cambiamento in Corea, sarebbe stato più convincente mantenerli fino a quando non fosse intervenuto un mutamento».
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